DARK DOMINATION - "Let Satan Speak Through Our Lips"
(Full-lenght, Witchcraft Records, 2007)
Voto: 4,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Dethecrator (basso), Midgard (batteria), Halpas (chitarra), Lord Messir (voce, chitarra, tastiere)
Vero e proprio gruppo "culto", i Dark Domination arrivano dalla lontana Lettonia riesumati dalla Witchcraft Production che da alle stampe quest’album originariamente pubblicato nel 2005 sotto I.N.R.I. Records e qui riproposto in una nuova veste e arricchito (si fa per dire…) da una serie di intermezzi atmosferici ed una bonus track finale.
Andiamo subito al dunque: la proposta dei lettoni rappresenta quello che sommariamente possiamo definire "true black metal" nell’accezione più classica del genere; per cui assolutamente nessuna concessione a compromessi di alcuna sorta, riff freddi e velocissimi, tirati all’inverosimile, screaming alienato e zero rallentamenti con una drum-machine a sostenere i ritmi sostenuti.
Come lo fanno? Anche in questo caso, lo fanno in puro stile ‘classico’ per cui non potendo certo chiedere originalità e non essendo particolarmente dotati sotto un punto di vista strumentale e compositivo possiamo sommariamente dire che lo fanno in maniera normale, senza infamia e senza lode… un 6 pieno insomma per definire una proposta che può tranquillamente trovare spunti interessanti tra i patiti del genere.
Il voto di sopra allora? E qui arriviamo al punto della recensione ed in tal senso non posso che ricollegarmi a quanto indicato sopra. Ovvero il fatto che il lavoro sia riproposto in una nuova veste, nel senso che dalla prima all’ultima traccia tutte le song sono precedute dall’intermezzo atmosferico intitolato "666" e più adatto ad un album drone che a proposte simili. Non ci sarebbe nulla di male certo se l’intermezzo non fosse sempre lo stesso ripetuto in maniera ossessiva ed esso stesso non durasse la bellezza di quasi tre minuti!
Alla fine un album della durata di 59 minuti (pure troppi…) come l’originale si dilata in quasi 80 minuti di musica, quando non dovrebbe durarne neppure 40!!!
Pensate che sia una variabile da poco? Decisamente no, perchè aldilà della durata, questi intermezzi che probabilmente la band aveva intenzione di integrare al meglio in un’unico "simil-concept" legando i brani tra loro, non fa altro che anzi rendere maggiormente spezzettata la proposta, tanto che basterebbero poche songs seguendo questa struttura dell’album per far rinunciare all’ascolto, e non è neppure poi tanto comodo premere il tasto skip ogni qualvolta un pezzo volge al termine.
Capirete dunque che non si tratta certo di un elemento da poco, ma di una variabile davvero evitabile e che non fa altro che penalizzare il lavoro a livello di longevità specie perchè è andando avanti con l’ascolto che si possono trovare gli episodi migliori del lavoro com "Satan’s Worshipper", la bellissima title-track vero inno alla malvagità e la lunga e più articolata "Forest’s Secret".
Per il resto l’album ha ben poco da dire e non fa che inserirsi all’interno di quel filone black classico che probabilmente potrà dire qualcosa solo ai fans più sfegatati del genere.
Track-list:
01. 666
02. Hordes of the Godless
03. 666
04. Under the Emperor's Wings
05. 666
06. Satan's Worshipper
07. 666
08. Let Satan Speak Through Our Lips
09. 666
10. Against the Liar
11. 666
12. Forest's Secret
13. 666
14. Servants of the Black Art
15. 666
16. Gloria tibi, Lucifer!
17. Isanda Teenistuses
(Full-lenght, Witchcraft Records, 2007)
Voto: 4,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Dethecrator (basso), Midgard (batteria), Halpas (chitarra), Lord Messir (voce, chitarra, tastiere)
Vero e proprio gruppo "culto", i Dark Domination arrivano dalla lontana Lettonia riesumati dalla Witchcraft Production che da alle stampe quest’album originariamente pubblicato nel 2005 sotto I.N.R.I. Records e qui riproposto in una nuova veste e arricchito (si fa per dire…) da una serie di intermezzi atmosferici ed una bonus track finale.
Andiamo subito al dunque: la proposta dei lettoni rappresenta quello che sommariamente possiamo definire "true black metal" nell’accezione più classica del genere; per cui assolutamente nessuna concessione a compromessi di alcuna sorta, riff freddi e velocissimi, tirati all’inverosimile, screaming alienato e zero rallentamenti con una drum-machine a sostenere i ritmi sostenuti.
Come lo fanno? Anche in questo caso, lo fanno in puro stile ‘classico’ per cui non potendo certo chiedere originalità e non essendo particolarmente dotati sotto un punto di vista strumentale e compositivo possiamo sommariamente dire che lo fanno in maniera normale, senza infamia e senza lode… un 6 pieno insomma per definire una proposta che può tranquillamente trovare spunti interessanti tra i patiti del genere.
Il voto di sopra allora? E qui arriviamo al punto della recensione ed in tal senso non posso che ricollegarmi a quanto indicato sopra. Ovvero il fatto che il lavoro sia riproposto in una nuova veste, nel senso che dalla prima all’ultima traccia tutte le song sono precedute dall’intermezzo atmosferico intitolato "666" e più adatto ad un album drone che a proposte simili. Non ci sarebbe nulla di male certo se l’intermezzo non fosse sempre lo stesso ripetuto in maniera ossessiva ed esso stesso non durasse la bellezza di quasi tre minuti!
Alla fine un album della durata di 59 minuti (pure troppi…) come l’originale si dilata in quasi 80 minuti di musica, quando non dovrebbe durarne neppure 40!!!
Pensate che sia una variabile da poco? Decisamente no, perchè aldilà della durata, questi intermezzi che probabilmente la band aveva intenzione di integrare al meglio in un’unico "simil-concept" legando i brani tra loro, non fa altro che anzi rendere maggiormente spezzettata la proposta, tanto che basterebbero poche songs seguendo questa struttura dell’album per far rinunciare all’ascolto, e non è neppure poi tanto comodo premere il tasto skip ogni qualvolta un pezzo volge al termine.
Capirete dunque che non si tratta certo di un elemento da poco, ma di una variabile davvero evitabile e che non fa altro che penalizzare il lavoro a livello di longevità specie perchè è andando avanti con l’ascolto che si possono trovare gli episodi migliori del lavoro com "Satan’s Worshipper", la bellissima title-track vero inno alla malvagità e la lunga e più articolata "Forest’s Secret".
Per il resto l’album ha ben poco da dire e non fa che inserirsi all’interno di quel filone black classico che probabilmente potrà dire qualcosa solo ai fans più sfegatati del genere.
Track-list:
01. 666
02. Hordes of the Godless
03. 666
04. Under the Emperor's Wings
05. 666
06. Satan's Worshipper
07. 666
08. Let Satan Speak Through Our Lips
09. 666
10. Against the Liar
11. 666
12. Forest's Secret
13. 666
14. Servants of the Black Art
15. 666
16. Gloria tibi, Lucifer!
17. Isanda Teenistuses
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