Passa ai contenuti principali

ANNIHILATOR - "Metal"

ANNIHILATOR - "Metal"
(Full-lenght, Steamhammer, Aprile 2007)

Voto: 7/10

Genere: Groove/Thrash

Line-up: Dave Padden (voce), Jeff Waters (chitarra, basso), Mike Mangini (batteria)


E venne anche il momento degli Annihilator... Eh sì, perchè la band di Waters torna sulle scene con un lavoro che, a dispetto della rara bruttezza dell'artwork e della banalità assoluta del titolo, riesce finalmente a riconsegnarci in forma una band storica le cui quotazioni erano tuttavia cadute letteralmente in basso dopo la pubblicazione di un album pessimo ("All for You") e di un'altro troppo ruffiano (l' ultimo "Schizo Deluxe").

Si sa che quando sei un nome di spicco all'interno della scena, anche solo un passo falso può accantonare tutto l' interesse nei tuoi confronti e di questo gli Annihilator hanno sicuramente tenuto conto. l' eterogeneità delle loro ultime proposte, partite con un'intenzione di evolvere il loro sound e non fossilizzarsi sugli stessi riffs degli esordi, se da una parte avevano messo in luce proprio l' onestà intellettuale della band, dall'altra erano sembrati tentativi piuttosto goffi e decisamente falliti. Per riprendere la fiducia persa si era dunque di fronte ad un bivio, e cioè tornare a suonare come ai tempi di "Criteria for a Black Widow", o proseguire verso quell' evoluzione intrapresa ben guardandosi però di ripetere gli errori precedentemente commessi? La band canadese opta per la seconda opzione e da così alle stampe questo "Metal" album capace di catapultare gli Annihilator nella dimensione attuale senza disdegnare di strizzare l' occhiolino a quanto fatto in passato.
La band del singer Dave Padden tanto per non sbagliare, si affida a collaborazioni di tutto rispetto tanto che ogni brano porta la "griffe" di un ospite d'eccezione con nomi storici della scena metal tutta che contribuiscono all' esecuzione dei 10 brani dell'album e cito tanto per fare qualche nome, Alexi Lahio, Angela Gossow, Danko Jones, Michael Amott e Jesper Stromblad.
Prima di passare alla descrizione del lavoro dico subito che "Metal" probabilmente potrà essere un pò indigesto a tutti i tradizionalisti più intransigenti, ma posso assicurare che la musica contenuta nei suoi 55 minuti di durata raggiunge un livello qualitativo ottimo capace di rinchiudere già nel dimenticatoio gli ultimi contraddittori capitoli.
Risulta difficile analizzare questo "Metal" come un disco vero e proprio viste le tante collaborazioni che lo avvicinano più ad un lavoro dai contenuti operistici che ad un full-lenght vero e proprio rendendo magari i brani troppo eterogenei tra di loro, ma poco importa quando ognuno di essi porta le proprie influenze all'interno di ogni singolo brano. A partire dall'opener "Clown Parade" con la collaborazione di Jeff Loomis (Nevermore) in cui tra thrash di stampo moderno ed un riffing dal chiaro sapore heavy-metal si capisce che questo "Metal" sarà una gran bella mazzata, a seguire arrivano brani estremamente interessanti quali "Couple Suicide" caratterizzato da un duetto vocale tra Danko Jones e Angela Gossow all'interno di un brano in tutto e per tutto metalcore in cui potenza e melodia si incrociano alla perfezione per proseguire con mazzate del calibro di "Downright Dominate" (con Alexi Laiho) o "Smothered" caratterizzata da un incedere più cadenzato.
Insomma un album che ripropone alla grande una band storica, che si spera possa ripartire da quest'ottimo lavoro per tornare a far parlare di sè. Non siete ancora convinti? E allora vi indico, di seguito, tutte le celebri guest-appareances di questo lavoro con relativi bands madri: Jeff Loomis (Sanctuary, Nevermore), Danko Jones (Danko Jones), Angela Gossow (Arch Enemy), Steve "Lips" Kudlow (Anvil), Alexi Laiho (Children of Bodom, Sinergy), Anders Björler (The Haunted, At the Gates, Terror), Michael Amott (Spiritual Beggars, Arch Enemy, Carcass), Jesper Strömblad (In Flames), Corey Beaulieu (Trivium), Jacob Lynam, Willie Adler (Lamb of God). Che dite può bastare?

Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch...

Intervista a LUCIO MANCA

Lucio Manca è uno splendido bassista e polistrumentista italiano che sta per tornare sul mercato con un nuovo album intitolato "Camaleontico". Abbiamo quindi deciso di intervistarlo per saperne di più su di lui, sulla sua musica e altre cose interessanti. A lui la parola. Buona lettura! 1 - Ciao e benvenuto! Cominciamo parlando in generale di "Camaleontico". Ciao ragazzi di THE SOUND OF PERSEVERANCE, grazie per lo spazio! "Camaleontico" è il mio quarto solo album che uscirà il 25 gennaio 2025. La mia musica si sposa con l’eccentricità e la vivacità che hanno sempre contraddistinto i Liquid Tension, Polyphia e Blotted Science; nell'album ci sono decisi richiami al progressive metal degli anni '80, virtuosismi e un’irriverente attitudine rock. Per la realizzazione mi sono avvalso della collaborazione di grandi musicisti e cari amici: Sergey Boykov alle tastiere, Gabriele D'Amico alla batteria, Eros Melis come guest negli assoli di chitarra. L...

VIOLENTOR "Burn in Metal" (Recensione)

Full-length, Folter Records (2024) Sesto album per questa truce realtà toscana. Ci sarebbero diversi discorsi da fare su attitudine, metal, brutalità, coerenza...Ma basta mettere nel lettore questo "Burn In Metal" per capire che è tutto qui dentro e che tanti discorsi potrebbero non essere fatti per chi familiarizza con l'old school, il metal estremo e tante altre cose che hanno reso il metal come un genere rivoluzionario tanti anni fa, e che oggi purtroppo viene snaturato della sua essenza più pericolosa grazie ad una omologazione sempre più accentuata e che tende verso una forma di metal profumata e politicamente troppo corretta. In questo album tutto questo viene distrutto. La rabbia della band si esprime in episodi primordiali e ricchi di blasfemia. Il Power-trio in questione suona come un mix tra il proto thrash, lo speed metal e vaghi retaggi punk-hardcore. Inutile qui citare Venom, Motorhead, Gehennah e altri, perchè se avete capito cosa ho scritto finora, non vi d...