Passa ai contenuti principali

LAKE OF TEARS - "Moons and Mushrooms"

LAKE OF TEARS - "Moons and Mushrooms"
(Full-lenght, Dockyard 1 Records, Aprile 2007)

Voto: 5,5/10

Genere: Gothic Metal

Line-up: Daniel Brennare (chitarra, voce), Mikael Larsson (basso), Magnus Sahlgren (chitarra), Johan Oudhuis (batteria)


Arrivano alla pubblicazione del loro settimo full-lenght i Lake of Tears, lungimirante band svedese da sempre apprezzata da molti addetti ai lavori.

"Moons and Mushrooms" riprende il discorso intrapreso tre anni fa con il precedente lavoro, e non sposta più di tanto le coordinate di un sound che fa il verso al gothic dei più celebri Sentenced.
Il risultato è così un album piatto, che non riesce ad incidere nei suoi 44 minuti di durata nonostante qualche melodia simpatica e qualche riff carino buttato qui e lì da Magnus Sahlgren, musicista ben noto per i suoi trascorsi con Dismember e Tiamat.
Quello che differenzia un minimo questi Lake of Tears dalla band di Ville Laihiala è una certa attenzione per atmosfere psichedeliche create da inserti di tastiera che per quanto ben fatti tendono a risultare troppo invadenti nonostante le chitarre corpose facciano comunque la loro parte.
Malgrado tutto gli svedesi sembrano aver accantonato quella ricerca di atmosfere in un certo senso "depressive" e maggiormente legate al doom che l'avevano portate ad ottenere una certa risonanza all'interno della scena sopratto a cavallo tra gli anni novanta ed il nuovo millennio con due albums molto validi come "Forever Autumn" e "Neonai".
Insomma, i Lake of Tears tendono ad accontentarsi e si spostano verso coordinate più mainstream e gothic-oriented. Sia chiaro che probabilmente tra le tante proposte che si sentono in giro nell'ambito gothic più "classico", "Moons and Mushrooms" non rappresenterebbe un brutto album, purtroppo però c'è da dire che si perde nell'anonimato proprio per la strada intrapresa troppo simile alla stragrande maggioranza della bands come tipo di sonorità e, soprattutto, troppo scontata e piatta; un passo falso insomma...

Track-list:

01. Last Purple Sky
02. You Better Breathe While Thers' Still Time
03. Waitnig Counting
04. Like a Leaf
05. Children of the Grey
06. Head on Phantom
07. Island Earth
08. Planet of the Penguins

Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i