THE HAUNTED - "The Dead Eye"
(Full-lenght, Century Media, Ottobre 2006)
Voto: 6/10
Genere: Groove Metal
Line-up: Peter Dolving (voce), Patrick Jensen (chitarra), Anders Bjorler (chitarra), Jonas Bjorler (basso), Per M.Jensen (batteria)
Cos'è rimasto del sound dei The Haunted degli esordi? Probabilmente nulla... purtroppo.
O meglio, tralalsciando i miei gusti personali, un cambio di stile che va analizzato con la giusta obiettività e senza necessariamente scadere nei soliti commenti ormai superati secondo cui una band non può aprire le porte ad una certa volontà di evolversi.
Se non altro la constatazione ed il dato di fatto che la band svedese di certo non ha paura di sperimentare, e se un primo taglio col passato l'avevano dato già col precedente "rEVOLVEr", è con questo "The Dead Eye" che in un certo senso completano l'opera.
Del thrash/death piuttosto classico ed accomunabile a livello di sound a quello che furono i magniloquenti At the Gates (con le dovute proporzioni, ovvio) pertanto rimane praticamente nulla e quello che ci troviamo di fronte non è altro che un onesto album di thrash moderno ultra-melodico, in cui i brani perdono quasi totalmente il mordente da sempre tirato fuori da Dolving e soci.
Dunque ritmiche meno forsennate che in passato e tantissime concessioni "melodiche" tra cui i soliti chorus inseriti in maniera comunque mai insistente all'interno dei singoli brani.
Detto così sembrerebbe a priori una stroncatura, ma non del tutto. L'album infatti va analizzato per quello che è e di certo non per quello che sono stati i The Haunted stessi.
Già a partire dall'opener "The Flood" classico singolone non è difficile notare le differenze rispetto al 'vecchio' sound. Tanta melodia, uno screaming mai serratissimo ed un refrain centrale "ruffiano" il giusto caratterizzano un brano che per quanti fans farà verosimilmente perdere agli scandinavi, almeno altrettanto ne farà guadagnare.
Refrain su cui la band punta fortissimo, "The Medication" ne è esempio lampante in cui in più di un'occasione anche ad un ascolto superficiale si batte il piedino che è una meraviglia.
Certo che ogni tanto si cade nell'insipido, vedasi l'opener di "The Drowning" (il "The" è prerogativa di titolo dell'album e di ogni singolo brano qui contenuto), "The Reflection" o ancora in "The Fallout" che a livello strumentale e di struttura sarebbe anche un piccolo gioiellino del lavoro.
In generale però "The Dead Eye" è un album che si lascia ascoltare a meraviglia, che ci regala tutto sommato 55 minuti volutamente easy-listening, tra brani accattivanti, soluzioni piacevoli ed altre meno, ed una qualità di sound importante.
Certo non possiamo dire che non si tratti un passo indietro rispetto a quegli album che avevano lanciato gli svedesi nel gotha della scena metal europea dei giorni nostri, ma tutto sommato si tratta di un lavoro da ascoltare prima di lasciarlo perdere nel dimenticatoio.
(Full-lenght, Century Media, Ottobre 2006)
Voto: 6/10
Genere: Groove Metal
Line-up: Peter Dolving (voce), Patrick Jensen (chitarra), Anders Bjorler (chitarra), Jonas Bjorler (basso), Per M.Jensen (batteria)
Cos'è rimasto del sound dei The Haunted degli esordi? Probabilmente nulla... purtroppo.
O meglio, tralalsciando i miei gusti personali, un cambio di stile che va analizzato con la giusta obiettività e senza necessariamente scadere nei soliti commenti ormai superati secondo cui una band non può aprire le porte ad una certa volontà di evolversi.
Se non altro la constatazione ed il dato di fatto che la band svedese di certo non ha paura di sperimentare, e se un primo taglio col passato l'avevano dato già col precedente "rEVOLVEr", è con questo "The Dead Eye" che in un certo senso completano l'opera.
Del thrash/death piuttosto classico ed accomunabile a livello di sound a quello che furono i magniloquenti At the Gates (con le dovute proporzioni, ovvio) pertanto rimane praticamente nulla e quello che ci troviamo di fronte non è altro che un onesto album di thrash moderno ultra-melodico, in cui i brani perdono quasi totalmente il mordente da sempre tirato fuori da Dolving e soci.
Dunque ritmiche meno forsennate che in passato e tantissime concessioni "melodiche" tra cui i soliti chorus inseriti in maniera comunque mai insistente all'interno dei singoli brani.
Detto così sembrerebbe a priori una stroncatura, ma non del tutto. L'album infatti va analizzato per quello che è e di certo non per quello che sono stati i The Haunted stessi.
Già a partire dall'opener "The Flood" classico singolone non è difficile notare le differenze rispetto al 'vecchio' sound. Tanta melodia, uno screaming mai serratissimo ed un refrain centrale "ruffiano" il giusto caratterizzano un brano che per quanti fans farà verosimilmente perdere agli scandinavi, almeno altrettanto ne farà guadagnare.
Refrain su cui la band punta fortissimo, "The Medication" ne è esempio lampante in cui in più di un'occasione anche ad un ascolto superficiale si batte il piedino che è una meraviglia.
Certo che ogni tanto si cade nell'insipido, vedasi l'opener di "The Drowning" (il "The" è prerogativa di titolo dell'album e di ogni singolo brano qui contenuto), "The Reflection" o ancora in "The Fallout" che a livello strumentale e di struttura sarebbe anche un piccolo gioiellino del lavoro.
In generale però "The Dead Eye" è un album che si lascia ascoltare a meraviglia, che ci regala tutto sommato 55 minuti volutamente easy-listening, tra brani accattivanti, soluzioni piacevoli ed altre meno, ed una qualità di sound importante.
Certo non possiamo dire che non si tratti un passo indietro rispetto a quegli album che avevano lanciato gli svedesi nel gotha della scena metal europea dei giorni nostri, ma tutto sommato si tratta di un lavoro da ascoltare prima di lasciarlo perdere nel dimenticatoio.
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