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VEKTOR - "Outer Isolation"

VEKTOR - "Outer Isolation"
(Full-lenght, Heavy Artillery Records, Novembre 2011)

Voto: 9/10

Genere: Progressive Thrash

Line-up: David DiSanto (voce, chitarra), Erik Nelson (chitarra), Frank Chin (basso), Blake Anderson (batteria)


Arrivano dall’Arizona e con il qui presente Outer Isolation giungono al traguardo del secondo full.
Mi ero perso per strada il loro esordio, targato 2009, e guardando l’artwork del lavoro mi è balenato immediatamente alla mente un nome: Voivod!!!

Infilo il cd nel lettore e dopo pochi minuti rimango semplicemente estasiato…minchia questi Vektor!
La musica proposta dal combo statunitense pone le sue basi su un sound retrò ma sempre affascinante, riletto per l’occasione in chiave modernista e incredibilmente devastante. Stiamo parlando di un thrash metal ultratecnico che non ha paura di addentrarsi in territori psichedelici ed, in certi tratti, a generi che poco c’entrano con la proposta di base in primis il jazz. Una sorta di rilettura in chiave modernista di quanto fatto in passato dagli immensi Atheist e Coroner ma nulla che possa ricondurre direttamente al sound degli stessi, così come quando parlo di jazz, nulla che possa far pensare (sempre direttamente) a Cynic e compagnia varia.
Outer Isolation conta otto brani articolati ed intricatissimi, che partono dai dieci minuti complessivi dell’esaltante Cosmic Cortex fino alla title-track posta a chiusura di un viaggio che presenta mille sfaccettature di assoluto valore.
La velocità di esecuzione, la potenza e le vocals al vetriolo che non lasciano scampo all’ascoltatore, quasi al limite del black più ferale, sono alcuni dei punti di forza di questi Vektor.
La già citata Cosmic Cortex rappresenta a parere del sottoscritto il capitolo più interessante dell’intero lotto, una sorta di mini-suite aperta da un arpeggio sferzato da improvvise accelerazioni strumentali che fanno leva su passaggi di chitarra intricatissimi e su una sezione ritmica martellante, un ritornello centrale che sconfina nel death metal più puro per poi tornare su canoni "futuristici" alla maniera dei primi Voivod per poi continuare sulla scìa di uno strumentismo che esalta l’ascoltatore di turno chiudendo il brano in tutt’altra maniera.
Ma sarebbe quasi impossibile fare una descrizione del lavoro track-by-track, tanta è la varietà musicale e tante sono le caratteristiche peculiari di ciascuna singola song.
C’è la "death-oriented" Echoless Chamber a non lasciare un minuto di fiato all’ascoltatore, la "putrida" Dying World a rallentare i ritmi e puntare su un sound più marcio, ma ci sono anche le tecnicissime Tetrastructural Mind e Venus Project a ricordarci come gli Atheist siano ancora tra noi.
Sembra quasi incredibile che lavori come questo possano in un certo qual senso passare inosservati…sarà che non andranno di moda, sarà che la promozione è quella che è, ma perdersi un lavoro come questo Outer Isolation che considero uno dei capitoli più esaltanti dell’anno solare che va a terminare, rappresenterebbe un vero crimine.
Semplicemente esaltanti…e nel frattempo vado a recuperarmi il precedente Black Future

Track-list:

01. Cosmic Cortex
02. Echoless Chamber
03. Dying World
04. Tretrastructural Minds
05. Venus Project
06. Dark Creations, Dead Creators
07. Fast Paced Society
08. Outer Isolation

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