AFTER ALL - "This Violent Decline"
(Full-lenght, Dockyard 1 Records, Agosto 2006)
Voto: 5,5/10
Genere: Power/Thrash
Line-up: Cristophe Depree (chitarra), Dries Van Damme (chitarra), Kevin Strubbe (batteria), Erwin Casier (basso), Piet Focroul (voce)
Settimo album (???) per i belgi After All band della quale avevo sentito parlare solo un anno fa in occasione dell' uscita del loro ultimo lavoro.
Attivi praticamente da 14 anni a questa parte, la band non ha mai avuto modo di salire alla ribalta nonostante abbia annoverato nel corso degli anni numerose gigs in compagnia di gente del calibro di Armored Saint, Saxon, Metal Church, Exodus, Voivod, Paradise Lost e Therion tanto per fare qualche nome.
"The Violent Decline" è un dischetto di sano power/thrash dalle forti tinte heavy, fatto di riffs rocciosi e melodici il giusto in pieno stile Iced Earth senza però dimenticare la lezione impartita dai Nevermore aggiungendo così quel tocco più moderno che molto spesso sfiora il plagio a Dane e soci.
Valutare con precisione questo lavoro appare dunque impresa piuttosto difficile se si considera che l' originalità latita, ma al tempo stesso l' esecuzione tecnica è piuttosto elevata e non potrà che fare la gioia degli amanti del genere.
E proprio l' iniziale "Frozen Skin" mostra in pieno le caratteristiche appena descritte, caratterizzata com'è da un riffing roccioso ed un cantato che riporta proprio agli Iced Earth per impostazione ed esecuzione, caretteristiche sulle quali nulla si può eccepire a questo lavoro.
Abbiamo parlato delle vocals e del riffing, doveroso quindi dare anche il giusto risalto alla sezione ritmica in grado di mantenere sempre alta velocità ed impatto riuscendo anche a portare la band su ritmi più cadenzati ed oscuri, come ad esempio in "Blackest Moon" che rappresenta il capitolo migliore di questo "The Violent Decline".
Non basta tuttavia questo per regalare una sufficienza piena all'album che paga decisamente un tipo di sound troppo stereotipato che non regala praticamente nulla all'originalità.
Chi non dispone di soldini da spendere in maniera superficiale si orienti su un qualsiasi lavoro degli Iced Earth, altrimenti se siete temerari o più semplicemente estimatori di questo genere allora potreste anche dargli un'ascoltata.
(Full-lenght, Dockyard 1 Records, Agosto 2006)
Voto: 5,5/10
Genere: Power/Thrash
Line-up: Cristophe Depree (chitarra), Dries Van Damme (chitarra), Kevin Strubbe (batteria), Erwin Casier (basso), Piet Focroul (voce)
Settimo album (???) per i belgi After All band della quale avevo sentito parlare solo un anno fa in occasione dell' uscita del loro ultimo lavoro.
Attivi praticamente da 14 anni a questa parte, la band non ha mai avuto modo di salire alla ribalta nonostante abbia annoverato nel corso degli anni numerose gigs in compagnia di gente del calibro di Armored Saint, Saxon, Metal Church, Exodus, Voivod, Paradise Lost e Therion tanto per fare qualche nome.
"The Violent Decline" è un dischetto di sano power/thrash dalle forti tinte heavy, fatto di riffs rocciosi e melodici il giusto in pieno stile Iced Earth senza però dimenticare la lezione impartita dai Nevermore aggiungendo così quel tocco più moderno che molto spesso sfiora il plagio a Dane e soci.
Valutare con precisione questo lavoro appare dunque impresa piuttosto difficile se si considera che l' originalità latita, ma al tempo stesso l' esecuzione tecnica è piuttosto elevata e non potrà che fare la gioia degli amanti del genere.
E proprio l' iniziale "Frozen Skin" mostra in pieno le caratteristiche appena descritte, caratterizzata com'è da un riffing roccioso ed un cantato che riporta proprio agli Iced Earth per impostazione ed esecuzione, caretteristiche sulle quali nulla si può eccepire a questo lavoro.
Abbiamo parlato delle vocals e del riffing, doveroso quindi dare anche il giusto risalto alla sezione ritmica in grado di mantenere sempre alta velocità ed impatto riuscendo anche a portare la band su ritmi più cadenzati ed oscuri, come ad esempio in "Blackest Moon" che rappresenta il capitolo migliore di questo "The Violent Decline".
Non basta tuttavia questo per regalare una sufficienza piena all'album che paga decisamente un tipo di sound troppo stereotipato che non regala praticamente nulla all'originalità.
Chi non dispone di soldini da spendere in maniera superficiale si orienti su un qualsiasi lavoro degli Iced Earth, altrimenti se siete temerari o più semplicemente estimatori di questo genere allora potreste anche dargli un'ascoltata.
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