WALL OF SLEEP - "When Mountains Roar"
(Full-lenght, Nail Records, 2010)
Voto: 4/10
Genere: Doom/Stoner
Line-up: Barnabas Preidl (basso), Szabolcs Szolcsanyi (batteria), Balasz Kemencei (chitarra), Sandor Fuleki (chitarra), Csaba Cselenyi (voce)
Arrivano dall’Ungheria questi Wall Of Sleep, nazione che ultimamente ha tirato fuori non poche piacevoli sorprese in ambito stoner con particolare riferimento agli spettacolari Stereochrist.
E proprio all’interno di questo contesto che questa band mi si presentava all’ascolto ma, sinceramente, più che di stoner (termine che vorrebbe indicare una visione un po più "avanguardistica" del classico rock) possiamo semplicemente parlare di un hard rock classico sulla scia dei più celebri Spiritual Beggars.
E non solo, non sono riuscito a trovare quasi nulla di buono e azzeccato all’interno di questo When Mountains Roar se non il monicker della band che se non altro evocava altri tipi di sound.
Nulla di tutto questo… non sono bastati al combo ungherese i tre full precedenti per forgiare un sound proprio, tanto che il riferimento alla summenzionata band di Amott e soci è d’obbligo e si trascina per l’intera durata dell’album senza peraltro riuscire a toccare accettabili apici compositivi.
Musica terribilmente e noiosamente ordinaria, brani che tante volte sconfinano nel rock più "radiofonico" e che non osano mai di un centimetro, sempre ruffiani e più attenti a non deragliare dai binari del piatto e del melodico.
In questo contesto l’album in questione non può che subire una stroncatura evidente, visto che sinceramente di lavori di questo tipo ne abbiamo piene le tasche.
Difficile arrivare fino in fondo all’ascolto di un disco che sembra quasi non terminare mai malgrado i quarantadue minuti di durata.
E se ascoltando l’inizia Hungry Spirits magari provi a convincerti che si tratti solo di un brano e che successivamente la qualità generale del lavoro si alzi, proseguendo non potrai che rimanere deluso!
E dove sarebbe allora questo concetto stoner, o meglio ancora "doom" come in molti definiscono questi Wall Of Sleep???
Basta forse inserire qualche passaggio chitarristico più "oscuro" come in Receive the Pain o meglio ancora in Raven Avenue? A mio parere no, ed a quel punto o hai la classe per ovviare alla scarsa originalità con un songwriting all’altezza della situazione o altrimenti scadi nel ridicolo come purtroppo gli ungheresi fanno a lungo per l’intera durata del disco.
Un lavoro totalmente marginale insomma, da evitare a tutti i costi.
Track-list:
01. Hungry Spirits
02. Receive the Pain
03. Into the Light
04. Raven Avenue
05. Hell Sells
06. Bitter Smile
07. Trapped in Sorrow
08. Army of the Dead
(Full-lenght, Nail Records, 2010)
Voto: 4/10
Genere: Doom/Stoner
Line-up: Barnabas Preidl (basso), Szabolcs Szolcsanyi (batteria), Balasz Kemencei (chitarra), Sandor Fuleki (chitarra), Csaba Cselenyi (voce)
Arrivano dall’Ungheria questi Wall Of Sleep, nazione che ultimamente ha tirato fuori non poche piacevoli sorprese in ambito stoner con particolare riferimento agli spettacolari Stereochrist.
E proprio all’interno di questo contesto che questa band mi si presentava all’ascolto ma, sinceramente, più che di stoner (termine che vorrebbe indicare una visione un po più "avanguardistica" del classico rock) possiamo semplicemente parlare di un hard rock classico sulla scia dei più celebri Spiritual Beggars.
E non solo, non sono riuscito a trovare quasi nulla di buono e azzeccato all’interno di questo When Mountains Roar se non il monicker della band che se non altro evocava altri tipi di sound.
Nulla di tutto questo… non sono bastati al combo ungherese i tre full precedenti per forgiare un sound proprio, tanto che il riferimento alla summenzionata band di Amott e soci è d’obbligo e si trascina per l’intera durata dell’album senza peraltro riuscire a toccare accettabili apici compositivi.
Musica terribilmente e noiosamente ordinaria, brani che tante volte sconfinano nel rock più "radiofonico" e che non osano mai di un centimetro, sempre ruffiani e più attenti a non deragliare dai binari del piatto e del melodico.
In questo contesto l’album in questione non può che subire una stroncatura evidente, visto che sinceramente di lavori di questo tipo ne abbiamo piene le tasche.
Difficile arrivare fino in fondo all’ascolto di un disco che sembra quasi non terminare mai malgrado i quarantadue minuti di durata.
E se ascoltando l’inizia Hungry Spirits magari provi a convincerti che si tratti solo di un brano e che successivamente la qualità generale del lavoro si alzi, proseguendo non potrai che rimanere deluso!
E dove sarebbe allora questo concetto stoner, o meglio ancora "doom" come in molti definiscono questi Wall Of Sleep???
Basta forse inserire qualche passaggio chitarristico più "oscuro" come in Receive the Pain o meglio ancora in Raven Avenue? A mio parere no, ed a quel punto o hai la classe per ovviare alla scarsa originalità con un songwriting all’altezza della situazione o altrimenti scadi nel ridicolo come purtroppo gli ungheresi fanno a lungo per l’intera durata del disco.
Un lavoro totalmente marginale insomma, da evitare a tutti i costi.
Track-list:
01. Hungry Spirits
02. Receive the Pain
03. Into the Light
04. Raven Avenue
05. Hell Sells
06. Bitter Smile
07. Trapped in Sorrow
08. Army of the Dead
Commenti
Posta un commento