FORBIDDEN - "Omega Wave"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Ottobre 2010)
Voto: 6,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Russ Anderson (voce), Craig Locicero (chitarra), Steve Smyth (chitarra), Matt Camacho (basso), Mark Hernandez (batteria)
Mancavano anche loro all’appello nel "calderone" dei tanti blasonati ex dei tempi che furono. E non era di certo poco logico aspettarsi in tempi brevi un ritorno discografico dopo la recente reunion targata 2007.
Certo tredici anni di silenzio discografico sono tanti, ma probabilmente come pochi illustri colleghi i Forbidden tornavano alla carica in maniera forse più naturale, il tutto dovuto all’attività pressochè continua che ha traghettato il combo californiano durante tutti gli anni ’90, periodo che segnava indiscutibilmente il passaggio da quel concetto oggi tipicamente definito "old-school" alle nuove tendenze musicali.
Un passaggio che la band aveva tutto sommato dimostrato di saper sopportare, in particolar modo con l’ultimo disco quel Green che non mostrava timori reverenziali rispetto ai più "giovanotti" del mestiere cresciuti a pane e Pantera.
Poi il silenzio assoluto, ed il ritorno sulle scene oggi con questo Omega Wave. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata da quando Anderson e soci tiravano fuori pietre miliari del calibro di Forbidden Evil (1988) e Twisted into Form (1990), due album che mostravano la capacità della band di inserirsi nel movimento thrash stelle e striscie senza dover necessariamente risultare debitori dei mostri sacri; con qualche anno in più (e direi anche qualche chilo), la band torna così sulle scene proseguendo sul sentiero intrapreso con la precedente ed ormai lontana ultima fatica discografica.
Dimenticate pertanto il thrash abrasivo e tagliente degli esordi, dimenticate le ritmiche e ripartenze forsennate ed entrate con la mente a quel tipico power-thrash tipicamente "stars and stripes", che poi oggi qualcuno vuole spacciare per post (come se post significhi esclusivamente suonare moderno…).
E’ questo e nient’altro quello che si ascolta all’interno degli interi 61 minuti di durata del lavoro che si dipanano tra chitarre corpose ed il solito gusto per la tecnica strumentale che sfocia in assoli al vetriolo presenti in maniera mai troppo massiccia ma sempre ben ostentati. Certo, qua e là ci sono anche ripartenze importanti, ritmiche più serrate, decise quanto convincenti sterzate verso un suono più "nu" che presenta però l’unico difetto di voler far leva più sul refrain facile che su altro.
Ricostituita per 3/5 la line-up originale (mancano all’appello Bostaph e l’axe-man Alvelais, sostituito comunque più che degnamente dal celebre Steve Smyth ex Testament e Nevermore, scusate se è poco…) pertanto i Forbidden hanno il merito (e nella valutazione generale purtroppo anche il demerito) di proseguire sulla strada tracciata dal nuovo corso. Se un "ritorno alle origini" sarebbe stato sicuramente accolto di buon occhio dai fans, dall’altro avrebbe potuto significare la solita patetica operazione commerciale ad effetto.
Omega Wave invece osa ma non più di tanto, mostra un suono un pò manieristico ma che non rischia di scadere sul patetico come avrebbe potuto fare se si fosse guardato troppo indietro.
Elementi moderni che si fondo ad un sound di per sè piuttosto ordinario, come emerge in Overthrow in cui fanno la sua comparsa le prime backing vocals che danno quella sferzata "nu" al lavoro già descritta, ed una manciata di brani che accomunano il sound degli statunitensi a quello dei conterranei Nevermore (innegabile l’influenza di Smyth in tal senso), su tutti Swine e Dragging my Casket scelta dalla band come singolo apripista.
Per il resto i chiari riferimenti ad un power-thrash roccioso si rinvengono in Forsaken at the Gates o nella title-track che chiude il lavoro.
Giudizio complessivo? Un lavoro a mio parere pienamente sufficiente ma per cui certamente non mi strappo i capelli.
Aldilà della produzione moderna e potente, del sound pulito e rifinito, manca quel qualcosa che aveva precedentemente reso magici i primi lavori della band e non mi riferisco al genere di per sè proposto, ma quanto più a quella capacità di comporre che oggi, passati tanti anni in stand-by, sembra essere persa.
