TRIVIUM - "The Crusade"
(Full-lenght, Roadrunner Records, Ottobre 2006)
Voto: 6,5/10
Genere: Metalcore
Line-up: Matthew Kiichi Heafy (chitarra, voce), Corey Beaulieu (chitarra), Paolo Gregoletto (basso), Travis Smith (batteria)
I Trivium sono una di quelle bands che hanno saputo cavalcare - nel corso degli ultimi anni - il trend tanto in voga del metalcore.
Attivi dal 2000 e con già due full-lenght (più un ep) alle spalle, la band a stelle e striscie ha incontrato già un discreto successo soprattutto grazie al loro secondo lavoro "Ascendancy" targato 2005 che ha spronato subito i quattro ragazzotti della Florida alla pubblicazione di questo "The Crusade".
Come spesso succede in questo ambito, i Trivium non hanno incontrato mai le mezze misure: o amati dalla critica o profondamente osteggiati dal pubblico più "oltranzista" e tradizionalista.
Dove sta la verità? A mio avviso nel mezzo, nel senso che gli americani pur essendo inseriti all'interno di un trend (quello metalcore) che tanto sta affossando il metal più sano e genuino (peggio ancora della rivoluzione grunge dei primi 90's), dall'altro riescono comunque a differenziarsi dall'inflazionatissima concorrenza in particolare proprio con questo "The Crusade" che pur suonando seguendo stilemi piuttosto standardizzati, riesce ad aggiungere qualcosina in più strizzando un'occhiolino al sound dei cari vecchi Metallica.
Il risultato è un album fresco, potente e melodico al tempo stesso, nulla per cui strapparsi i capelli su questo non c'è dubbio, ma comunque album ideale per chi cerca un ascolto non troppo impegnativo e godibile.
Giocato su una perizia tecnica sicuramente fuori discussione, e su un cantato melodico forse in certe parti anche un pò "ruffiano" (sempre meglio comunque dei soliti cani urlanti classici di certe sonorità) l'album scorre via piuttosto bene tra brani interessanti come "Ignition" o "Unrepentant" ad altri invece meno ispirati, ma volutamente votati ad una melodia che saprà sicuramente concedere qualche apparizione nelle heavy-rotation televisive come nel caso di "This World can't Tear us Apart" o "And Sadness Will Sear".
In definitiva un lavoro più che sufficiente quello dei Trivium che proseguono nella loro opera evolutiva che li ha portati dopo un lavoro bruttino e scontato come il debutto "Ember to Inferno" (2003) a pubblicare prima il sufficiente "Ascendancy" (2005) ed ora appunto questo "The Crusade", senza ombra di dubbio il loro miglior lavoro finora.
(Full-lenght, Roadrunner Records, Ottobre 2006)
Voto: 6,5/10
Genere: Metalcore
Line-up: Matthew Kiichi Heafy (chitarra, voce), Corey Beaulieu (chitarra), Paolo Gregoletto (basso), Travis Smith (batteria)
I Trivium sono una di quelle bands che hanno saputo cavalcare - nel corso degli ultimi anni - il trend tanto in voga del metalcore.
Attivi dal 2000 e con già due full-lenght (più un ep) alle spalle, la band a stelle e striscie ha incontrato già un discreto successo soprattutto grazie al loro secondo lavoro "Ascendancy" targato 2005 che ha spronato subito i quattro ragazzotti della Florida alla pubblicazione di questo "The Crusade".
Come spesso succede in questo ambito, i Trivium non hanno incontrato mai le mezze misure: o amati dalla critica o profondamente osteggiati dal pubblico più "oltranzista" e tradizionalista.
Dove sta la verità? A mio avviso nel mezzo, nel senso che gli americani pur essendo inseriti all'interno di un trend (quello metalcore) che tanto sta affossando il metal più sano e genuino (peggio ancora della rivoluzione grunge dei primi 90's), dall'altro riescono comunque a differenziarsi dall'inflazionatissima concorrenza in particolare proprio con questo "The Crusade" che pur suonando seguendo stilemi piuttosto standardizzati, riesce ad aggiungere qualcosina in più strizzando un'occhiolino al sound dei cari vecchi Metallica.
Il risultato è un album fresco, potente e melodico al tempo stesso, nulla per cui strapparsi i capelli su questo non c'è dubbio, ma comunque album ideale per chi cerca un ascolto non troppo impegnativo e godibile.
Giocato su una perizia tecnica sicuramente fuori discussione, e su un cantato melodico forse in certe parti anche un pò "ruffiano" (sempre meglio comunque dei soliti cani urlanti classici di certe sonorità) l'album scorre via piuttosto bene tra brani interessanti come "Ignition" o "Unrepentant" ad altri invece meno ispirati, ma volutamente votati ad una melodia che saprà sicuramente concedere qualche apparizione nelle heavy-rotation televisive come nel caso di "This World can't Tear us Apart" o "And Sadness Will Sear".
In definitiva un lavoro più che sufficiente quello dei Trivium che proseguono nella loro opera evolutiva che li ha portati dopo un lavoro bruttino e scontato come il debutto "Ember to Inferno" (2003) a pubblicare prima il sufficiente "Ascendancy" (2005) ed ora appunto questo "The Crusade", senza ombra di dubbio il loro miglior lavoro finora.
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