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DEAFLOCK - "Reality of False Pasts"

DEAFLOCK - "Reality of False Pasts"
(Full-lenght, Kjms, Aprile 2008)

Voto: 4/10

Genere: Thrash Metal

Line-up: Jun-Ichi Hayakawa (chitarra), Koichiro Sugimoto (voce), Masaki Sumi (basso), Osamu Matsumoto (batteria)


E’ possibile sbagliare un cd per intero, dall’inizio alla fine? Una domanda che probabilmente mai mi ero posto fin d’ora, ma visto che su tutto c’è sempre una prima volta eccomi tra le mani il lavoro (unico finora) di tali giapponesi Deaflock.

Ora, che la terra nipponica storicamente non abbia molto a che spartire col genere qui proposto (thrash), su questo non c’è dubbio… All’ascolto di “Reality of False Parts” capiamo che fors’anche, è giusto che sia così!
Otto brani di una bruttezza inaudita, una serie di riff tanto essenziali quanto inutili che si ripetono in continuazione e sul cui sfondo si stagliano le vocals di tale Koichiro Sugimoto che si cimenta in uno screaming semplicemente penoso, più simile ad un lamento appena successivo ad un calcio nelle palle che ad una certa qual forma di “canto”.
Dal punto di vista stilistico, i Deaflock strizzano l’occhio alle sonorità più europee, Kreator e Sodom su tutti, puntando tutto sulla velocità di esecuzione e su una certa parvenza ‘cattiva’ che alla fine finisce per rendere ancora più ridicola la proposta.
I problemi principali? Già detto delle vocals, a cui aggiungiamo anche il dettaglio ancor più grave rappresentato dal fatto che lo screaming è diverso da brano a brano e con il passare dei minuti (sembra quasi che il problema sia l’incapacità di mantenere la stessa timbrica dopo un solo paio di minuti), possiamo andare tranquillamente avanti parlando dei seri problemi a livello compositivo (zero idee), l’assenza pressochè totale di assoli o cambi di ritmo di qualsiasi tipo, e soprattutto l’imbarazzante constatazione che dopo appena 30 secondi di ascolto di ogni singola track sia già stato detto tutto… il risultato? Semplice, che ogni singola canzone si trascina via in maniera quasi insopportabile, cercando con mille peripezie di riempire i 3-4 minuti di ordinaria durata (ma occhio che ci sono anche brani più lunghi, ahinoi…).
Devo continuare? Testi semplicemente infantili e basti del resto leggere tra i titoli dei brani roba come “Metal”, “Machine” o “Reborn”, un artwork a dir poco scandaloso (guardate e giudicate) e per finire ultima menzione dedicata ad un brano in particolare, quel “Black Fog” che chiude il lavoro stesso. 9 minuti (!!!) di durata in cui i giapponesi provano a comporre un brano che inizia con un arpeggio e cantato pulito per poi accelerare improvvisamente. Bene, il problema principale è rappresentato dal fatto che risulta talmente forzata la cosa da far sembrare la track, come un collage di tre brani totalmente diversi tra loro ognuno dei quali di infima qualità.
Il giudizio finale non può così che essere quello impietoso di cui sopra, “Reality of False Parts” è assolutamente un lavoro da evitare come la peste anche per i patiti di certe sonorità!!!

Track-list:

01. Disaffear
02. Shock
03. Metal
04. Machine
05. Survival
06. Reborn
07. Simmer
08. Black Fog

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