SCARS - "The Nether Hell"
(EP, Encore Records, Luglio 2005)
Voto: 8/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Alex Zeraib (chitarra), Andre Sterza (basso), Regis F. (voce), Patrick Leung (batteria), Eduardo Boccomino (chitarra)
Ecco le sorprese che meno ti aspetti. Mi sono accostato in maniera piuttosto scettica al nuovo lavoro degli Scars, thrash-band proveniente dal Brasile, immaginando di trovarmi di fronte alla solita band-clone dei Sepultura.
Con estremo piacere invece, ho notato non solo l' originalità del della band ma anche la grande validità sotto il punto di vista musicale.
29 minuti di assoluto godimento quelli proposti dagli Scars che non si sa per quale assurdo motivo non riescano a trovare un contratto, e nonostante i quasi 15 anni di carriera culminati con concerti suonati a fianco di bands quali Anthrax e Kreator. Un gioiellino che ogni amante del caro vecchio thrash metal dovrebbe possedere. Gli Scars traggono quindi ispirazione da gruppi come Slayer e Kreator, il tutto senza copiare in maniera spudorata i due gruppi storici, ma rielaborando alla perfezione il loro sound riuscendo a mantenere intatta la potenza di questi e donando al tempo stesso ai brani anche una certa freschezza compositiva.
l' ep si apre con "Creatures that Come Alive in the Dark" in cui oltre alle già citate influenze, si nota una certa propensione verso territori più vicini al death metal. Incredibile la vena compositiva della band che si districa alla grande tra riffs a volte duri a volte più melodici, dimostrando una liricità fuori dal comune, e soprattutto grande prestazione vocale di Regis F. che riesce a modulare in maniera naturalissima la voce senza pecche in alcun frangente.
Ma l' opener è solo il trampolino di lancio per i due brani migliori dell'album, ovvero "Warfare" brano fatto di riffs taglienti ed un ritornello che entrerà facilmente nella testa dell'ascoltatore, ma non per questo scontato o melodico, e soprattutto quello che a mio parere è l'apice compositivo dell'album ovvero la title-track, che nei suoi sei minuti di durata sembra accompagnarci proprio in un viaggio all'interno dell' inferno, fatto di cambi di ritmo incalzanti, un cantato che si fonde alla perfezione con l' umore del brano ed alcuni pezzi addirittura recitati dal singer.
Altro brano che merita menzione a parte è "Return to the Killing Ground" che sfocia anch'esso in territori death-metal e dove (questa volta sì) si sente alla lontana qualche influenza dei conterranei Sepultura di Chaos A.D. il tutto però sempre all'insegna di un'originalità spiazzante.
Ultima menzione per l'artwork, parte integrante dell' intero concept, costituito da rappresentazioni della Divina Commedia di Dante, e la citazione all'interno del booklet proprio di alcuni canti di questa rappresentati da un'ottima iconografia.
Insomma un album imperdibile, un vero e proprio viaggio all'inferno di una band sottovalutata che dopo un precedente scioglimento è tornata sulle scene alla grande.
(EP, Encore Records, Luglio 2005)
Voto: 8/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Alex Zeraib (chitarra), Andre Sterza (basso), Regis F. (voce), Patrick Leung (batteria), Eduardo Boccomino (chitarra)
Ecco le sorprese che meno ti aspetti. Mi sono accostato in maniera piuttosto scettica al nuovo lavoro degli Scars, thrash-band proveniente dal Brasile, immaginando di trovarmi di fronte alla solita band-clone dei Sepultura.
Con estremo piacere invece, ho notato non solo l' originalità del della band ma anche la grande validità sotto il punto di vista musicale.
29 minuti di assoluto godimento quelli proposti dagli Scars che non si sa per quale assurdo motivo non riescano a trovare un contratto, e nonostante i quasi 15 anni di carriera culminati con concerti suonati a fianco di bands quali Anthrax e Kreator. Un gioiellino che ogni amante del caro vecchio thrash metal dovrebbe possedere. Gli Scars traggono quindi ispirazione da gruppi come Slayer e Kreator, il tutto senza copiare in maniera spudorata i due gruppi storici, ma rielaborando alla perfezione il loro sound riuscendo a mantenere intatta la potenza di questi e donando al tempo stesso ai brani anche una certa freschezza compositiva.
l' ep si apre con "Creatures that Come Alive in the Dark" in cui oltre alle già citate influenze, si nota una certa propensione verso territori più vicini al death metal. Incredibile la vena compositiva della band che si districa alla grande tra riffs a volte duri a volte più melodici, dimostrando una liricità fuori dal comune, e soprattutto grande prestazione vocale di Regis F. che riesce a modulare in maniera naturalissima la voce senza pecche in alcun frangente.
Ma l' opener è solo il trampolino di lancio per i due brani migliori dell'album, ovvero "Warfare" brano fatto di riffs taglienti ed un ritornello che entrerà facilmente nella testa dell'ascoltatore, ma non per questo scontato o melodico, e soprattutto quello che a mio parere è l'apice compositivo dell'album ovvero la title-track, che nei suoi sei minuti di durata sembra accompagnarci proprio in un viaggio all'interno dell' inferno, fatto di cambi di ritmo incalzanti, un cantato che si fonde alla perfezione con l' umore del brano ed alcuni pezzi addirittura recitati dal singer.
Altro brano che merita menzione a parte è "Return to the Killing Ground" che sfocia anch'esso in territori death-metal e dove (questa volta sì) si sente alla lontana qualche influenza dei conterranei Sepultura di Chaos A.D. il tutto però sempre all'insegna di un'originalità spiazzante.
Ultima menzione per l'artwork, parte integrante dell' intero concept, costituito da rappresentazioni della Divina Commedia di Dante, e la citazione all'interno del booklet proprio di alcuni canti di questa rappresentati da un'ottima iconografia.
Insomma un album imperdibile, un vero e proprio viaggio all'inferno di una band sottovalutata che dopo un precedente scioglimento è tornata sulle scene alla grande.
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