NECRODEATH - "100% Hell"
(Full-lenght, Scarlet Records, Aprile 2006)
Voto: 7,5/10
Genere: Black/Thrash
Line-up: Flegias (voce), Andy (chitarra), John (basso), Peso (batteria)
Tornano sulle scene i nostrani Necrodeath in assoluto una delle bands seminali del thrash europeo grazie a lavori come "Into The Macabre" o "Fragments of Insanity" che rappresentavano sul finire degli anni '80 la perfetta risposta ai mostri sacri del genere.
I Necrodeath dunque tornano sulle scene, e lo fanno molto bene con il nuovo "100% Hell", album che rappresenta un ritorno verso sonorità più old-school che riesce così decisamente a riscattare le ultime due uscite discografiche decisamente fuori tono - parliamo di "Black As Pitch" (2001) e "Ton(e)s of Hate" (2003) - due album piuttosto interlocutori oltrechè resi confusi dall'accozzaglia di influenze più prettamente black che la band ligure intendeva apportare all'interno del proprio sound.
Influenze black che possono ancora evincersi sì, ma decisamente in misura minore rispetto ai suddetti lavori, a tutto vantaggio dell'aura tipicamente thrash-death che aveva caratterizzato fortemente i Necrodeath degli esordi.
Ecco così che si possono ascoltare brani talvolta semplici nella loro struttura ma tremendamente accattivanti che risultano certo meno complessi e proprio per questo diretti,basta ascoltare l'assalto frontale di "Forever Slaves" e "War Paint" tanto per capire, due brani che dopo una breve intro - "February 5th, 1984" che vede la partecipazione di Cronos - praticamente rappresentano l' entrata nel vivo dell'album.
Ma ovviamente i Necrodeath non si accontentano di tutto ciò, e dopo i due brani già menzionati spiazzano tutti con "Master Of Morphine" in assoluto il brano che ho apprezzato di più per la sua originalità, che parte con un arpeggio di chitarra seguito poi da ritmiche cadenzate e improvvise accelerazioni che mettono ancora più in risalto l' ottima prestazione vocale di Flegias.
Ma non finiscono certo qui le novità, e così i Necrodeath inseriscono nel loro lavoro anche elementi "sinfonici" e lo dico tra virgolette visto che le tastiere di "Identity Crisis" danno solo la giusta atmosfera sia chiaro, niente pacchianate alla Dimmu Borgir o giù di lì, ci mancherebbe.
Flegias & Co. si danno poi anche da fare con un brano complesso e articolato come la title-track che con i suoi nove minuti di durata chiude un album decisamente riuscito e capace di riportare in alto il nome dei Necrodeath, meno male perchè un altro passo falso sarebbe potuto essere fatale alla band che contrariamente alle previsioni di molti ha saputo riprendersi alla grande dopo i passi falsi precedenti.
(Full-lenght, Scarlet Records, Aprile 2006)
Voto: 7,5/10
Genere: Black/Thrash
Line-up: Flegias (voce), Andy (chitarra), John (basso), Peso (batteria)
Tornano sulle scene i nostrani Necrodeath in assoluto una delle bands seminali del thrash europeo grazie a lavori come "Into The Macabre" o "Fragments of Insanity" che rappresentavano sul finire degli anni '80 la perfetta risposta ai mostri sacri del genere.
I Necrodeath dunque tornano sulle scene, e lo fanno molto bene con il nuovo "100% Hell", album che rappresenta un ritorno verso sonorità più old-school che riesce così decisamente a riscattare le ultime due uscite discografiche decisamente fuori tono - parliamo di "Black As Pitch" (2001) e "Ton(e)s of Hate" (2003) - due album piuttosto interlocutori oltrechè resi confusi dall'accozzaglia di influenze più prettamente black che la band ligure intendeva apportare all'interno del proprio sound.
Influenze black che possono ancora evincersi sì, ma decisamente in misura minore rispetto ai suddetti lavori, a tutto vantaggio dell'aura tipicamente thrash-death che aveva caratterizzato fortemente i Necrodeath degli esordi.
Ecco così che si possono ascoltare brani talvolta semplici nella loro struttura ma tremendamente accattivanti che risultano certo meno complessi e proprio per questo diretti,basta ascoltare l'assalto frontale di "Forever Slaves" e "War Paint" tanto per capire, due brani che dopo una breve intro - "February 5th, 1984" che vede la partecipazione di Cronos - praticamente rappresentano l' entrata nel vivo dell'album.
Ma ovviamente i Necrodeath non si accontentano di tutto ciò, e dopo i due brani già menzionati spiazzano tutti con "Master Of Morphine" in assoluto il brano che ho apprezzato di più per la sua originalità, che parte con un arpeggio di chitarra seguito poi da ritmiche cadenzate e improvvise accelerazioni che mettono ancora più in risalto l' ottima prestazione vocale di Flegias.
Ma non finiscono certo qui le novità, e così i Necrodeath inseriscono nel loro lavoro anche elementi "sinfonici" e lo dico tra virgolette visto che le tastiere di "Identity Crisis" danno solo la giusta atmosfera sia chiaro, niente pacchianate alla Dimmu Borgir o giù di lì, ci mancherebbe.
Flegias & Co. si danno poi anche da fare con un brano complesso e articolato come la title-track che con i suoi nove minuti di durata chiude un album decisamente riuscito e capace di riportare in alto il nome dei Necrodeath, meno male perchè un altro passo falso sarebbe potuto essere fatale alla band che contrariamente alle previsioni di molti ha saputo riprendersi alla grande dopo i passi falsi precedenti.
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