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DEATHWORK - "Evolve to Extinguish"

DEATHWORK - "Evolve to Extinguish"
(EP, Autoproduzione, Agosto 2005)

Voto: 7/10

Genere: Thrash/Death

Line-up: Fabrizio Malaponte (voce), Rick Costantino (basso), Luigi Oreto (chitarra), Christian Balsamo (chitarra), Armando Alioto (batteria)


Thrash-death duro e puro quello proposto dai Deathwork con il loro "Evolve To Extinguish", album decisamente devoto ai maestri del genere quali Sepultura e Bolt Thrower.
La band nasce a Catania nel giugno 2002 e muove i primi passi suonando inizialmente thrash in stile Bay Area e successivamente dirigendo il proprio sound verso sonorità più dure, suonando thrash-death vecchio stile con influenze grind ed arrivando a pubblicare, dopo essersi fatta un nome nella scena underground locale, il loro primo lavoro "Dissolution Of Eternity", demo risalente al 2003.
A distanza di due anni i Deathwork tornano quindi alla ribalta e lo fanno con un Ep di tutto rispetto che pur non facendo gridare al miracolo soprattutto in termini di originalità, rappresenta comunque un gran bel lavoro.
Le sonorità proposte sono quelle già descritte, con la band capace di assimilare alla perfezione la lezione impartita dai gruppi storici del genere, il tutto riproposto con una certa personalità senza commettere l' errore di molte bands emergenti del genere, capaci solo di copiare pedissequamente i vari mostri sacri senza aggiungere niente al genere di riferimento.
Dopo una breve intro parte la title-track in cui i Deathwork dimostrano di saperci fare alla grande con un riff iniziale in pieno thrash-style cui si accompagna la voce infernale del singer Fabrizio Malaponte assolutamente mostruoso ed una band capace di rendere il brano molto vario nei suoi 5 minuti di durata grazie a bei cambi di ritmo ed un'ottima tecnica strumentale. Si fanno sentire anche le influenze grind citate dalla band in particolare con la successiva "Deranged Sanity" che parte con un ritmo tremendo ed un cantato sempre più duro e veloce, spezzato subito dopo da un riff che riporta la band sui propri binari. Sia chiaro però che pur sempre di thrash-death si tratta, e proprio per questo balza all'orecchio come i Deathwork riescano con una certa naturalezza ad inserire le proprie influenze senza per questo snaturare il sound proposto.
Merita menzione a parte anche "My Own War" brano che chiude un album micidiale che mostra una band giovane e con ottime prospettive per il futuro. Un lavoro che non potrà che piacere agli amanti del genere, unica cosa da eccepire è la troppa omogeneità della proposta con le songs che forse si somigliano un pò troppo tra di loro, ma è un particolare facile da correggere e comunque tutti i brani proposti si lasciano tranquillamente ascoltare senza annoiare l'ascoltatore.
Ultima menzione per l'artwork, veramente ben fatto in pieno stile thrash-death tardi anni '80

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