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MANDRAGORA SCREAM - "Madhouse"

MANDRAGORA SCREAM - "Madhouse"
(Full-lenght, Lunatic Asylum, Giugno 2006)

Voto: 5/10

Genere: Gothic Metal

Line-up: Terry Horn (chitarra, tastiere, voce, programming), Morgan Lacroix (voce), Lena Drake (basso), Jack Lowell Halleyn (tastiere), Brian Lacroix (batteria)

I Mandragora Scream sono la classica band italiana molto brava a cavalcare l' onda del successo ed al solito ultra-pompata dalla stampa nazionale e non solo.

Giunta al terzo album e soprattutto ad un nuovo contratto discografico dopo il precedente deal con la Nuclear Blast, e forti del solito pacchiano appeal alla "Cradle of Filth-maniera", la band toscana con questo "Madhouse" non sposta di una virgola l'attenzione da quanto proposto con i precedenti lavori ed anzi va incontro decisamente ad un'ulteriore caduta di stile.
Una cinquantina di minuti di gothic metal con voce femminile tremendamente scontato, povero di contenuti, ed ulteriormente "limato" a livello di riffing rispetto ai predecessori, tanto che nella stragrande maggioranza dei brani sembra quasi fare da sottofondo al tappeto di tastiere e sintetizzatori che infestano i brani per l' intera durata del lavoro. Insomma pare piuttosto arduo con questo nuovo lavoro parlare propriamente di gothic-"metal" e se a ciò aggiungiamo i soliti sotterfugi atti a creare quell'atmosfera orrorifica tanto cara ai già citati Cradle of Filth (del resto basta guardare la copertina per accorgersene) gli inserti gregoriani e la struttura dei brani tremendamente semplice, vi lascio un'idea di cosa possa contenere questo "Madhouse".
Il concept di base poi, non fa altro che ricalcare i soliti stilemi concettuali propinati dalla new-gothic-generation narrando la storia di Vera, una giovane ragazza internata in un manicomio dopo aver passato un'adoloscenza difficile, che si taglia le vene e cade in un coma profondo da cui intraprenderà il solito trita-palle viaggio mistico-spirituale di cui narra l'album... Aldilà comunque del concept di per sè discutibile ma che lascio giudicare all'arbitrio di ognuno, posso tranquillamente dire che ascoltando l'album non mi sono accorto neppure che di concept si trattava, nel senso che tutti i brani mancano di quella progressione e soprattutto di quella continuità tra loro indispensabile per la buona riuscita di un lavoro simile.
Per tirare le conclusioni poi, ammetto chiaramente di non essere in grado di distinguere dal piattume generale, un brano più che un altro tutti purtroppo persi nei loro luoghi comuni; semmai si possono trovare brani "meno peggiori" come ad esempio "Dark Lantern", "Frozen Space" o "Ghost of Swan" dove perlomeno le tastiere riescono a creare delle melodie simpatiche (ma nulla più) decisamente troppo, troppo poco per anche avvicinare questo "Madhouse" alla sufficienza.

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