DEATHCHAIN - "Death Gods"
(Full-lenght, Cobra Records, Settembre 2010)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: K.J.Khaos (voce), Corpse (chitarra), Cult (chitarra), Kuolio (basso), Kassara (batteria), C.Void (programming)
Aspettavo con ansia il nuovo "parto" dei finlandesi Deathchain e non solo per l’elevato valore intrinseco portato in dotazione dalla presenza di musicisti pluridecorati nell’ambito extreme europeo nel corso degli ultimi quindici anni.
Attivi dal 2001 ma forse poco conosciuti in proporzione al valore delle loro uscite, il combo finlandese giunge così al traguardo del quinto full in studio a due anni dal predecessore ed a distanza di qualche mese da un interessante split con i conterranei Sotajumala.
Death Gods non sposta di una virgola le coordinate stilistiche della band sempre alle prese con un feroce death metal capace di svariare tanto sul lato più "swedish" alla Dismember quanto a scomodare la claustrofobia ed il sound più corposo e pachidermico dei mostri sacri Morbid Angel.
Un mix di influenze che non fanno altro che viaggiare attraverso più sfaccettature di un genere che per quanto per certi versi datato e soppiantato dalle ultime contaminazioni moderniste continua ad affascinare quando suonato con la giusta passione e soprattutto la giusta perizia.
L’album in questione riprende pertanto le impressioni positive destate dall’ultima uscita che aveva eclissato il precedente Cult of Death (2007) probabilmente unico passo falso nella carriera della band.
Della serie "non solo Unleashed" pertanto il combo nordico porta alta la bandiera attraverso un growling serrato e per certi versi "schizofrenico" ad opera di un "mostro" chiamato K.J.Chaos, passando per blast-beats devastanti, ed un continuo scambiarsi di riff tra la ritmica pachidermica ed una chitarra solista capace di "ricamare" alla perfezione il sound, fino ad arrivare alla sezione ritmica a suo agio sia nelle parti più tirate che nei rallentamenti.
Sì, perchè i Deathchain sono in grado di mantere la propria devastante potenza anche nelle parti più rallentate, in cui viene fuori anche un’innata predilezione per un sound più sporco e "putrido" come ben si addice a questo tipo di sonorità.
Il risultato non fa così che far guadagnare alla proposta quella certa longevità solo in parte fugata da episodi meno convincenti.
L’opener Storming the Death Gods è il vero manifesto sonoro dell’album; un brano velocissimo e devastante sempre attento a bilanciare ripartenze improvvise con la giusta perizia tecnica.
La successiva ferale Scimitar non sembra abbassare la guardia ed anzi rappresenta la degna prosecuzione del brano d’apertura, sempre velocissima ed in cui nessun tipo di concessione a melodie o strambe aperture sonore sembra essere di casa.
Da segnalare anche le influenze volutamente thrash di The Crawling Chaos o ancora i ritmi più ossessivi di We Are Unearthed e soprattutto un altro piccolo gioiellino di nome Howling of the Blind, brano terribilmente oscuro e cadenzato in cui influenze al limite del death-doom primigenio fanno il loro capolino.
Cosa c’è allora che non fa fare il definitivo salto di qualità ad un lavoro pur validissimo? Alcuni "punti morti" che purtroppo non possono essere trascurati… Brani meno ispirati infatti come Lion-Head (rocciosa sì ma senza tante idee) o The Beyond probabilmente la meno ispirata del lotto, inficiano in parte la qualità complessiva del lavoro senza che i 12 minuti della conclusiva Cthuluh Rising riescano a far guadagnare poi tanti punti.
Ad ogni modo Death Gods è un album interessantissimo, vera manna dal cielo per gli amanti di certe sonorità classiche ormai stufi di dover sempre rimpiangere il passato per ascoltare un pò di sana ed evidente ignoranza sonora. Aggiungete mezzo voto alla valutazione di cui sopra ed avrete un’idea forse più vicina (per quanto possibile, e sempre tenendo conto dei gusti) alle reali potenzialità del lavoro. Per quanto mi riguarda lo sto ancora ascoltando…
Track-list:
01. Storming the Death Gods
02. Scimitar
03. The Crawling Chaos
04. The Lion-Head
05. We Are Unearthed
06. The Beyond
07. Chronic Infection (Pestilence cover)
08. Howling of the Blind
09. Cthulhu Rising
(Full-lenght, Cobra Records, Settembre 2010)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: K.J.Khaos (voce), Corpse (chitarra), Cult (chitarra), Kuolio (basso), Kassara (batteria), C.Void (programming)
Aspettavo con ansia il nuovo "parto" dei finlandesi Deathchain e non solo per l’elevato valore intrinseco portato in dotazione dalla presenza di musicisti pluridecorati nell’ambito extreme europeo nel corso degli ultimi quindici anni.
