LIVA - "Requiem"
(Full-lenght, Stoke Records, Ottobre 2002)
Voto: 3/10
Genere: Symphonic Metal
Line-up: Simon Roy-Boucher (basso), Catherine Elvira Chartier (soprano, violino), Pier Carlo Liva (voce, chitarra), Sébastien Breton (batteria)
Ecco che anche da noi arriva il debutto dei Liva, band canadese attiva da ormai dieci anni ed il cui cd in questione è risalente al 2002 ma che solo grazie (grazie?!) alla Harderbaran è distribuito anche in Europa.
Ora mi domando e dico, ma ne è valsa veramente la pena? Purtroppo direi di no, e descrivere la sofferenza da me provata all'ascolto dei 50 minuti scarsi del disco in questione è impresa piuttosto ardua.
E sì, perchè i Liva suonano quel tipo di musica tanto portato in auge dagli ultimi Therion o dai Nightwish, ossia quel classico "minestrone" fatto di heavy metal classico, gothic, vocalizzi pseudo-estremi qui e lì e soprattutto voce femminile soprano ed orchestrazioni continue e tremendamente orrende.
Ad un genere che già di suo non ha nulla da offrire, i Liva riescono però nel difficilissimo compito di rendere il tutto ancora più inascoltabile con una voce maschile incredibilmente brutta, testi in latino e incentrati su tematiche religioso-cristiane che fanno letteralmente cadere le braccia.
Eppure i primi due minuti dell'album mi avevano fatto pensare diversamente da quello che purtroppo avevo già fiutato solo nel vedere l'artwork. Dopo un'intro estremamente pallosa infatti parte una chitarra molto incisiva, ma dopo pochi secondi ecco partire la voce del singer Liva, incredibilmente rozza e sporca, mi ha riportato alla mente a livello stilistico quella dei primissimi Sentenced (in particolare periodo "Amok") anche se ovviamente in peggio. Dopo, ecco arrivare le classiche orchestrazioni e la voce soprano poco incisiva e che si limita a ripetere ritornelli improponibili.
Non c'è praticamente nemmeno un brano degno di nota, che riesca in qualche modo a innalzare leggermente il livello qualitativo dell'album; qui e lì per la serie di male in peggio anche il classico tocco alla Haggard-maniera capace di rendere sempre più insopportabile il lavoro.
Sulla bio compare la scritta "per amanti di Nightwish e Therion" ma io sinceramente non penso che questo album possa piacere a chiunque ragioni con la propria testa, insomma evitate assolutamente questo "Requiem" e ne guadagnerete in salute!
(Full-lenght, Stoke Records, Ottobre 2002)
Voto: 3/10
Genere: Symphonic Metal
Line-up: Simon Roy-Boucher (basso), Catherine Elvira Chartier (soprano, violino), Pier Carlo Liva (voce, chitarra), Sébastien Breton (batteria)
Ecco che anche da noi arriva il debutto dei Liva, band canadese attiva da ormai dieci anni ed il cui cd in questione è risalente al 2002 ma che solo grazie (grazie?!) alla Harderbaran è distribuito anche in Europa.
Ora mi domando e dico, ma ne è valsa veramente la pena? Purtroppo direi di no, e descrivere la sofferenza da me provata all'ascolto dei 50 minuti scarsi del disco in questione è impresa piuttosto ardua.
E sì, perchè i Liva suonano quel tipo di musica tanto portato in auge dagli ultimi Therion o dai Nightwish, ossia quel classico "minestrone" fatto di heavy metal classico, gothic, vocalizzi pseudo-estremi qui e lì e soprattutto voce femminile soprano ed orchestrazioni continue e tremendamente orrende.
Ad un genere che già di suo non ha nulla da offrire, i Liva riescono però nel difficilissimo compito di rendere il tutto ancora più inascoltabile con una voce maschile incredibilmente brutta, testi in latino e incentrati su tematiche religioso-cristiane che fanno letteralmente cadere le braccia.
Eppure i primi due minuti dell'album mi avevano fatto pensare diversamente da quello che purtroppo avevo già fiutato solo nel vedere l'artwork. Dopo un'intro estremamente pallosa infatti parte una chitarra molto incisiva, ma dopo pochi secondi ecco partire la voce del singer Liva, incredibilmente rozza e sporca, mi ha riportato alla mente a livello stilistico quella dei primissimi Sentenced (in particolare periodo "Amok") anche se ovviamente in peggio. Dopo, ecco arrivare le classiche orchestrazioni e la voce soprano poco incisiva e che si limita a ripetere ritornelli improponibili.
Non c'è praticamente nemmeno un brano degno di nota, che riesca in qualche modo a innalzare leggermente il livello qualitativo dell'album; qui e lì per la serie di male in peggio anche il classico tocco alla Haggard-maniera capace di rendere sempre più insopportabile il lavoro.
Sulla bio compare la scritta "per amanti di Nightwish e Therion" ma io sinceramente non penso che questo album possa piacere a chiunque ragioni con la propria testa, insomma evitate assolutamente questo "Requiem" e ne guadagnerete in salute!
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