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AVENGING ANGELS - "Fragmentary Reality"

AVENGING ANGELS - "Fragmentary Reality"
(Full-lenght, Autoproduzione, Marzo 2006)

Voto: 8/10

Genere: Thrash/Death

Line-up: Thomas Kochle (batteria), Peter Schmid (chitarra), michael Weisskopf (chitarra), Lino Hochrainer (voce), Sandro Hochrainer (voce), Markus Brejla (basso)


Giù il cappello di fronte a questa band!!!
Direttamente dal Tirolo, gli Avenging Angels arrivano dopo 6 anni dalla fondazione ed un demo alle spalle (2003) alla pubblicazione del loro primo full-lenght.

"Fragmentary Reality" è un grandissimo album, che pone le sue radici su di un death-thrash al quale i sei austriaci aggiungono un sano tocco di modern-sound, elementi più comuni a certo extreme metal (soprattutto nello screaming molto simile a quello di Dani Filth), e quel sano tocco alla Edge of Sanity-maniera capace di donare una varietà incredibile a brani di per se piuttosto lunghi per trattarsi di death-thrash.
Otto tracce per un totale di 44 minuti di musica che mi hanno letteralmente lasciato a bocca aperta; qui non c'è un brano sotto la media, tutti hanno una loro particolarità e sono giocate sulla continua contrapposizione tra screaming e growling che si rincorrono spesso seguiti da una sezione ritmica ed un riffing incredibili, capaci di accelerare improvvisamente per poi fermarsi ed incalzare nuovamente.
"Here I Stand" ne è l' esempio principale; intro con chitarre subito estremamente abrasive, breve regressione, e via con un growling serratissimo cui risponde uno screaming estremo che forma un dualismo incredibile capace di rendere la song in questione una vera goduria; ma non è esaurito certo qui il brano che viene portato avanti nei suoi cinque minuti di durata da improvvise fughe chitarristiche mai "virtuose" ma sempre molto particolari e di certo mai scontate e prolisse.
Ma sarebbe un delitto parlare di singoli brani piuttosto che di tutta l' opera nel suo complesso che si fa spazio tra riffing spezzati, intermezzi acustici, ripartenze improvvise, blast-beats...
Le influenze del death metal classico sono piuttosto evidenti e soprattutto mai soffocate dalla ricerca di melodia che risulta un riflesso istintivo della musica, così come è innegabile l' influenza esercitata sul sound dal thrash metal dei Kreator e dagli In Flames periodo pre-"Clayman".
Addirittura influenze doom possono rinvenirsi in "Who do you Think you Are" il cui arpeggio iniziale che poi si ripeterà durante il brano è tremendamente malinconico e mi ha riportato alla mente l' intro di "The Underwater Garden" dei greci Septic Flesh.Incredibile come nel brano in questione gli austriaci sappiano girare intorno ad un riff azzeccato e solo su questo riuscire a creare un brano estremamente vario capace di pestare ed al tempo stesso rallentare i ritmi, da brivido tralaltro l'assolo finale...
Insomma, senza pensarci due volte precipitatevi subito su questo "Fragmentary Reality" e vedrete che ci metterete un pò di tempo prima di toglierlo dal lettore...

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