FORGOTTEN SUNRISE - "Willand"
(Full-lenght, My Kingdom Music, Aprile 2007)
Voto: 8/10
Genere: Electro/Industrial
Line-up: Andrey Voinov (basso, chitarra), Anders Melts (voce, programming), Renno Suvaoja (chitarra)
Che cazzo suonano i Forgotten Sunrise? Probabilmente è quello che vi starete chiedendo leggendo l'apposita sezione "per fanatici di" - che molte volte odio :) - e magari dando un'occhiata alla line-up (occhio, solo i primi tre fanno parte di quella ufficiale, gli altri sono come guest).
Ebbene i Forgotten Sunrise suonano per la precisione tutto quello che avete la possibilità di leggere in quella zona, ed anche di più visto che oltre alle citate influenze, la musica del terzetto estone arriva ad esplorare anche sentieri più vicini a trip-hop, bordate metalliche ed industrialoidi e musica etnica! Un pastone sonoro che pur facendo perdere in omogeneità la proposta (si passa con troppa facilità da un genere all'altro nei 12 brani di questo "Willand") e tante volte ammicca a generi più "di consumo" come il gothic puro, non potrà passare certo inosservato.
I Forgotten Sunrise insomma sono musicisti prima che ancora band vista nel suo complesso, degno punto d'incontro tra My Dying Bride, Killing Joke, Cocteau Twins, Prodigy e Katatonia. Vi ho confuso? Scusate ma è così... potrà sembrare esagerato ma le bands citate non possono non rinvenirsi all'interno della musica del combo ben distribuiti tra le varie songs che presentano l' unico elemento comune in quell'aura estremamente oscura e pessimistica che mette ancor più in risalto come i F.S. siano maestri ad esprimere i propri sentimenti sia alle prese con pezzi techno/EBM, danzerecci, che in altri più standardizzati (che probabilmente proprio per la loro natura risultano i capitoli meno riusciti).
Il profondo senso di inquietudine e di oscurità di cui stavamo parlando precedentemente parte già dall'iniziale "Ropelove" (che segue "I" che rappresenta un'intro) e mostra subito le carte che hanno da giocarsi gli estoni attraverso una bordata in puro stile EBM che tra growling ed apici marcatamente techno, lascia inizialmente contraddetti (per i primissimi istanti) ma subito dopo è capace di catturare l'attenzione dell'ascoltatore senza concedergli possibilità di distrazione attraverso brani che passano per l' industrial, altri più metallari ("Hero-in-Gre:npiece"), altri ancora gotichoni (probabilmente unici punti deboli del lavoro) fino a concludere con "0" in cui i Forgotten Sunrise sembrano aver ben assimilato la lezione impartita dai migliori Hocico (quelli di "Signos de Aberracion" per intenderci).
Direte a questo punto, perchè allora 7,5 e non di più? Per due motivi contingenti: 1) la già citata presenza di brani meno convincenti e più "ruffiani" pur se di certo non disprezzabili; 2) l'arma a doppio taglio di suonare una musica simile che porta in sporadici casi (ma ripeto, sporadici) ad una caoticità forse troppo accentuata. Parliamo quindi di un grandissimo album e di una band che, attiva già dal 1992, solo negli ultimi anni sotto l' egida della My Kingdom inizia a mostrare tutto il proprio innato talento!
Nota a margine: sconsigliato a tutti i "tradizionalisti" ed i chiusi di mente...
Track-list:
01. I
02. Ropelove
03. Lo-Fi PPL in the Fade-Out World
04. Nextep Suicide
05. Dead Le Gends a Mong the Living
06. Prophylatic EUhtanAsia
07. Christ Your Name
08. Manyone
09. Very De:p Shortgut
10. Hero-in-Gre:npiece
11. The Ownle: Noise
12. O
(Full-lenght, My Kingdom Music, Aprile 2007)
Voto: 8/10
Genere: Electro/Industrial
Line-up: Andrey Voinov (basso, chitarra), Anders Melts (voce, programming), Renno Suvaoja (chitarra)
Che cazzo suonano i Forgotten Sunrise? Probabilmente è quello che vi starete chiedendo leggendo l'apposita sezione "per fanatici di" - che molte volte odio :) - e magari dando un'occhiata alla line-up (occhio, solo i primi tre fanno parte di quella ufficiale, gli altri sono come guest).
Ebbene i Forgotten Sunrise suonano per la precisione tutto quello che avete la possibilità di leggere in quella zona, ed anche di più visto che oltre alle citate influenze, la musica del terzetto estone arriva ad esplorare anche sentieri più vicini a trip-hop, bordate metalliche ed industrialoidi e musica etnica! Un pastone sonoro che pur facendo perdere in omogeneità la proposta (si passa con troppa facilità da un genere all'altro nei 12 brani di questo "Willand") e tante volte ammicca a generi più "di consumo" come il gothic puro, non potrà passare certo inosservato.
I Forgotten Sunrise insomma sono musicisti prima che ancora band vista nel suo complesso, degno punto d'incontro tra My Dying Bride, Killing Joke, Cocteau Twins, Prodigy e Katatonia. Vi ho confuso? Scusate ma è così... potrà sembrare esagerato ma le bands citate non possono non rinvenirsi all'interno della musica del combo ben distribuiti tra le varie songs che presentano l' unico elemento comune in quell'aura estremamente oscura e pessimistica che mette ancor più in risalto come i F.S. siano maestri ad esprimere i propri sentimenti sia alle prese con pezzi techno/EBM, danzerecci, che in altri più standardizzati (che probabilmente proprio per la loro natura risultano i capitoli meno riusciti).
Il profondo senso di inquietudine e di oscurità di cui stavamo parlando precedentemente parte già dall'iniziale "Ropelove" (che segue "I" che rappresenta un'intro) e mostra subito le carte che hanno da giocarsi gli estoni attraverso una bordata in puro stile EBM che tra growling ed apici marcatamente techno, lascia inizialmente contraddetti (per i primissimi istanti) ma subito dopo è capace di catturare l'attenzione dell'ascoltatore senza concedergli possibilità di distrazione attraverso brani che passano per l' industrial, altri più metallari ("Hero-in-Gre:npiece"), altri ancora gotichoni (probabilmente unici punti deboli del lavoro) fino a concludere con "0" in cui i Forgotten Sunrise sembrano aver ben assimilato la lezione impartita dai migliori Hocico (quelli di "Signos de Aberracion" per intenderci).
Direte a questo punto, perchè allora 7,5 e non di più? Per due motivi contingenti: 1) la già citata presenza di brani meno convincenti e più "ruffiani" pur se di certo non disprezzabili; 2) l'arma a doppio taglio di suonare una musica simile che porta in sporadici casi (ma ripeto, sporadici) ad una caoticità forse troppo accentuata. Parliamo quindi di un grandissimo album e di una band che, attiva già dal 1992, solo negli ultimi anni sotto l' egida della My Kingdom inizia a mostrare tutto il proprio innato talento!
Nota a margine: sconsigliato a tutti i "tradizionalisti" ed i chiusi di mente...
Track-list:
01. I
02. Ropelove
03. Lo-Fi PPL in the Fade-Out World
04. Nextep Suicide
05. Dead Le Gends a Mong the Living
06. Prophylatic EUhtanAsia
07. Christ Your Name
08. Manyone
09. Very De:p Shortgut
10. Hero-in-Gre:npiece
11. The Ownle: Noise
12. O
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