LEAVES' EYES - "Njord"
(Full-lenght, Napalm Records, Agosto 2009)
Voto: 5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Liv Kristine (voce), Alexander Krull (voce, tastiere, programming), Thorsten Bauer (chitarra, basso), Mathias Roderer (chitarra), Seven Antonopoulos (batteria)
Quarto capitolo della saga Leaves’ Eyes la nota band nata da una costola degli Atrocity con l’aggiunta della divina Liv Kristine storica front-man dei Theatre of Tragedy alla voce.
“Njord” non sposta di una virgola quelle che sono le coordinate di una delle band più “artificiali” della storia del metal, forse aggiungendo come unica variabile la spinta verso un modo di suonare più alternative, arrivando addirittura a strizzare l’occhiolino verso altri lidi più mainstream (Evanescence? Lacuna Coil?).
Per il resto nulla di nuovo al sole, gothic estremamente tronfio e sinfonico guidato dalla sempre celestiale voce di Kristine intervallata da alcuni inserti di growling del crucco Alexander Krull.
Se dovessi valutare l’album da un punto di vista stilistico, “Njord” sarebbe promosso senza ombra di dubbio a pieni voti. Una produzione semplicemente cristallina, brani creati ad arte per entrare nella testa dell’ascoltatore e soprattutto la prestazione vocale di Liv Kristine che dimostra di essere ancora una volta una spanna su tutte le altre per la sua capacità di “interpretatività” rispetto alla monocorde concorrenza, malgrado ciò che si dica – o meglio quello che dicano – i delusi dall’abbandono della sua band madre.
Fin qui tutto ok, allora perchè il voto di cui sopra? Perchè come ho tenuto a sottolineare in avvio, il sottoscritto considera i Leaves’Eyes una band troppo “artificiale”, fredda, che si limita a svolgere il proprio compitino esclusivamente ricalcando quanto fatto in passato dalle band in questione, o meglio dalla band visto che sembra ampiamente di sentire una versione degli Atrocity con voce femminile.
I brani, pur variando, rimangono nel campo dell’anonimato più totale in quanto a capacità compositive sia che si parli dei pezzi più sinfonici come la title-track, sia che si prema più verso il campo dell’alternative come in “My Destiny” segno tangibile di un riff centrale più vicino agli Evanescence che al gothic più classico.
Momenti più interessanti come “Take the Devil in Me” probabilmente l’unico brano in cui Krull riesce a duettare decentemente con Liv, o la cover di “Scarborough Fair” uno dei classici di Simon & Garfunkel non mancano ma a mio parere non bastano a promuovere l’album.
Ovviamente il voto di cui sopra va preso con le molle, nel senso che gli amanti di certe sonorità non potranno che adorare il lavoro in questione e probabilmente mi malediranno anche ma ripeto, a mio giudizio, la musica non è questa.
Track-list:
01. Njord
02. My Destiny
03. Emerald Island
04. Take the Devil in Me
05. Scarborough Fair (Simon & Garfunkel cover)
06. Through Our Veins
07. Irish Rain
08. Northbound
09. Ragnarok
10. Morgenland
11. The Holy Bond
12. Froya's Theme
(Full-lenght, Napalm Records, Agosto 2009)
Voto: 5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Liv Kristine (voce), Alexander Krull (voce, tastiere, programming), Thorsten Bauer (chitarra, basso), Mathias Roderer (chitarra), Seven Antonopoulos (batteria)
Quarto capitolo della saga Leaves’ Eyes la nota band nata da una costola degli Atrocity con l’aggiunta della divina Liv Kristine storica front-man dei Theatre of Tragedy alla voce.
“Njord” non sposta di una virgola quelle che sono le coordinate di una delle band più “artificiali” della storia del metal, forse aggiungendo come unica variabile la spinta verso un modo di suonare più alternative, arrivando addirittura a strizzare l’occhiolino verso altri lidi più mainstream (Evanescence? Lacuna Coil?).
Per il resto nulla di nuovo al sole, gothic estremamente tronfio e sinfonico guidato dalla sempre celestiale voce di Kristine intervallata da alcuni inserti di growling del crucco Alexander Krull.
Se dovessi valutare l’album da un punto di vista stilistico, “Njord” sarebbe promosso senza ombra di dubbio a pieni voti. Una produzione semplicemente cristallina, brani creati ad arte per entrare nella testa dell’ascoltatore e soprattutto la prestazione vocale di Liv Kristine che dimostra di essere ancora una volta una spanna su tutte le altre per la sua capacità di “interpretatività” rispetto alla monocorde concorrenza, malgrado ciò che si dica – o meglio quello che dicano – i delusi dall’abbandono della sua band madre.
Fin qui tutto ok, allora perchè il voto di cui sopra? Perchè come ho tenuto a sottolineare in avvio, il sottoscritto considera i Leaves’Eyes una band troppo “artificiale”, fredda, che si limita a svolgere il proprio compitino esclusivamente ricalcando quanto fatto in passato dalle band in questione, o meglio dalla band visto che sembra ampiamente di sentire una versione degli Atrocity con voce femminile.
I brani, pur variando, rimangono nel campo dell’anonimato più totale in quanto a capacità compositive sia che si parli dei pezzi più sinfonici come la title-track, sia che si prema più verso il campo dell’alternative come in “My Destiny” segno tangibile di un riff centrale più vicino agli Evanescence che al gothic più classico.
Momenti più interessanti come “Take the Devil in Me” probabilmente l’unico brano in cui Krull riesce a duettare decentemente con Liv, o la cover di “Scarborough Fair” uno dei classici di Simon & Garfunkel non mancano ma a mio parere non bastano a promuovere l’album.
Ovviamente il voto di cui sopra va preso con le molle, nel senso che gli amanti di certe sonorità non potranno che adorare il lavoro in questione e probabilmente mi malediranno anche ma ripeto, a mio giudizio, la musica non è questa.
Track-list:
01. Njord
02. My Destiny
03. Emerald Island
04. Take the Devil in Me
05. Scarborough Fair (Simon & Garfunkel cover)
06. Through Our Veins
07. Irish Rain
08. Northbound
09. Ragnarok
10. Morgenland
11. The Holy Bond
12. Froya's Theme
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