FFERYLLT - "Dance of Druids"
(Full-lenght, Stygian Crypt, Febbraio 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Folk Metal
Line-up: D.Eliseev (tastiere, drum machine, chittarra acustica, bohdran, arpa), Alexey Godlevsky (chitarra), Alexander Lebedev (basso), Andrey Awdik (chitarra), Ragnar (voce), Astrid (voc femminile)
Disco d’esordio per i Fferyllt band russa giunta sotto Stygian Crypt al traguardo del primo full in studio dopo una demo, "A Celtic Tale" targata 2006.
Da classico lavoro "made in Stygian", la band russa è dedita ad un folk metal piuttosto classico e pomposo, che pone l’accento maggiormente sugli elementi melodici che su sporadiche ripartenze più estreme con inserti di vocals in growling a dire il vero non proprio convincenti.
Quello che però distingue i Fferyllt dal resto della concorrenza, è sicuramente il buon gusto nel creare brani che per quanto magniloquenti e strumentalmente sovraccarichi riescono nel non facile obiettivo di non risultare pacchiani e fini a sè stessi.
Al tutto aggiungiamo una particolare attenzione a sonorità "celtiche" riuscendo così anche a crearsi una propria nicchia di fianco a tante – troppe – bands del genere ispirate da Odino e dalle leggende nordiche.
Da un punto di vista prettamente musicale dunque, i Fferyllt puntano tutto su una serie di arrangiamenti complessi, che raramente si discostano dal carattere celtico della proposta arricchito anche da strumentazioni tipiche come il bodhran, ed avvalendosi su un cantato femminile predominante che varia grazie alla poliedricità vocale dell’ottima singer Astrid capace di sfoggiare tanto un soprano d’alta scuola quanto in diversi altri momenti una classica timbrica "folkish" e sguaiata, che mette in mostra la capacità della band di riproporre al meglio le atmosfere cercate.
Certo non è che tutti i brani siano riusciti al meglio, e dopo un’intro "A Celtic Tale" in cui sono le cornamuse ad introdurre il lavoro, la successiva "Night of the Woodgod" a dire il vero non pare particolarmente entusiasmante, dove le vocals femminili sono troppo pompose ed inserite in maniera snervante all’interno della song.
Eppure, già dalla successiva "Following Skadi" le cose cambiano per il meglio, e la band russa imboccata la strada giusta prosegue senza troppi cali di tono e soprattutto dando vita ad una serie di brani interessanti e piuttosto vari al loro interno.
"Dance of Druids" brano da cui il lavoro prende il nome ne è un primo esempio lampante, una ballata celtica godibilissima in cui sale in cattedra proprio la voce di Astrid ma più in generale un’ottima costruzione della song che si configura come una delle migliori dell’intero lavoro.
Certo, gli inserti di growling sono decisamente stucchevoli, e probabilmente (anzi sicuramente) c’entrano ben poco col resto del lavoro, ma sembra quasi che i nostri ce l’abbiano voluti inserire per partito preso, tanto per non allontanarsi troppo dal loro concetto più "estremo" della proposta.
Fortunatamente l’inserto di queste vocals è sporadico, e non inficia più di tanto la qualità di un lavoro più che dignitoso chiuso da interessanti versioni di "LAI LAI HEI" (cover degli Ensiferum) e "Inis Mona" (Eluveitie).
Un album discreto dunque, che porta una ventata d’aria fresca all’interno di un genere che di fresco ha ben poco. Promossi.
Track-list:
01. A Celtic Tale
02. The Night of the Forest God
03. Following Skadi
04. Dance of Druids
05. Autumn's Gold
06. Warriors of Ireland
07. Yule
08. Winds of Trondheimsfjorden
09. Gjallahorn
10. LAI LAI HEI (Ensiferum cover)
11. Inis Mona (Eluveitie cover)
(Full-lenght, Stygian Crypt, Febbraio 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Folk Metal
Line-up: D.Eliseev (tastiere, drum machine, chittarra acustica, bohdran, arpa), Alexey Godlevsky (chitarra), Alexander Lebedev (basso), Andrey Awdik (chitarra), Ragnar (voce), Astrid (voc femminile)
Disco d’esordio per i Fferyllt band russa giunta sotto Stygian Crypt al traguardo del primo full in studio dopo una demo, "A Celtic Tale" targata 2006.
Da classico lavoro "made in Stygian", la band russa è dedita ad un folk metal piuttosto classico e pomposo, che pone l’accento maggiormente sugli elementi melodici che su sporadiche ripartenze più estreme con inserti di vocals in growling a dire il vero non proprio convincenti.
Quello che però distingue i Fferyllt dal resto della concorrenza, è sicuramente il buon gusto nel creare brani che per quanto magniloquenti e strumentalmente sovraccarichi riescono nel non facile obiettivo di non risultare pacchiani e fini a sè stessi.
Al tutto aggiungiamo una particolare attenzione a sonorità "celtiche" riuscendo così anche a crearsi una propria nicchia di fianco a tante – troppe – bands del genere ispirate da Odino e dalle leggende nordiche.
Da un punto di vista prettamente musicale dunque, i Fferyllt puntano tutto su una serie di arrangiamenti complessi, che raramente si discostano dal carattere celtico della proposta arricchito anche da strumentazioni tipiche come il bodhran, ed avvalendosi su un cantato femminile predominante che varia grazie alla poliedricità vocale dell’ottima singer Astrid capace di sfoggiare tanto un soprano d’alta scuola quanto in diversi altri momenti una classica timbrica "folkish" e sguaiata, che mette in mostra la capacità della band di riproporre al meglio le atmosfere cercate.
Certo non è che tutti i brani siano riusciti al meglio, e dopo un’intro "A Celtic Tale" in cui sono le cornamuse ad introdurre il lavoro, la successiva "Night of the Woodgod" a dire il vero non pare particolarmente entusiasmante, dove le vocals femminili sono troppo pompose ed inserite in maniera snervante all’interno della song.
Eppure, già dalla successiva "Following Skadi" le cose cambiano per il meglio, e la band russa imboccata la strada giusta prosegue senza troppi cali di tono e soprattutto dando vita ad una serie di brani interessanti e piuttosto vari al loro interno.
"Dance of Druids" brano da cui il lavoro prende il nome ne è un primo esempio lampante, una ballata celtica godibilissima in cui sale in cattedra proprio la voce di Astrid ma più in generale un’ottima costruzione della song che si configura come una delle migliori dell’intero lavoro.
Certo, gli inserti di growling sono decisamente stucchevoli, e probabilmente (anzi sicuramente) c’entrano ben poco col resto del lavoro, ma sembra quasi che i nostri ce l’abbiano voluti inserire per partito preso, tanto per non allontanarsi troppo dal loro concetto più "estremo" della proposta.
Fortunatamente l’inserto di queste vocals è sporadico, e non inficia più di tanto la qualità di un lavoro più che dignitoso chiuso da interessanti versioni di "LAI LAI HEI" (cover degli Ensiferum) e "Inis Mona" (Eluveitie).
Un album discreto dunque, che porta una ventata d’aria fresca all’interno di un genere che di fresco ha ben poco. Promossi.
Track-list:
01. A Celtic Tale
02. The Night of the Forest God
03. Following Skadi
04. Dance of Druids
05. Autumn's Gold
06. Warriors of Ireland
07. Yule
08. Winds of Trondheimsfjorden
09. Gjallahorn
10. LAI LAI HEI (Ensiferum cover)
11. Inis Mona (Eluveitie cover)
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