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POTENTIAM - "Years in the Shadows"

POTENTIAM - "Years in the Shadows"
(Full-lenght, Schwarzdorn Production, Gennaio 2006)

Voto: 6,5/10

Genere: Gothic/Black





Terzo full-lenght per i Potentiam interessante realtà islandese, dedita ad un concetto piuttosto avanguardistico di metal capace di inglobare al suo interno atmosfere che vanno ad attingere a piene mani da black, dark, gothic, e wave ottantiana senza dimenticare la lezione impartita dagli Arcturus più pomposi.

Da sempre definiti come black metal band, i Potentiam hanno sempre avuto il merito di distinguersi dalla massa e di comporre musica difficile da catalogare e soprattutto impossibile da inquadrare con precisione all'interno di un filone ben definito.
Influenze black che se nell'album d'esordio potevano rinvenirsi con più facilità già dal successivo (ma soprattutto con questo "Years in the Shadows") tendono a risultare più attenuate ma comunque presenti sempre nel contorno che risulta ancora più malinconico ed atmosferico rispetto al passato.
L'album in questione dunque scivola via tra brani più o meno lunghi, caratterizzati da quell'aura tipicamente depressive e attraverso un riffing che sempre in bilico tra black e dark si fonde al meglio col tappeto di tastiere che se in molte occasioni riescono a creare atmosfere decisamente notevoli vedi le iniziali "Elysium" e "Mirror God", in altre occasioni tendono a risultare più pacchiane e prevedibili come nel caso di "8 For Holy Rebels".
Buona risulta la prova vocale di Eldur estremamente malinconica ed in alcuni casi quasi "epica".
Un giudizio complessivo su questo "Years in the Shadows" appare comunque piuttosto arduo, soprattutto per l'alternanza tra brani interessanti (molti) ed altri decisamente meno (pochi), brani questi ultimi troppo influenzati dal filone più prettamente gothic (nell'accezione classica del termine) che sono posti più che altro nella seconda parte dell'album.
In secondo luogo bisogna anche tener considerazione della longevità del lavoro che purtroppo, anche a causa dei difetti appena citati, non riesce a calamitare l'attenzione dell'ascoltatore per l' intera durata del disco. Troppi suoni, troppe influenze musicali in alcuni casi non vengono inserite al meglio all'interno della proposta che tende di conseguenza a risultare pesante in alcuni punti.
Non si può negare tuttavia la qualità musicale complessiva dell' opera che non passerà certo inosservata tra gli estimatori non solo del metal più malinconico ma anche di quello più "estremo" visto che l'attitudine c'è tutta. In definitiva stiamo parlando di un lavoro più che sufficiente, sta ora a voi decidere se, in base a quanto descritto, dare una possibilità agli islandesi.  

 

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