Passa ai contenuti principali

ANDRALLS - "Inner Trauma"

ANDRALLS - "Inner Trauma"
(Full-lenght, Marquee Records, Febbraio 2005)

Voto: 7,5/10

Genere: Thrash Metal

Line-up: Eddie C. (basso), Alexandre Brito (batteria), Di Lallo (chitarra), Alex Coelho (voce)


Terzo album per i brasiliani Andralls che sotto l' egida della sempre attenta Mausoleum Records, danno alle stampe questo "Inner Trauma" album caratterizzato da 40 minuti di feroce e genuino thrash metal devoto alle sonorità dei primissimi anni novanta e caratterizzato da una velocità d'esecuzione capace di non passare di certo inosservata.

Da buoni brasiliani, gli Andralls prendono sicuramente i conterranei Sepultura come punto di riferimento principale soprattutto quelli del periodo "Chaos A.D.", unendo il tutto con un sano tocco di Slayer-style dato soprattutto dalla furia compositiva e da certi assoli capaci di riportare proprio alla mente la band di Araya e soci.
Insomma, avrete capito di che tipo di musica stiamo parlando, musica che non lascia certo spazio a quanto di nuovo stanno cercando di perpetrarci le "nuove leve", capace di non risultare per nulla originale ma al tempo stesso capace di non annoiare mai l'ascoltatore.
Niente ritornelli melodici e ruffiani dunque, niente chitarre armonizzate alla Iron Maiden, ma solo musica veloce, sporca, cattiva e notevolmente retrò.
Dall'iniziale "Fear is my Alley" fino alla conclusiva "Panic Syndrome", gli Andralls non mollano un minimo la presa attraversando 40 minuti tra chitarre abrasive e veloci, ripartenze continue, il cantato devastante di Coelho, una sezione ritmica martellante ed improvvisi solos di chitarra.
Non mancano tuttavia anche qui e lì leggeri "ammiccamenti" (se così vogliamo definirli) verso qualcosa di più melodico come nel caso di "Awake and Dead" brano dotato anche di un ritornello estremamente orecchiabile.
Nulla da eccepire neppure sotto il punto di vista tecnico-strumentale e sulla struttura dei brani di certo mai predefiniti e banali.
I punti di debolezza? Innanzitutto la mancanza di originalità di cui abbiamo già parlato, ed in secondo luogo i solos che in alcuni frangenti sembrano piuttosto forzati, quasi che gli Andralls volessero infilarli per forza all'interno delle loro composizioni.
In definitiva tuttavia siamo di fronte ad un album discreto che ci pone davanti 40 minuti di buona musica, acquisto obbligato per ogni thrasher sfegatato che si rispetti, mentre a tutti gli altri consiglio comunque di dargli perlomeno un'ascoltata.

Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i