Attivi dal 2001 ma forse poco conosciuti in proporzione al valore delle loro uscite, il combo finlandese giunge così al traguardo del quinto full in studio a due anni dal predecessore ed a distanza di qualche mese da un interessante split con i conterranei Sotajumala.
Death Gods non sposta di una virgola le coordinate stilistiche della band sempre alle prese con un feroce death metal capace di svariare tanto sul lato più "swedish" alla Dismember quanto a scomodare la claustrofobia ed il sound più corposo e pachidermico dei mostri sacri Morbid Angel.
Un mix di influenze che non fanno altro che viaggiare attraverso più sfaccettature di un genere che per quanto per certi versi datato e soppiantato dalle ultime contaminazioni moderniste continua ad affascinare quando suonato con la giusta passione e soprattutto la giusta perizia.
L’album in questione riprende pertanto le impressioni positive destate dall’ultima uscita che aveva eclissato il precedente Cult of Death (2007) probabilmente unico passo falso nella carriera della band.
Della serie "non solo Unleashed" pertanto il combo nordico porta alta la bandiera attraverso un growling serrato e per certi versi "schizofrenico" ad opera di un "mostro" chiamato K.J.Chaos, passando per blast-beats devastanti, ed un continuo scambiarsi di riff tra la ritmica pachidermica ed una chitarra solista capace di "ricamare" alla perfezione il sound, fino ad arrivare alla sezione ritmica a suo agio sia nelle parti più tirate che nei rallentamenti.
Sì, perchè i Deathchain sono in grado di mantere la propria devastante potenza anche nelle parti più rallentate, in cui viene fuori anche un’innata predilezione per un sound più sporco e "putrido" come ben si addice a questo tipo di sonorità.
Il risultato non fa così che far guadagnare alla proposta quella certa longevità solo in parte fugata da episodi meno convincenti.
L’opener Storming the Death Gods è il vero manifesto sonoro dell’album; un brano velocissimo e devastante sempre attento a bilanciare ripartenze improvvise con la giusta perizia tecnica.
La successiva ferale Scimitar non sembra abbassare la guardia ed anzi rappresenta la degna prosecuzione del brano d’apertura, sempre velocissima ed in cui nessun tipo di concessione a melodie o strambe aperture sonore sembra essere di casa.
Da segnalare anche le influenze volutamente thrash di The Crawling Chaos o ancora i ritmi più ossessivi di We Are Unearthed e soprattutto un altro piccolo gioiellino di nome Howling of the Blind, brano terribilmente oscuro e cadenzato in cui influenze al limite del death-doom primigenio fanno il loro capolino.
Cosa c’è allora che non fa fare il definitivo salto di qualità ad un lavoro pur validissimo? Alcuni "punti morti" che purtroppo non possono essere trascurati… Brani meno ispirati infatti come Lion-Head (rocciosa sì ma senza tante idee) o The Beyond probabilmente la meno ispirata del lotto, inficiano in parte la qualità complessiva del lavoro senza che i 12 minuti della conclusiva Cthuluh Rising riescano a far guadagnare poi tanti punti.
Ad ogni modo Death Gods è un album interessantissimo, vera manna dal cielo per gli amanti di certe sonorità classiche ormai stufi di dover sempre rimpiangere il passato per ascoltare un pò di sana ed evidente ignoranza sonora. Aggiungete mezzo voto alla valutazione di cui sopra ed avrete un’idea forse più vicina (per quanto possibile, e sempre tenendo conto dei gusti) alle reali potenzialità del lavoro. Per quanto mi riguarda lo sto ancora ascoltando…
Track-list:
01. Storming the Death Gods
02. Scimitar
03. The Crawling Chaos
04. The Lion-Head
05. We Are Unearthed
06. The Beyond
07. Chronic Infection (Pestilence cover)
08. Howling of the Blind
09. Cthulhu Rising
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