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YYRKOON - "The Unealthy Opera"

YYRKOON - "The Unealthy Opera"
(Full-lenght, Osmose Productions, Febbraio 2006)

Voto: 7,5/10

Genere: Death Metal

Line-up: Victorian Vilchez (basso, chitarra), Geoffrey Gautier (chitarra), Stéphane Soutreyand (chitarra, voce), Laurent Harrouart (batteria)


In un inizio anno piuttosto avaro di uscite discografiche dignitose in ambito thrash-death, ecco arrivare la piacevole sorpresa con "Unealthy Opera" dei francesi Yyrkoon.

La band giunta ormai al quarto album presenta un disco entusiasmante, brutale e melodico al tempo stesso che rappresenta un passo avanti per tutto il movimento thrash-death piuttosto stantìo in questo periodo.
Gli Yyrkoon suonano un thrash-death caratterizzato dalla costante e perfetta contrapposizione tra melodia e brutalità, data soprattutto dalle vocals di Stèphane Souteryand già chitarrista della brutal-band belga Aborted, che porta all'interno del platter tutte le sue influenze. Insomma, tanto per farvi capire gli Yyrkoon suonano più o meno come gli ultimi Illdisposed solo che se i danesi hanno solo smussato gli angoli del loro death metal rendendolo più accessibile e decisamente più "commerciale", la musica dei francesi è solo la risultante naturale delle influenze dei vari membri.
La perizia tecnica è incredibile e posta al servizio di una musica che non scade mai nell'autocompiacimento, ma che tenta (riuscendoci praticamente sempre) ad esercitare un assalto frontale senza fronzoli proponendo al tempo stesso una miscela sonora mai scontata e sempre capace di mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore.
Il tutto avviene tramite brani tante volte accattivanti, capaci di imprimersi nella testa dell'ascoltatore sin dal primo impatto; buona è anche la varietà della proposta, che va da episodi più marcatamente thrash come la title-track, ad altri in cui Souteryand mette la sua esperienza negli Aborted al servizio della band toccando elementi più tipici del brutal propriamente detto come ad esempio in "Abnormal Intrusion".
Ma non è finita qui, l'accoppiata "Lair..."/"...Of Madness" (le cito insieme perchè sono strettamente legate nell'album) ci propongono anche una strumentale (la prima) ed un brano swedish a tutti gli effetti (la seconda) che riporta alla mente i Soilwork prima che si sputtanassero con gli ultimi lavori.
Insomma, non esitate più di tanto e fate vostro questo "Unealthy Opera", di lavori come questo se ne vedono pochi in giro negli ultimi periodi.

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