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SUBLIMINAL CRUSHER - "Antithesis"

SUBLIMINAL CRUSHER - "Antithesis"
(Full-lenght, New LM Records, Agosto 2005)

Voto: 7,5/10

Genere: Thrash/Death

Line-up: Jerico Biagiotti (basso), Rawdeath (batteria), Elvys Damiano (chitarra), Hatework (chitarra), TooZ (voce)


Avevo avuto il piacere circa due anni fa, di vedere all'opera i Subliminal Crusher in un festival vicino al mio paese, e rimasi impressionato dalla forte carica mostrata dalla band, della quale avevo perso i contatti ma di cui mi trovo con immenso piacere a recensire il loro disco d'esordio "Antithesis" pubblicato dalla sempre attenta LM Records.

L'ascolto dell'album non ha fugato i miei dubbi; i Subliminal Crusher dopo il primo demo "Life Drought" datato 2003, dimostrano di non voler scherzare ed il nuovo "Antithesis" ci presenta una band capace di suonare thrash-death con un occhio rivolto al passato (vedi Sepultura) ed uno rivolto all' evoluzione sonora che difficilmente attecchisce in generi come questo.
La band umbra pesta alla grande, ma al tempo stesso riesce a mantenere una linea melodica mai invadente, il tutto senza ricorrere ai trucchetti tanto in voga ad oggi, trucchetti fatti di inserimenti di tastiere e riffs svedesi a ripetizione. No, qui si sentiranno solo una quarantina di minuti di thrash-death con una spolveratina (e ripeto, "spolveratina" di elettronica).
Già dall'opener "Fuck-Simile" ci si fa un'idea ben precisa di quello che sarà l'album. Un sound duro, non per questo grezzo, ma sempre fedele a quella linea melodica data da una perizia tecnica comune a ben pochi;
"Technocratic" conferma la tendenza della band, afferendo sempre di più all'album connotati propri di un sound moderno dati dall'aggiunta di elementi elettronici che si fondono alla perfezione con il resto della musica.
Con "Fearbox" i Subliminal Crusher dimostrano sempre di più di saper pestare alla grande senza essere per questo gratuiti, e soprattutto senza ripetere schemi triti e ritriti propri della maggioranza delle bands attuali.
La track finale è infine un omaggio ai Testament con la cover di "Into the Pit" dove la band dimostra sempre di più le proprie influenze thrash.
Per chiudere però, sarebbe meglio citare l' unico difetto dell'album che è dato dalle vocals di Tooz. Non che siano brutte sotto un punto di vista stilistico e tecnico, ma probabilmente troppo monocordi per l' intera durata dell'album. Non c'è insomma quella varietà vocale che magari avrebbe reso l'ascolto più interessante.
Adesso sta a voi decidere; se pensate che questo "difetto" possa essere particolarmente rilevante, allora togliete mezzo voto a quanto sopra. Se invece credete (come me) che sia un particolare trascurabile allora fidatevi di me e correte subito ad acquistare questo "Antithesis" che sicuramente non vi deluderà.

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