Passa ai contenuti principali

TRISTANIA - "Illumination"

TRISTANIA - "Illumination"
(Full-lenght, Steamhammer, Gennaio 2007)

Voto: 5/10

Genere: Gothic Metal

Line-up: Vibeke Stene (voce), Osten Bergoy (voce), Anders Hoyvk Hidle (chitarra), Svein Terje Solvang (chitarra), Rune Osterhus (basso), Einar Moen (tastiere, programming), Kenneth Olsson (batteria)

I Tristania sono - a mio modesto parere - la classica band morta e sepolta dopo la pubblicazione di un solo album, in questo caso "Widow's Weeds" (1998) capace di rendere emozionante un lavoro giocato su un'apparentemente banale contrapposizione tra growling vocals e sinuosi vocalizzi femminili.

La caratteristica principale di quell'album era senza ombra di dubbio la presenza di brani intricati, oscuri, che nella loro aura gotica e decadente davano vita ad un lavoro che tuttora considero una pietra miliare nel genere.
Poi ecco i dati di vendita salire, ecco la nuova moda del gothic metal con voce femminile soprattutto sulla scìa delle svolte di band già salite alla ribalta (Theatre of Tragedy su tutte) ed ecco l'adeguamento dei Tristania al già sviluppato trend, cosa che ha portato di album in album prima alla scomparsa del cantato in growl e successivamente ad un'improvvisa semplificazione della struttura dei brani tante volte visibilmente creati a tavolino per cercare di avvicinare quanta più gente possibile alla musica dei norvegesi.
"Illumination" così non fa altro che confermare la tendenza avviata dai precedenti "World of Glass" ed "Ashes" che hanno fatto sprofondare la band nel limbo del gothic più piatto e scontato.
Il difetto principale dell'album in questione è però, aldilà della musica che non presenta alcun progresso ne tantomeno alcuna regressione rispetto ai già citati predecessori, è la noia in cui ci si imbatte nell'ascolto dei 52 minuti di durata. È letteralmente impossibile non riuscire a sbadigliare già dopo i primi dieci minuti di ascolto causati anche dall'abbandono definitivo delle parti in growling (già piuttosto latitanti nell' ultimo lavoro), cosa che non fa altro che acuire il piattume generale dell'album che cerca di districarsi tra brani fortemente devoti alla melodia a tutti i costi come del resto testimoniano brani come "Sanguine Sky" o la conclusiva "Deadlands". Neppure la partecipazione di Vorph (Samael) in "The Ravens" riesce ad alzare il livello qualitativo dell' opera, suonata impeccabilmente, prodotta al meglio ma imbarazzantemente "preconfezionata".
Sotto un punto di vista vocale l'album con l' ingresso in formazione di Østen Bergøy è giocato sulla contrapposizione tra il cantato pulito di quest'ultimo e quello della singer Vibeke Stene al solito perfetta e tecnicamente ineccepibile, cosa tuttavia che contribuisce a maggior ragione a dilatare la musica dei norvegesi ed al tempo stesso a dilatare gli... attributi dell'ascoltatore!
Insomma, i Tristania sembrano ormai diventati una band compositivamente irrecuperabile e, sebbene le maggiori web-zines e magazines nazionali esalteranno o di fronte alla realtà dei fatti tenteranno in qualche modo di giustificare un tale lavoro spinti solo dal nome della band, seguite pure il mio consiglio e state alla larga da questo lavoro magari orientandovi (rimanendo sempre nell'ambito del genere) sul nuovo Therion decisamente meritevole.

Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i