TWELFTH GATE - "Threshold of Revelation"
(Full-lenght, CD-Maximum, 2007)
Voto: 7,5/10
Genere: Power/Thrash
Line-up: Scott Huffman (voce), Jim Stopper (chitarra), Rich Knight (chitarra), Rob Such (basso), Mike Nevaril (batteria)
Beh non ci crederete (e probabilmente non ci credo neanch'io); ecco che la moda del Nervemore-sound pare tornare in voga dopo l'abbandono indubbiamente dovuto a cali di vendita negli ultimi anni.
Tante, troppe bands hanno scimmiottato nel corso degli anni la band di Dane e soci tralaltro già di per se è caduta nel dimenticatoio dopo la pubblicazione dei meravigliosi "Dreaming Neon Black" e "Dead Heart in a Dead World".
In mezzo ad una marea di bands dell' ultim'ora di stronzate immani se ne erano ascoltate all'infinito e negli ultimi anni non mi era fortunatamente capitato nulla di tutto ciò.
Avvicinandomi a questi Twelfth Gate con i paraocchi e già pronto a stroncarlo in pieno, ecco che inserisco questo "Threshold of Revelation" nel lettore e... sorpresa!!!! I Twelfth Gate suonano come i Nevermore, in tutto e per tutto persino nelle vocals di Huffman semplicemente identiche a quelle di Dane. Solito copia-incolla??? No ragazzi, con mio notevole stupore devo dire che il quintetto a stelle e striscie spacca e di brutto.
Sembra quasi di andare ad ascoltare proprio i Nevermore di qualche anno fa prima dello sputtanamento degli ultimi due lavori; riffing roccioso, tecnica strumentale fuori discussione, sezione ritmica devastante ed abilissima a cambiare gli umori della musica da un momento all'altro ed una varietà vocale sconvolgente.
Ottimo il songwriting, quasi impossibile trovare due brani diversi tra loro ad iniziare dall'opener "Loyal" con un attacco cattivissimo ed un cantato capace di variare timbrica risultando quasi una sorta di duetto tra Warrel Dane ed il mitico Geoff Tate.
"Critical Elements" parte invece in maniera tiratissima per sfociare in un break centrale estremamente appassionante, o ancora balzano all'orecchio le strutture intricatissime di brani come "Delving too Deep" dall'appeal più estremo o "Branded" che nonostante i suoi 3 minuti di durata mostra una grande originalità nella composizione e nell' esecuzione del brano.
Insomma, pensavo che non mi avrebbe colpito più un lavoro del genere ed invece questo "Threshold of Revelation" mi ha smentito in pieno. Date tutti un'occasione a questo album e non ve ne pentirete, anzi speriamo che Dane e compagni vi diano un'ascoltata così, tanto per rendersi conto la loro musica cosa è diventata..
(Full-lenght, CD-Maximum, 2007)
Voto: 7,5/10
Genere: Power/Thrash
Line-up: Scott Huffman (voce), Jim Stopper (chitarra), Rich Knight (chitarra), Rob Such (basso), Mike Nevaril (batteria)
Beh non ci crederete (e probabilmente non ci credo neanch'io); ecco che la moda del Nervemore-sound pare tornare in voga dopo l'abbandono indubbiamente dovuto a cali di vendita negli ultimi anni.
Tante, troppe bands hanno scimmiottato nel corso degli anni la band di Dane e soci tralaltro già di per se è caduta nel dimenticatoio dopo la pubblicazione dei meravigliosi "Dreaming Neon Black" e "Dead Heart in a Dead World".
In mezzo ad una marea di bands dell' ultim'ora di stronzate immani se ne erano ascoltate all'infinito e negli ultimi anni non mi era fortunatamente capitato nulla di tutto ciò.
Avvicinandomi a questi Twelfth Gate con i paraocchi e già pronto a stroncarlo in pieno, ecco che inserisco questo "Threshold of Revelation" nel lettore e... sorpresa!!!! I Twelfth Gate suonano come i Nevermore, in tutto e per tutto persino nelle vocals di Huffman semplicemente identiche a quelle di Dane. Solito copia-incolla??? No ragazzi, con mio notevole stupore devo dire che il quintetto a stelle e striscie spacca e di brutto.
Sembra quasi di andare ad ascoltare proprio i Nevermore di qualche anno fa prima dello sputtanamento degli ultimi due lavori; riffing roccioso, tecnica strumentale fuori discussione, sezione ritmica devastante ed abilissima a cambiare gli umori della musica da un momento all'altro ed una varietà vocale sconvolgente.
Ottimo il songwriting, quasi impossibile trovare due brani diversi tra loro ad iniziare dall'opener "Loyal" con un attacco cattivissimo ed un cantato capace di variare timbrica risultando quasi una sorta di duetto tra Warrel Dane ed il mitico Geoff Tate.
"Critical Elements" parte invece in maniera tiratissima per sfociare in un break centrale estremamente appassionante, o ancora balzano all'orecchio le strutture intricatissime di brani come "Delving too Deep" dall'appeal più estremo o "Branded" che nonostante i suoi 3 minuti di durata mostra una grande originalità nella composizione e nell' esecuzione del brano.
Insomma, pensavo che non mi avrebbe colpito più un lavoro del genere ed invece questo "Threshold of Revelation" mi ha smentito in pieno. Date tutti un'occasione a questo album e non ve ne pentirete, anzi speriamo che Dane e compagni vi diano un'ascoltata così, tanto per rendersi conto la loro musica cosa è diventata..
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