CHAOS CORE - "Born in Silence"
(Full-lenght, Rising Works, Gennaio 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Melodic Death
Line-up: Matteo Giomi (basso), Alfeo Ginetti (batteria), Diego Gavazzi (chitarra), David Bonacchi (voce), Marco Ferro (chitarra)
Toscani di Pistoia i Chaos Core giungono con questo “Born in Silence” alla pubblicazione del primo lavoro sulla lunga distanza dopo una serie di demo e tanto sudore sparso sui palchi di mezza Italia dal 2002 ad oggi.
La musica che ci propone il quintetto nostrano pone le sue radici su un death metal melodico di quelli più classici; ovvi dunque i riferimenti di rito ai Dark Tranquillity che paiono rappresentare la principale influenza dei nostri che qui e lì tuttavia non disdegnano anche puntatine in territori più affini a Opeth (in particolare per le vocals) e Swallow the Sun per quell’aura più malinconica che ogni tanto ne viene fuori.
Viene da sè di conseguenza che non ci troviamo certamente di fronte ad un lavoro particolarmente originale, vero anche però che i Chaos Core fanno il loro con notevole onestà e creando anche alcune composizioni piuttosto piacevoli.
Basti ascoltare l’opener “Lust for Pain” per capire di fronte a che tipo di disco ci troviamo; il brano in oggetto rappresenta probabilmente quello che si avvicina di più al sound di Sundin e soci. La capacità di creare un brano accattivante riuscendo a pestare ma al tempo stesso senza risultare mielosi o senza dover ricorrere alle classiche tastiere di rito l’avvicinano molto a quelli che erano i DT periodo “The Gallery” dal quale i Chaos Core si distinguono per composizioni forse meno ferali e più ragionate rispetto agli svedesi di quei periodi.
Tra i brani più riusciti non possiamo non citare “Tormento” molto veloce e decisa ma è probabilmente con la conclusiva “Fog” che tocchiamo l’apice del lavoro con un brano molto malinconico che riporta quasi alla mente quelle atmosfere maggiormente ‘gotiche’ di cui avevo già parlato.
Ottima la perizia tecnica e compositiva, avvalorata da inserti di chitarre acustiche quì e lì che danno anche un certo senso di maggior “professionalità”.
Come debutto dunque davvero niente male, fermo restando che ai fini di una valutazione ancora più corretta aggiungete pure idealmente mezzo punto in più al voto di cui sopra.
Track-list:
01. Lust for Pain
02. Links
03. The Alchemist
04. Tormento
05. Cages of Bitter Words
06. Fifth Sun
07. Amon-Ra
08. Warning Picture
09. Destiny Machine
10. Fog
(Full-lenght, Rising Works, Gennaio 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Melodic Death
Line-up: Matteo Giomi (basso), Alfeo Ginetti (batteria), Diego Gavazzi (chitarra), David Bonacchi (voce), Marco Ferro (chitarra)
Toscani di Pistoia i Chaos Core giungono con questo “Born in Silence” alla pubblicazione del primo lavoro sulla lunga distanza dopo una serie di demo e tanto sudore sparso sui palchi di mezza Italia dal 2002 ad oggi.
La musica che ci propone il quintetto nostrano pone le sue radici su un death metal melodico di quelli più classici; ovvi dunque i riferimenti di rito ai Dark Tranquillity che paiono rappresentare la principale influenza dei nostri che qui e lì tuttavia non disdegnano anche puntatine in territori più affini a Opeth (in particolare per le vocals) e Swallow the Sun per quell’aura più malinconica che ogni tanto ne viene fuori.
Viene da sè di conseguenza che non ci troviamo certamente di fronte ad un lavoro particolarmente originale, vero anche però che i Chaos Core fanno il loro con notevole onestà e creando anche alcune composizioni piuttosto piacevoli.
Basti ascoltare l’opener “Lust for Pain” per capire di fronte a che tipo di disco ci troviamo; il brano in oggetto rappresenta probabilmente quello che si avvicina di più al sound di Sundin e soci. La capacità di creare un brano accattivante riuscendo a pestare ma al tempo stesso senza risultare mielosi o senza dover ricorrere alle classiche tastiere di rito l’avvicinano molto a quelli che erano i DT periodo “The Gallery” dal quale i Chaos Core si distinguono per composizioni forse meno ferali e più ragionate rispetto agli svedesi di quei periodi.
Tra i brani più riusciti non possiamo non citare “Tormento” molto veloce e decisa ma è probabilmente con la conclusiva “Fog” che tocchiamo l’apice del lavoro con un brano molto malinconico che riporta quasi alla mente quelle atmosfere maggiormente ‘gotiche’ di cui avevo già parlato.
Ottima la perizia tecnica e compositiva, avvalorata da inserti di chitarre acustiche quì e lì che danno anche un certo senso di maggior “professionalità”.
Come debutto dunque davvero niente male, fermo restando che ai fini di una valutazione ancora più corretta aggiungete pure idealmente mezzo punto in più al voto di cui sopra.
Track-list:
01. Lust for Pain
02. Links
03. The Alchemist
04. Tormento
05. Cages of Bitter Words
06. Fifth Sun
07. Amon-Ra
08. Warning Picture
09. Destiny Machine
10. Fog
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