DEMIRICOUS - "One (Hellbound)"
(Full-lenght, Metal Blade, Gennaio 2006)
Voto: 5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Nate Olp (basso, voce), Ben Parrish (chitarra), Chris Cruz (batteria), Scott Wilson (chitarra)
Per la serie "ch'avete rotto er cazzo!!!" ecco a voi uscire allo scoperto l' ennesima giovane band clone dei maestri...
Sì, perchè anche se ad un primo superficiale ascolto potrebbe non sembrare effettivamente così, questi Demiricous non sono altro che i soliti seguaci del più classico dei copia-incolla Slayeriani, ovvero tanta (ma tanta) velocità, chitarre abrasive al massimo, brutalità assortita, assoli sparati qui e lì tanto per metterli.
"One (Hellbound)" si tratta insomma del solito album praticamente impossibile da ascoltare dall'inizio alla fine; brani tutti uguali tra loro, senza una minima caratteristica capace in qualche modo di renderli perlomeno ascoltabili ed un cantante capace esclusivamente di abbaiare per gli interi 40 minuti di durata dell'album.
Non c'è un brano degno di nota nel lotto dei dodici qui presenti, capaci tutti nonostante la loro breve durata (nessuno supera i 3 minuti) di annoiare.
"La potenza è nulla senza il controllo", così recitava uno spot pubblicitario che evidentemente i quattro statunitensi non hanno mai avuto modo di vedere, e non solo manca loro il controllo, ma tante volte è anche la potenza a mancare al combo, cosa che impedisce molto spesso di rendere comunque accettabili brani che in partenza potrebbero anche esserlo un minimo, come "Beyond Obscene" o "Cheat the Leader".
Per non parlare inoltre degli assoli che come da tradizione puramente slayeriana troppe volte sono buttati lì in mezzo a cazzo, con la differenza che il signor King è un grande chitarrista, a differenza di questo signor Wilson che invece mostra limiti piuttosto evidenti non riuscendo nemmeno a spingere troppo sull'acceleratore.
La prova vocale di Olp sarebbe anche accettabile da un punto di vista tecnico, tuttavia sorge il grosso problema che appare troppo inadatta al contesto generale della musica degli statunitensi.
Album da evitare.
(Full-lenght, Metal Blade, Gennaio 2006)
Voto: 5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Nate Olp (basso, voce), Ben Parrish (chitarra), Chris Cruz (batteria), Scott Wilson (chitarra)
Per la serie "ch'avete rotto er cazzo!!!" ecco a voi uscire allo scoperto l' ennesima giovane band clone dei maestri...
Sì, perchè anche se ad un primo superficiale ascolto potrebbe non sembrare effettivamente così, questi Demiricous non sono altro che i soliti seguaci del più classico dei copia-incolla Slayeriani, ovvero tanta (ma tanta) velocità, chitarre abrasive al massimo, brutalità assortita, assoli sparati qui e lì tanto per metterli.
"One (Hellbound)" si tratta insomma del solito album praticamente impossibile da ascoltare dall'inizio alla fine; brani tutti uguali tra loro, senza una minima caratteristica capace in qualche modo di renderli perlomeno ascoltabili ed un cantante capace esclusivamente di abbaiare per gli interi 40 minuti di durata dell'album.
Non c'è un brano degno di nota nel lotto dei dodici qui presenti, capaci tutti nonostante la loro breve durata (nessuno supera i 3 minuti) di annoiare.
"La potenza è nulla senza il controllo", così recitava uno spot pubblicitario che evidentemente i quattro statunitensi non hanno mai avuto modo di vedere, e non solo manca loro il controllo, ma tante volte è anche la potenza a mancare al combo, cosa che impedisce molto spesso di rendere comunque accettabili brani che in partenza potrebbero anche esserlo un minimo, come "Beyond Obscene" o "Cheat the Leader".
Per non parlare inoltre degli assoli che come da tradizione puramente slayeriana troppe volte sono buttati lì in mezzo a cazzo, con la differenza che il signor King è un grande chitarrista, a differenza di questo signor Wilson che invece mostra limiti piuttosto evidenti non riuscendo nemmeno a spingere troppo sull'acceleratore.
La prova vocale di Olp sarebbe anche accettabile da un punto di vista tecnico, tuttavia sorge il grosso problema che appare troppo inadatta al contesto generale della musica degli statunitensi.
Album da evitare.
Commenti
Posta un commento