VOIVOD - "Infini"
(Full-lenght; Nuclear Blast, Giugno 2009)
Voto: 8/10
Genere: Progressive/Thrash
Line-up: Snake (voce), Piggy (chitarra), Jasonic (basso), Away (batteria)
Il canto del cigno, o meglio il gran finale nella carriera di una delle band più poliedriche, geniali, e fondamentali nella storia del metal.
Sono passati tre anni dall’ultimo full, quel “Katorz” che rappresentò un simbolico saluto al chitarrista Denis D’Amour i cui riff erano contenuti nell’album in questione uscito però quando il musicista canadese era già passato a miglior vita stroncato da un cancro un anno prima.
La sua fine è rappresentata anche quella dei Voivod stessi, motivo importantissimo e decisivo per porre fine all’attività di una band che senza il suo chitarrista fisso nonchè fratello di avventura ormai non aveva più senso di esistere. E pare anche questa un’argomentazione valida per lasciare la speranza ai fans di un colpo di coda futuro con un ripensamento che non pare assolutamente nelle corde dei nostri.
“Infini” non è un vero e proprio album, o meglio è una raccolta di pezzi inediti registrati proprio con D’Amour un vero e proprio tributo al membro fondatore della band.
Le tredici tracce che compongono questo “Infini” ci presentano il solito sound, folle, nervoso, per certi versi avanguardistico dei canadesi capace di prendere un genere, il thrash metal di per sè classico, convogliarvi al suo interno altre influenze ugualmente classiche pur riuscendo a rendere l’opera di un altro livello, fresca ed al tempo stesso originale all’ascolto.
Bastano i primi secondi della rabbiosa opener “God Phones” per rendersi conto di tutto ciò. Pezzi che viaggiano all’interno del thrash senza dimenticare la musa ispiratrice di sempre, il rock ‘n’ roll…
In più di un’occasione sembra di ascoltare i Motorhead incazzati all’eccesso, ma non mancano ancora influenze che variano tanto dallo stoner e l’alternative, quanto da un retrogusto quasi grunge che non guasta e rende fresca la proposta.
Il thrash metal che incontra le crisi esistenziali dei Nirvana come in “Earthache” che ragala un senso di disagio intuibile già dal titolo stesso o ancora la rabbia e la potenza di altri capitoli come “Destroy After Reading” e “Deathproof” sono la testimonianza fattiva che i canadesi ci hanno voluto lasciare nella maniera più degna possibile, chiudendo un capitolo che rimarrà indelebile e fondamentale nella storia del metal tutto.
Un ennesimo must assoluto insomma di una band forse da sempre troppo sottovalutata ma che di classe ne ha insegnata a palate, addio Voivod!!!
Track-list:
01. God Phones
02. From the Cave
03. Earthache
04. Global Warning
05. A Room with a V.U.
06. Destroy After Reading
07. Treasure Chase
08. Krap Radio
09. In Orbit
10. Deathproof
11. Pyramidome
12. Morpheus
13. Volcano
(Full-lenght; Nuclear Blast, Giugno 2009)
Voto: 8/10
Genere: Progressive/Thrash
Line-up: Snake (voce), Piggy (chitarra), Jasonic (basso), Away (batteria)
Il canto del cigno, o meglio il gran finale nella carriera di una delle band più poliedriche, geniali, e fondamentali nella storia del metal.
Sono passati tre anni dall’ultimo full, quel “Katorz” che rappresentò un simbolico saluto al chitarrista Denis D’Amour i cui riff erano contenuti nell’album in questione uscito però quando il musicista canadese era già passato a miglior vita stroncato da un cancro un anno prima.
La sua fine è rappresentata anche quella dei Voivod stessi, motivo importantissimo e decisivo per porre fine all’attività di una band che senza il suo chitarrista fisso nonchè fratello di avventura ormai non aveva più senso di esistere. E pare anche questa un’argomentazione valida per lasciare la speranza ai fans di un colpo di coda futuro con un ripensamento che non pare assolutamente nelle corde dei nostri.
“Infini” non è un vero e proprio album, o meglio è una raccolta di pezzi inediti registrati proprio con D’Amour un vero e proprio tributo al membro fondatore della band.
Le tredici tracce che compongono questo “Infini” ci presentano il solito sound, folle, nervoso, per certi versi avanguardistico dei canadesi capace di prendere un genere, il thrash metal di per sè classico, convogliarvi al suo interno altre influenze ugualmente classiche pur riuscendo a rendere l’opera di un altro livello, fresca ed al tempo stesso originale all’ascolto.
Bastano i primi secondi della rabbiosa opener “God Phones” per rendersi conto di tutto ciò. Pezzi che viaggiano all’interno del thrash senza dimenticare la musa ispiratrice di sempre, il rock ‘n’ roll…
In più di un’occasione sembra di ascoltare i Motorhead incazzati all’eccesso, ma non mancano ancora influenze che variano tanto dallo stoner e l’alternative, quanto da un retrogusto quasi grunge che non guasta e rende fresca la proposta.
Il thrash metal che incontra le crisi esistenziali dei Nirvana come in “Earthache” che ragala un senso di disagio intuibile già dal titolo stesso o ancora la rabbia e la potenza di altri capitoli come “Destroy After Reading” e “Deathproof” sono la testimonianza fattiva che i canadesi ci hanno voluto lasciare nella maniera più degna possibile, chiudendo un capitolo che rimarrà indelebile e fondamentale nella storia del metal tutto.
Un ennesimo must assoluto insomma di una band forse da sempre troppo sottovalutata ma che di classe ne ha insegnata a palate, addio Voivod!!!
Track-list:
01. God Phones
02. From the Cave
03. Earthache
04. Global Warning
05. A Room with a V.U.
06. Destroy After Reading
07. Treasure Chase
08. Krap Radio
09. In Orbit
10. Deathproof
11. Pyramidome
12. Morpheus
13. Volcano
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