OUTSIDER - "Death Without Honour"
(Demo, Autoproduzione, 2006)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Federico Favaretto (batteria), Dario Pesce (chitarra), Luigi Belluzzo (chitarra), Fabio Favaretto (voce)
Gli Outsider sono una band di Venezia che con "Death Without Honor" giungono alla prima fatica discografica.
La band veneta ci propone una mezz'ora di sano ed incontaminato thrash metal di stampo moderno, sulla scìa di quanto proposto da Machine Head e soprattutto dai maestri Pantera tanto che gli Outsider dedicano il loro lavoro alla memoria del mitico Dimebag Darrell storico chitarrista della band statunitense.
Il risultato rappresenta quindi una mazzata incredibile; i brani sono dotati di un'aggressività ed una furia incredibili, ma al tempo stesso sono tremendamente catchy, ascoltate l' opener "Tombstone" per credere dove a ritmiche serratissime ed uno screaming cattivissimo da parte del singer Fabio la cui voce si avvicina in maniera incredibile a quella di Phil Anselmo periodo "The Great Southern Trendkill", segue un'attenzione per il refrain capace di risultare tremendamente accattivante.
Ed è questa la caratteristica principale degli Outsider, che permette loro di fare un netto salto di qualità rispetto al resto della concorrenza.
Ma non immaginatevi un album con brani l' uno uguale all'altro, e subito la successiva "Endless Faith" mostra la capacità della band veneta di cavarsela anche con ritmiche più lente con un brano giocato su rallentamenti ed accellerazioni improvvise dove la voce di Fabio arriva a toccare uno degli apici dell' intero lavoro.
C'è da dire che non manca anche una certa attenzione per la band verso sonorità più old-school in particolare al sound della Bay Area visto che il suono delle chitarre non appare mai "impastato" ed è sempre ben definito e chirurgico alla giusta maniera.
L'amore incondizionato per i Pantera è confermato al 100% in "Drunken Gods" in cui Fabio si cimenta anche nel cantato pulito insieme a rallentamenti che non possono che riportare alla mente quelle divagazioni più melodiche molto spesso utilizzate dai Pantera nelle loro composizioni. Il brano sembra proprio uscito dalla penna di Anselmo e soci dei bei tempi che furono.
La successiva "Dark Pit (Tenebra)" parte invece in perfetto stile Bay Area, con chitarre precise ed abrasive ad introdurre il brano in questione che accompagnano fino all' esplosione successiva in cui si ritorna sui binari tipici dell'album. Il brano in questione non può che non confermare quello che è il principale pregio della band, ovvero il saper creare composizioni incredibilmente coinvolgenti capaci di scatenare l'headbanging più furioso ed al tempo stesso far battere il piedino all'ascoltatore, tanto risultano accattivanti.
Per chiudere gli Outsider si affidano alle atmosfere claustrofobiche di "Flag of Misery" che verranno riprese anche per la conclusiva "Lack of Wisdom" che parte con un bell'arpeggio di chitarra per passare poi ad un brano in pieno stile Lamb of God.
Se alle caratteristiche già menzionate aggiungiamo poi una perizia tecnica di altissimo livello sia sotto un punto di vista della musica che della sezione ritmica assolutamente travolgente (ora ho capito perchè Apocalisse) ecco che è descritto in pieno questo gran bel lavoro.
Aspettiamoci grandissime cose da questi Outsider, intanto vedete tutti di procurarvi questo "Death Without Honor"!!
(Demo, Autoproduzione, 2006)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Federico Favaretto (batteria), Dario Pesce (chitarra), Luigi Belluzzo (chitarra), Fabio Favaretto (voce)
Gli Outsider sono una band di Venezia che con "Death Without Honor" giungono alla prima fatica discografica.
La band veneta ci propone una mezz'ora di sano ed incontaminato thrash metal di stampo moderno, sulla scìa di quanto proposto da Machine Head e soprattutto dai maestri Pantera tanto che gli Outsider dedicano il loro lavoro alla memoria del mitico Dimebag Darrell storico chitarrista della band statunitense.
Il risultato rappresenta quindi una mazzata incredibile; i brani sono dotati di un'aggressività ed una furia incredibili, ma al tempo stesso sono tremendamente catchy, ascoltate l' opener "Tombstone" per credere dove a ritmiche serratissime ed uno screaming cattivissimo da parte del singer Fabio la cui voce si avvicina in maniera incredibile a quella di Phil Anselmo periodo "The Great Southern Trendkill", segue un'attenzione per il refrain capace di risultare tremendamente accattivante.
Ed è questa la caratteristica principale degli Outsider, che permette loro di fare un netto salto di qualità rispetto al resto della concorrenza.
Ma non immaginatevi un album con brani l' uno uguale all'altro, e subito la successiva "Endless Faith" mostra la capacità della band veneta di cavarsela anche con ritmiche più lente con un brano giocato su rallentamenti ed accellerazioni improvvise dove la voce di Fabio arriva a toccare uno degli apici dell' intero lavoro.
C'è da dire che non manca anche una certa attenzione per la band verso sonorità più old-school in particolare al sound della Bay Area visto che il suono delle chitarre non appare mai "impastato" ed è sempre ben definito e chirurgico alla giusta maniera.
L'amore incondizionato per i Pantera è confermato al 100% in "Drunken Gods" in cui Fabio si cimenta anche nel cantato pulito insieme a rallentamenti che non possono che riportare alla mente quelle divagazioni più melodiche molto spesso utilizzate dai Pantera nelle loro composizioni. Il brano sembra proprio uscito dalla penna di Anselmo e soci dei bei tempi che furono.
La successiva "Dark Pit (Tenebra)" parte invece in perfetto stile Bay Area, con chitarre precise ed abrasive ad introdurre il brano in questione che accompagnano fino all' esplosione successiva in cui si ritorna sui binari tipici dell'album. Il brano in questione non può che non confermare quello che è il principale pregio della band, ovvero il saper creare composizioni incredibilmente coinvolgenti capaci di scatenare l'headbanging più furioso ed al tempo stesso far battere il piedino all'ascoltatore, tanto risultano accattivanti.
Per chiudere gli Outsider si affidano alle atmosfere claustrofobiche di "Flag of Misery" che verranno riprese anche per la conclusiva "Lack of Wisdom" che parte con un bell'arpeggio di chitarra per passare poi ad un brano in pieno stile Lamb of God.
Se alle caratteristiche già menzionate aggiungiamo poi una perizia tecnica di altissimo livello sia sotto un punto di vista della musica che della sezione ritmica assolutamente travolgente (ora ho capito perchè Apocalisse) ecco che è descritto in pieno questo gran bel lavoro.
Aspettiamoci grandissime cose da questi Outsider, intanto vedete tutti di procurarvi questo "Death Without Honor"!!
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