SHADOWS FALL - "Threads of Life"
(Full-lenght, Roadrunner Records, Aprile 2007)
Voto: 5/10
Genere: Metalcore/Groove
Line-up: Brian Fair (voce), Jonathan Donais (chitarra), Matthew Bachand (chitarra), Paul Romanko (basso), Jason Bittner (batteria)
Sarò noioso, sarò ripetitivo, ma gli Shadows Fall altro non sono che la classica band plasmata e cresciuta ad immagine e somiglianza di tante altre dalla solita invadenza delle major di turno.
Spesso negli ultimi mesi mi sono trovato a dover stroncare in maniera piuttosto netta il 90% circa delle produzioni metalcore, ed anche e soprattutto quando altre webzine si limitavano a concedere sufficienze (tante volte piene) ed in alcuni casi anche ben oltre queste, trincerandosi dietro alla solita frase di circostanza "questo è il metalcore, per cui va valutato in quanto tale..." che non rende assolutamente giustizia a tutte quelle bands realmente valide ma accomunate alla massa solo per il genere proposto.
Ma parlavamo degli Shadows Fall, combo americano nato ben prima del sorgere del nuovo fenomeno musicale (1995) che attraverso lavori come "Somber Eyes to the Sky" (1998) o "Of One Blood" (2000) davano vita a lavori sufficientemente coinvolgenti che, pur influenzati in maniera troppo netta dallo swedish, ci mostravano una band valida. Poi ecco l'approdo in un'etichetta di una certa rilevanza come la Century Media, ed un sound che pur virando verso territori più "morbidi" ("The Art of Balance") ci mostrava una band che personalmente ho avuto modo di apprezzare in particolare per la propria voglia di osare avvicinandosi a territori più mainstream. E poi? Il nulla! Album sempre più spompati e melodici, un clamoroso patatrac con "Fallout from the War" (2006) ed il passaggio alla Roadrunner con pubblicazione di questo "Threads of Life" che rappresenta in assoluto il punto più basso toccato dagli statunitensi dopo l'album precedente anch'esso piuttosto deludente.
"Threads of Life" ci presenta 11 tracce per una cinquantina di minuti circa di musica estremamente melodica, spompata, all'insegna di un metalcore che prende sempre più le distanze da quelle influenze prettamente thrash-core che avevano caratterizzato le ultime produzioni della band.
E dunque riffing smussato, un'attenzione ossessiva per le melodie, e chiare influenze hard rock/heavy metal incapaci di rendere un minimo graffianti i brani qui contenuti.
Non c'è un brano in grado di mostrare un minimo cenno di aggressività malgrado episodi come "Redemption" "Stormwinds" o "Dread Uprising" tentino di raggiungere, non un brano capace di mostrarci almeno una struttura accattivante... È imbarazzante insomma l'assenza di idee in questo nuovo album ed addirittura la presenza di una ballad come "Another Lost Hero" contribuisce ulteriormente ad acuire i difetti di un album che non riesce mai (e dico MAI) ad offrire un minimo spunto di interesse. Sarò troppo severo? Secondo me no, se poi qualcuno vuole continuare a giustificare certe prove solo influenzati dal nome o dall' etichetta faccia pure. In definitiva, c'erano una volta gli Shadows Fall... La storia finirà con un "è vissero felici e contenti?" Se la strada intrapresa rimarrà questa (come sono sicuro) allora mi sa tanto che non ci sarà il buon fine...
Track-list:
01. Redemption
02. Burning the Lives
03. Stormwinds
04. Failure of the Devout
05. Venomous
06. Another Hero Lost
07. Final Call
08. Dread Uprising
09. The Great Collapse
10. Just Another Nightmare
11. Forevermore
(Full-lenght, Roadrunner Records, Aprile 2007)
Voto: 5/10
Genere: Metalcore/Groove
Line-up: Brian Fair (voce), Jonathan Donais (chitarra), Matthew Bachand (chitarra), Paul Romanko (basso), Jason Bittner (batteria)
Sarò noioso, sarò ripetitivo, ma gli Shadows Fall altro non sono che la classica band plasmata e cresciuta ad immagine e somiglianza di tante altre dalla solita invadenza delle major di turno.
Spesso negli ultimi mesi mi sono trovato a dover stroncare in maniera piuttosto netta il 90% circa delle produzioni metalcore, ed anche e soprattutto quando altre webzine si limitavano a concedere sufficienze (tante volte piene) ed in alcuni casi anche ben oltre queste, trincerandosi dietro alla solita frase di circostanza "questo è il metalcore, per cui va valutato in quanto tale..." che non rende assolutamente giustizia a tutte quelle bands realmente valide ma accomunate alla massa solo per il genere proposto.
Ma parlavamo degli Shadows Fall, combo americano nato ben prima del sorgere del nuovo fenomeno musicale (1995) che attraverso lavori come "Somber Eyes to the Sky" (1998) o "Of One Blood" (2000) davano vita a lavori sufficientemente coinvolgenti che, pur influenzati in maniera troppo netta dallo swedish, ci mostravano una band valida. Poi ecco l'approdo in un'etichetta di una certa rilevanza come la Century Media, ed un sound che pur virando verso territori più "morbidi" ("The Art of Balance") ci mostrava una band che personalmente ho avuto modo di apprezzare in particolare per la propria voglia di osare avvicinandosi a territori più mainstream. E poi? Il nulla! Album sempre più spompati e melodici, un clamoroso patatrac con "Fallout from the War" (2006) ed il passaggio alla Roadrunner con pubblicazione di questo "Threads of Life" che rappresenta in assoluto il punto più basso toccato dagli statunitensi dopo l'album precedente anch'esso piuttosto deludente.
"Threads of Life" ci presenta 11 tracce per una cinquantina di minuti circa di musica estremamente melodica, spompata, all'insegna di un metalcore che prende sempre più le distanze da quelle influenze prettamente thrash-core che avevano caratterizzato le ultime produzioni della band.
E dunque riffing smussato, un'attenzione ossessiva per le melodie, e chiare influenze hard rock/heavy metal incapaci di rendere un minimo graffianti i brani qui contenuti.
Non c'è un brano in grado di mostrare un minimo cenno di aggressività malgrado episodi come "Redemption" "Stormwinds" o "Dread Uprising" tentino di raggiungere, non un brano capace di mostrarci almeno una struttura accattivante... È imbarazzante insomma l'assenza di idee in questo nuovo album ed addirittura la presenza di una ballad come "Another Lost Hero" contribuisce ulteriormente ad acuire i difetti di un album che non riesce mai (e dico MAI) ad offrire un minimo spunto di interesse. Sarò troppo severo? Secondo me no, se poi qualcuno vuole continuare a giustificare certe prove solo influenzati dal nome o dall' etichetta faccia pure. In definitiva, c'erano una volta gli Shadows Fall... La storia finirà con un "è vissero felici e contenti?" Se la strada intrapresa rimarrà questa (come sono sicuro) allora mi sa tanto che non ci sarà il buon fine...
Track-list:
01. Redemption
02. Burning the Lives
03. Stormwinds
04. Failure of the Devout
05. Venomous
06. Another Hero Lost
07. Final Call
08. Dread Uprising
09. The Great Collapse
10. Just Another Nightmare
11. Forevermore
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