PAIN - "Psalm of Extinction"
(Full-lenght, Roadrunner Records, Maggio 2007)
Voto: 7/10
Genere: Industrial/Groove
Line-up: Peter Tagtgren (tutti gli strumenti, voce), Peter Iwers (basso - traccia 1 - 2), Mikkey Dee (batteria - traccia 3), Alexi Laiho (chitarra traccia 9)
Peter Tagtgren è da sempre un'icona per il pubblico metal, vuoi per essere leader e creatore dei deathsters Hypochrisy, vuoi per la sua carriera da produttore che l'ha portato nel corso degli anni a lavorare con bands del calibro di Dimmu Borgir, Children of Bodom ed Immortal, tanto per fare qualche nome.
I Pain sono da sempre stati il progetto parallelo dell' instancabile musicista svedese, gruppo nel quale egli stesso convoglia tutto il proprio istinto "industrial-elettronico" e la voglia da sempre dimostrata di voler aprire nuovi orizzonti musicali.
Attiva ormai da un decennio, la band arriva con questo "Psalm of Exctinction" alla pubblicazione del quinto album in studio, che fa un ulteriore passo avanti rispetto al passato arrivando a forgiare un sound fresco, deciso e tremendamente moderno.
Come definire la musica dei Pain? Partite da una base nu-thrash, aggiungetevi quì e lì bordate metalliche più "estreme", suoni di chiara derivazione industrial alla maniera dei The Kovenant ed una buona dose di elettronica ed ecco che vi potrete fare un'idea migliore.
A quanto già descritto non possiamo inoltre non citare la poliedricità vocale del buon Peter nonchè quell'attenzione per la melodia di presa diretta (ricordate il tormentone di "Shout your Mouth"?) che da sempre ha caratterizzato fortemente il sound della band.
"Psalm of Extinction" riesce così - in parte - a limare i difetti dei predecessori facendo un bel passo in avanti in quanto a qualità della proposta e soprattutto varietà, elementi questi che difettavano in maniera piuttosto evidente negli appena citati predecessori.
Un discreto lavoro insomma che è stato capace di esaltarmi a più riprese nella quarantina di minuti di durata attraverso brani catchy e diretti che toccano i propri apici in episodi come "Nailed to the Ground" dotata di un ritornello di sicura presa ed un riffing granitico accompagnato alla grande da un sintetizzatore che crea un bel tappeto sonoro o ancora in "Zombie Slam" vero e proprio hit molto vicino nel modo di suonare ai The Vision Bleak con Tagtgren a suo agio anche con vocalizzi baritonali. Buoni anche i pezzi più "oscuri" quali "Play Dead" o "Walking on Glass" capaci di rifarsi anche a sonorità più vicine ai Type O Negative; meno convincenti invece i brani più sdolcinati quali "Does it Really Matter" (l' episodio peggiore) o "Just Think Again" o ancora l' opener "Save your Prayers" che partendo da un ottima struttura si perde clamorosamente in ingenuità che spezzano troppo il brano al suo interno.
In definitiva sono proprio questi brani che inficiano non poco la valutazione finale del lavoro oltre ai troppi cali di tensione distribuiti in modo uniforme all'interno dell'album.
Insomma, "Psalm of Extinction" è un album discreto che paga purtroppo i sopraccitati difetti ma che presenta al suo interno soluzioni piuttosto interessanti.
Track-list:
01. Save Your Prayers
02. Nailed to the Ground
03. Zombie Slam
04. Psalms of Extinction
05. Clouds of Ecstasy
06. Play Dead (Bjork cover)
07. Does It Really Matter?
08. Computer God
09. Just Think Again
10. Walking on Glass
11. Bottle's Nest
12. Bitch
(Full-lenght, Roadrunner Records, Maggio 2007)
Voto: 7/10
Genere: Industrial/Groove
Line-up: Peter Tagtgren (tutti gli strumenti, voce), Peter Iwers (basso - traccia 1 - 2), Mikkey Dee (batteria - traccia 3), Alexi Laiho (chitarra traccia 9)
Peter Tagtgren è da sempre un'icona per il pubblico metal, vuoi per essere leader e creatore dei deathsters Hypochrisy, vuoi per la sua carriera da produttore che l'ha portato nel corso degli anni a lavorare con bands del calibro di Dimmu Borgir, Children of Bodom ed Immortal, tanto per fare qualche nome.
I Pain sono da sempre stati il progetto parallelo dell' instancabile musicista svedese, gruppo nel quale egli stesso convoglia tutto il proprio istinto "industrial-elettronico" e la voglia da sempre dimostrata di voler aprire nuovi orizzonti musicali.
Attiva ormai da un decennio, la band arriva con questo "Psalm of Exctinction" alla pubblicazione del quinto album in studio, che fa un ulteriore passo avanti rispetto al passato arrivando a forgiare un sound fresco, deciso e tremendamente moderno.
Come definire la musica dei Pain? Partite da una base nu-thrash, aggiungetevi quì e lì bordate metalliche più "estreme", suoni di chiara derivazione industrial alla maniera dei The Kovenant ed una buona dose di elettronica ed ecco che vi potrete fare un'idea migliore.
A quanto già descritto non possiamo inoltre non citare la poliedricità vocale del buon Peter nonchè quell'attenzione per la melodia di presa diretta (ricordate il tormentone di "Shout your Mouth"?) che da sempre ha caratterizzato fortemente il sound della band.
"Psalm of Extinction" riesce così - in parte - a limare i difetti dei predecessori facendo un bel passo in avanti in quanto a qualità della proposta e soprattutto varietà, elementi questi che difettavano in maniera piuttosto evidente negli appena citati predecessori.
Un discreto lavoro insomma che è stato capace di esaltarmi a più riprese nella quarantina di minuti di durata attraverso brani catchy e diretti che toccano i propri apici in episodi come "Nailed to the Ground" dotata di un ritornello di sicura presa ed un riffing granitico accompagnato alla grande da un sintetizzatore che crea un bel tappeto sonoro o ancora in "Zombie Slam" vero e proprio hit molto vicino nel modo di suonare ai The Vision Bleak con Tagtgren a suo agio anche con vocalizzi baritonali. Buoni anche i pezzi più "oscuri" quali "Play Dead" o "Walking on Glass" capaci di rifarsi anche a sonorità più vicine ai Type O Negative; meno convincenti invece i brani più sdolcinati quali "Does it Really Matter" (l' episodio peggiore) o "Just Think Again" o ancora l' opener "Save your Prayers" che partendo da un ottima struttura si perde clamorosamente in ingenuità che spezzano troppo il brano al suo interno.
In definitiva sono proprio questi brani che inficiano non poco la valutazione finale del lavoro oltre ai troppi cali di tensione distribuiti in modo uniforme all'interno dell'album.
Insomma, "Psalm of Extinction" è un album discreto che paga purtroppo i sopraccitati difetti ma che presenta al suo interno soluzioni piuttosto interessanti.
Track-list:
01. Save Your Prayers
02. Nailed to the Ground
03. Zombie Slam
04. Psalms of Extinction
05. Clouds of Ecstasy
06. Play Dead (Bjork cover)
07. Does It Really Matter?
08. Computer God
09. Just Think Again
10. Walking on Glass
11. Bottle's Nest
12. Bitch
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