KORZUS - "Discipline of Hate"
(Full-lenght, AFM Records, Maggio 2010)
Voto: 7/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Dick Siebert (basso), Rodrigo Oliveira (batteria), Antonio Araujo (chitarra), Heros Trench (chitarra), Marcello Pompeu (voce)
Gran bel lavoro per i brasiliani Korzus, una delle bands più lungimiranti del fiorente movimento thrash metal brasiliano.
Nati nel 1983 e saliti alla ribalta a cavallo tra fine anni ’80-inizio ’90, "Discipline of Hate" arriva a sei anni dal predecessore e rappresenta il quinto full della band da sempre vissuta sotto l’ombra dei mostri sacri.
Quello che ci propone il quintetto carioca è un thrash metal velocissimo e d’impatto che partendo da indubbie influenze Slayer-iane a differenza del passato ha il grande merito di convogliare al suo interno anche influenze più moderniste tanto che riferimenti più o meno marcati ai Pantera qua e là non mancano.
L’album in questione si trascina così tra una quarantina di minuti di musica che, per quanto poco originale, non farà che accontentare i fans di certi tipi di sonorità; doppia cassa a manetta, riffing tagliente e spietato con la chitarra ritmica di Antonio Araujo (già con i conterranei e consigliatissimi Chaosphere) sugli scudi, al tutto aggiungendo le vocals di Marcello Pompeu abili nel riuscire a creare un compromesso perfetto tra screaming ed alta espressività.
Brani come la title-track, la successiva "Truth", "My Enemy" o "Slaver" sono dei veri e propri speed-thrash anthem… ritmiche forsennate, chitarre pesanti il giusto, poco spazio ad assoli o tecnicismi di sorta; al tutto vanno aggiunte interessanti digressioni verso brani per certi versi più ragionati e dalle ritmiche meno sostenute ("2012", "Last Memories") oltre che un certo gusto per quell’aspetto più moderno già precedentemente citato; in tal senso, la catchy "Raise your Soul" rappresenta un bel concentrato in grado di convogliare anche elementi più comuni al thrash più granitico e molto "groove" delle nuove leve quali Lamb of God e via dicendo.
Una certa voglia di addentrarsi in questi profili confermata anche dalla bonus track europea (i brasiliani ne hanno aggiunta una rispettivamente per le proprie uscite in Brasile, USA, Giappone e, per l’appunto, Europa) "We Are Just the Same" in cui i nostri si avvalgono della partecipazione di Zoltan Fartas degli Ektomorf.
Per cui amanti del thrash metal un buon motivo per conoscere magari una band nuova, che nel suo piccolo rappresenta un piccolo pezzo di storia nella scena metal brasiliana.
Un album onesto ed incontaminato che presenta pochissimi elementi negativi e che non potrà che far la gioia degli amanti di certe sonorità sia di vecchio che di nuovo corso.
(Full-lenght, AFM Records, Maggio 2010)
Voto: 7/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Dick Siebert (basso), Rodrigo Oliveira (batteria), Antonio Araujo (chitarra), Heros Trench (chitarra), Marcello Pompeu (voce)
Gran bel lavoro per i brasiliani Korzus, una delle bands più lungimiranti del fiorente movimento thrash metal brasiliano.
Nati nel 1983 e saliti alla ribalta a cavallo tra fine anni ’80-inizio ’90, "Discipline of Hate" arriva a sei anni dal predecessore e rappresenta il quinto full della band da sempre vissuta sotto l’ombra dei mostri sacri.
Quello che ci propone il quintetto carioca è un thrash metal velocissimo e d’impatto che partendo da indubbie influenze Slayer-iane a differenza del passato ha il grande merito di convogliare al suo interno anche influenze più moderniste tanto che riferimenti più o meno marcati ai Pantera qua e là non mancano.
L’album in questione si trascina così tra una quarantina di minuti di musica che, per quanto poco originale, non farà che accontentare i fans di certi tipi di sonorità; doppia cassa a manetta, riffing tagliente e spietato con la chitarra ritmica di Antonio Araujo (già con i conterranei e consigliatissimi Chaosphere) sugli scudi, al tutto aggiungendo le vocals di Marcello Pompeu abili nel riuscire a creare un compromesso perfetto tra screaming ed alta espressività.
Brani come la title-track, la successiva "Truth", "My Enemy" o "Slaver" sono dei veri e propri speed-thrash anthem… ritmiche forsennate, chitarre pesanti il giusto, poco spazio ad assoli o tecnicismi di sorta; al tutto vanno aggiunte interessanti digressioni verso brani per certi versi più ragionati e dalle ritmiche meno sostenute ("2012", "Last Memories") oltre che un certo gusto per quell’aspetto più moderno già precedentemente citato; in tal senso, la catchy "Raise your Soul" rappresenta un bel concentrato in grado di convogliare anche elementi più comuni al thrash più granitico e molto "groove" delle nuove leve quali Lamb of God e via dicendo.
Una certa voglia di addentrarsi in questi profili confermata anche dalla bonus track europea (i brasiliani ne hanno aggiunta una rispettivamente per le proprie uscite in Brasile, USA, Giappone e, per l’appunto, Europa) "We Are Just the Same" in cui i nostri si avvalgono della partecipazione di Zoltan Fartas degli Ektomorf.
Per cui amanti del thrash metal un buon motivo per conoscere magari una band nuova, che nel suo piccolo rappresenta un piccolo pezzo di storia nella scena metal brasiliana.
Un album onesto ed incontaminato che presenta pochissimi elementi negativi e che non potrà che far la gioia degli amanti di certe sonorità sia di vecchio che di nuovo corso.
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