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CANDLEMASS - "Ashes to Ashes"

CANDLEMASS - "Ashes to Ashes"
(Live, Nuclear Blast, Aprile 2010)

Voto: 6,5/10

Genere: Doom/Heavy Metal

Line-up: Robert Lowe (voce), Mats Bjorkman (chitarra), Lars Johansson (chitara), Leif Edling (basso), Jan Lindh (batteria)


Live celebrativo anche per i "masters of doom" per eccellenza Candlemass, il primo on stage con il nuovo e magniloquente singer Robert Lowe già in passato con i Solitude Aeternus.

Dieci tracce registrate on the road (davanti a pochi intimi, c’è da dire, a giudicare dalle voci del pubblico) che tendono ad abbracciare oltre ai soliti noti classici estratti dai primi due masterpiece degli svedesi ("Epicus Doomicus Metallicus" del 1986 e "Nightfall" del 1987), soprattutto brani più recenti della discografia della band composti proprio con Lowe dietro al microfono, un singer incredibilmente dotato (a mio parere più dello ‘storico’ Messiah Marcolin) dalla timbrica per certi versi molto vicina allo stile musicale del compianto Ronnie James Dio (R.I.P.).
Il risultato rappresenta così il classico prodotto rigorosamente ‘only for fans’ quasi un riempitivo dopo quel "Death Magic Doom" che tanto mi aveva impressionato e che tanto Lowe tra un brano e l’altro si sforza di pubblicizzare invitando lo sparuto pubblico presente all’acquisto.
Certo che versioni godibili di diversi brani ce ne sono, specie laddove Lowe riesce a dare ampio spazio alla propria interpretazione.
Semplicemente perfetto nei brani di Marcolin come testimoniato dalle classicissime "Dark are the Veils of Death" o nella stupenda "Samarithan" meno – decisamente meno – nei pezzi dello storico debutto, nel dettaglio "A Sorcerer’s Pledge" e l’inno "Solitude" che mostrano ancor di più come a suo tempo Lanquist forgiò qualcosa di quasi irripetibile.
Per il resto ben poco da segnalare se non che i brani dell’ultimo lavoro sembrano creati appositamente per le esibizioni live; "If I Ever Die" col suo rock n roll oscuro è una gemma fantastica, così come la cadenzata "The Bleeding Baroness" esalta al meglio un Lowe scatenato che conclude il live in questione con la cover della celebre "Kill the King" dei Rainbow, in cui la sua formazione tipicamente heavy metal raggiunge vette strabilianti nel suo riuscire quasi pressochè ad imitare l’ugola del leggendario Ronnie.
Un’ uscita che passerà tuttavia inosservata, a meno che non si punti sul digipack in versione limitata in cui i Candlemass sono immortalati anche in video, ma se non siete fans sfegatati dei danesi non vi consiglio certo l’acquisto.

Track-list:

01. Dark Are the Vils of Death
02. Samarithan
03. If I Ever Die
04. Hammer of Doom
05. At the Gallows End
06. Emperor of the Void
07. The Bleeding Baroness
08. A Sorcerers Pledge
09. Solitude
10. Kill the King (Rainbow cover)


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