Li aspettiamo alla prossima uscita, considerando Omega Wave come il disco del ritorno, in attesa di qualcosa di più sostanzioso…
Tracl-list:
01. Alpha Century
02. Forsaken at the Gates
03. Overthow
04. Adapt or Die
05. Swine
06. Chatter
07. Dragging my Casket
08. Hopenosis
09. Immortal Wounds
10. Behind the Mask
11. Inhuman Race
12. Omega Wave
(Full-lenght, Nuclear Blast, Ottobre 2010)
Voto: 6,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Russ Anderson (voce), Craig Locicero (chitarra), Steve Smyth (chitarra), Matt Camacho (basso), Mark Hernandez (batteria)
Mancavano anche loro all’appello nel "calderone" dei tanti blasonati ex dei tempi che furono. E non era di certo poco logico aspettarsi in tempi brevi un ritorno discografico dopo la recente reunion targata 2007.
Certo tredici anni di silenzio discografico sono tanti, ma probabilmente come pochi illustri colleghi i Forbidden tornavano alla carica in maniera forse più naturale, il tutto dovuto all’attività pressochè continua che ha traghettato il combo californiano durante tutti gli anni ’90, periodo che segnava indiscutibilmente il passaggio da quel concetto oggi tipicamente definito "old-school" alle nuove tendenze musicali.
Un passaggio che la band aveva tutto sommato dimostrato di saper sopportare, in particolar modo con l’ultimo disco quel Green che non mostrava timori reverenziali rispetto ai più "giovanotti" del mestiere cresciuti a pane e Pantera.
Poi il silenzio assoluto, ed il ritorno sulle scene oggi con questo Omega Wave. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata da quando Anderson e soci tiravano fuori pietre miliari del calibro di Forbidden Evil (1988) e Twisted into Form (1990), due album che mostravano la capacità della band di inserirsi nel movimento thrash stelle e striscie senza dover necessariamente risultare debitori dei mostri sacri; con qualche anno in più (e direi anche qualche chilo), la band torna così sulle scene proseguendo sul sentiero intrapreso con la precedente ed ormai lontana ultima fatica discografica.
Dimenticate pertanto il thrash abrasivo e tagliente degli esordi, dimenticate le ritmiche e ripartenze forsennate ed entrate con la mente a quel tipico power-thrash tipicamente "stars and stripes", che poi oggi qualcuno vuole spacciare per post (come se post significhi esclusivamente suonare moderno…).
E’ questo e nient’altro quello che si ascolta all’interno degli interi 61 minuti di durata del lavoro che si dipanano tra chitarre corpose ed il solito gusto per la tecnica strumentale che sfocia in assoli al vetriolo presenti in maniera mai troppo massiccia ma sempre ben ostentati. Certo, qua e là ci sono anche ripartenze importanti, ritmiche più serrate, decise quanto convincenti sterzate verso un suono più "nu" che presenta però l’unico difetto di voler far leva più sul refrain facile che su altro.
Ricostituita per 3/5 la line-up originale (mancano all’appello Bostaph e l’axe-man Alvelais, sostituito comunque più che degnamente dal celebre Steve Smyth ex Testament e Nevermore, scusate se è poco…) pertanto i Forbidden hanno il merito (e nella valutazione generale purtroppo anche il demerito) di proseguire sulla strada tracciata dal nuovo corso. Se un "ritorno alle origini" sarebbe stato sicuramente accolto di buon occhio dai fans, dall’altro avrebbe potuto significare la solita patetica operazione commerciale ad effetto.
Omega Wave invece osa ma non più di tanto, mostra un suono un pò manieristico ma che non rischia di scadere sul patetico come avrebbe potuto fare se si fosse guardato troppo indietro.
Elementi moderni che si fondo ad un sound di per sè piuttosto ordinario, come emerge in Overthrow in cui fanno la sua comparsa le prime backing vocals che danno quella sferzata "nu" al lavoro già descritta, ed una manciata di brani che accomunano il sound degli statunitensi a quello dei conterranei Nevermore (innegabile l’influenza di Smyth in tal senso), su tutti Swine e Dragging my Casket scelta dalla band come singolo apripista.
Per il resto i chiari riferimenti ad un power-thrash roccioso si rinvengono in Forsaken at the Gates o nella title-track che chiude il lavoro.
Giudizio complessivo? Un lavoro a mio parere pienamente sufficiente ma per cui certamente non mi strappo i capelli.
Aldilà della produzione moderna e potente, del sound pulito e rifinito, manca quel qualcosa che aveva precedentemente reso magici i primi lavori della band e non mi riferisco al genere di per sè proposto, ma quanto più a quella capacità di comporre che oggi, passati tanti anni in stand-by, sembra essere persa.
Li aspettiamo alla prossima uscita, considerando Omega Wave come il disco del ritorno, in attesa di qualcosa di più sostanzioso…
Tracl-list:
01. Alpha Century
02. Forsaken at the Gates
03. Overthow
04. Adapt or Die
05. Swine
06. Chatter
07. Dragging my Casket
08. Hopenosis
09. Immortal Wounds
10. Behind the Mask
11. Inhuman Race
12. Omega Wave
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