LAIR OF THE MINOTAUR - "Evil Power"
(Full-lenght, The Grind-House Records, Aprile 2010)
Voto: 5,5/10
Genere: Thrash/Sludge
Line-up: Steve Rathbone (chitarra, voce), Nate Olp (basso), Chris Wozniak (batteria)
Dopo il divorzio con Southern Lord e l’abbandono del drummer Larry Herweg (Pelican) tornano sulle scene con il loro quarto lavoro in studio gli statunitensi Lair of the Minotaur.
Da sempre alfieri di un modo di fare musica piuttosto particolare, soprattutto per la loro capacità di unire ad un’attitudine sfacciatamente thrash riffoni pachidermici in pieno stile sludge/stoner, il qui presente "Evil Power" rappresenta una piccola rottura col passato.
Se infatti dai precedenti lavori l’aria che trasudava era soprattutto quella di una certa pesantezza con l’attenzione più mirata verso quell’aura fortemente doom che li contraddistingueva, oggi invece i nostri sembrano più orientati verso un’attitudine sfacciatamante "tamarra" come testimoniato del resto da un artwork profondamente diverso rispetto ai precedenti e testi che, a volte, rasentano il ridicolo.
In parole povere "Evil Power" si dipana come una scheggia tra undici brani per un minutaggio complessivo che non supera i 30 minuti, all’interno del quale sono sparati quintali di riff pesantissimi e dalla grande velocità di esecuzione, che non sempre danno gli effetti sperati.
Un passo indietro evidente al parere del sottoscritto che in passato aveva apprezzato quel gusto volutamente sperimentale che oggi è in parte perso.
Ad iniziare da "Attack the Gods" che apre l’album subito ad altissimi ritmi, si capisce che i Lair non sono più quelli di prima. Sarà stato l’abbandono di Herweg o semplicemente una naturale evoluzione della band questo non è dato saperlo, quello che è sicuro è però che qualcosa si è inevitabilmente perso malgrado i brani abbiano comunque il loro fascino e tirino in qualche maniera, come testimoniato dalla successiva "Let’s Kill These Motherfuckers" piccolo gioiellino all’interno del mediocre album, in cui dopo un inizio su frequenze al limite del drone si prosegue con vocals degne del Lee Dorrian più tamarro, un riff veloce, violentissimo e ripetuto all’inverosimile nel chorus che sfocia poi in uno screaming serratissimo.
Struttura che viene ripresa successivamente in altri brani come "Hunt and Devour" o "Metal Titans" ma che non possono in fin dei conti oscurare completamente capitoli decisamente sotto tono come la title-track che partendo da chiare influenze Dismember si perde in un ritornello (se così possiamo definirlo) da dimenticare, o come in "Goatstorm" in cui in un minuto e quarantadue secondi la band dell’Illinois omaggia il metal più estremo facendo il verso al black metal.
In definitiva "Evil Power" mi ha deluso, Rathbone e soci hanno voluto tirar fuori un lavoro più votato ad omaggiare il metal più classico perdendo così parte di quel fascino e imprevedibilità del passato.
Di certo non mi sento comunque di bocciare totalmente un album che al suo interno presenta brani di sicura presa che potranno avvicinare anche gli amanti di sonorità più "classiche" alla band.
Track-list:
01. Attack the Gods
02. Let's Kill These Motherfuckers
03. Riders of Skullhammer, We Ride the Night
04. Evil Power
05. Goatstorm
06. Hunt and Devour
07. Metal Titans
08. Blood from the Witch's Vein
09. We Are Hades
10. Death March of the Conquerors
11. The Violent Iron Age of Man
(Full-lenght, The Grind-House Records, Aprile 2010)
Voto: 5,5/10
Genere: Thrash/Sludge
Line-up: Steve Rathbone (chitarra, voce), Nate Olp (basso), Chris Wozniak (batteria)
Dopo il divorzio con Southern Lord e l’abbandono del drummer Larry Herweg (Pelican) tornano sulle scene con il loro quarto lavoro in studio gli statunitensi Lair of the Minotaur.
Da sempre alfieri di un modo di fare musica piuttosto particolare, soprattutto per la loro capacità di unire ad un’attitudine sfacciatamente thrash riffoni pachidermici in pieno stile sludge/stoner, il qui presente "Evil Power" rappresenta una piccola rottura col passato.
Se infatti dai precedenti lavori l’aria che trasudava era soprattutto quella di una certa pesantezza con l’attenzione più mirata verso quell’aura fortemente doom che li contraddistingueva, oggi invece i nostri sembrano più orientati verso un’attitudine sfacciatamante "tamarra" come testimoniato del resto da un artwork profondamente diverso rispetto ai precedenti e testi che, a volte, rasentano il ridicolo.
In parole povere "Evil Power" si dipana come una scheggia tra undici brani per un minutaggio complessivo che non supera i 30 minuti, all’interno del quale sono sparati quintali di riff pesantissimi e dalla grande velocità di esecuzione, che non sempre danno gli effetti sperati.
Un passo indietro evidente al parere del sottoscritto che in passato aveva apprezzato quel gusto volutamente sperimentale che oggi è in parte perso.
Ad iniziare da "Attack the Gods" che apre l’album subito ad altissimi ritmi, si capisce che i Lair non sono più quelli di prima. Sarà stato l’abbandono di Herweg o semplicemente una naturale evoluzione della band questo non è dato saperlo, quello che è sicuro è però che qualcosa si è inevitabilmente perso malgrado i brani abbiano comunque il loro fascino e tirino in qualche maniera, come testimoniato dalla successiva "Let’s Kill These Motherfuckers" piccolo gioiellino all’interno del mediocre album, in cui dopo un inizio su frequenze al limite del drone si prosegue con vocals degne del Lee Dorrian più tamarro, un riff veloce, violentissimo e ripetuto all’inverosimile nel chorus che sfocia poi in uno screaming serratissimo.
Struttura che viene ripresa successivamente in altri brani come "Hunt and Devour" o "Metal Titans" ma che non possono in fin dei conti oscurare completamente capitoli decisamente sotto tono come la title-track che partendo da chiare influenze Dismember si perde in un ritornello (se così possiamo definirlo) da dimenticare, o come in "Goatstorm" in cui in un minuto e quarantadue secondi la band dell’Illinois omaggia il metal più estremo facendo il verso al black metal.
In definitiva "Evil Power" mi ha deluso, Rathbone e soci hanno voluto tirar fuori un lavoro più votato ad omaggiare il metal più classico perdendo così parte di quel fascino e imprevedibilità del passato.
Di certo non mi sento comunque di bocciare totalmente un album che al suo interno presenta brani di sicura presa che potranno avvicinare anche gli amanti di sonorità più "classiche" alla band.
Track-list:
01. Attack the Gods
02. Let's Kill These Motherfuckers
03. Riders of Skullhammer, We Ride the Night
04. Evil Power
05. Goatstorm
06. Hunt and Devour
07. Metal Titans
08. Blood from the Witch's Vein
09. We Are Hades
10. Death March of the Conquerors
11. The Violent Iron Age of Man
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