THE VISION BLEAK - "Set Sail to Mystery"
(Full-lenght, Prophecy Productions, Aprile 2010)
Voto: 9/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Schwadorf (chitarra, basso, tastiere, voce), Konstanz (voce, batteria, tastiere)
Sei anni fa irrompevano sul mercato questi The Vision Bleak, duo tedesco formato da membri di semi-sconosciute bands dedite a generi oscuri, che con una proposta originale ed orrorifica portarono decisamente una ventata d’aria fresca all’interno della scena dark-gotica del momento tirando fuori un album che, nel piccolo di un debutto, rappresentava un vero e proprio capolavoro.
Ulf Theodor Schwadorf e Allen B.Konstanz oggi tornano sulle scene con il quarto full della band teutonica che nel frattempo aveva tirato fuori altri due dischi belli sì, ma di certo non imprescindibili quali i precedenti "Carpathia – A Dramatic Poem" e "The Wolves Go Hunt Their Pray", lavori che pagavano in maniera evidente lo spostamento del sound verso lidi più ‘estremi’ perdendo così parte del fascino dell’originale.
Ma tre anni dopo l’ultima uscita discografica ecco arrivare all’improvviso questo "Set Sail to Mystery" che, e lo dico preventivamente, a parere del sottoscritto vale perlomeno tanto quanto l’illustre esordio.
Quarantaquattro minuti di musica in cui oscurità ed atmosfere orrorifiche la fanno da padrone, ed in cui ormai il duo teutonico spazia con una naturalezza disarmante abbracciando influenze finora mostrate in tutte le precedenti uscite.
E così è facile navigare su lidi affini tanto al gothic più classico quanto ad influenze tipicamente wave, quintali di riff pesanti dal classico flavour doom (degna eredità degli altri progetti dei due musicisti) passando per aspetti musicali ben più estremi.
Un sound terribilmente e volutamente "grand-guignolesco", in cui accelerazioni tipicamente heavy fanno da contraltare a tappeti di tastiere ed orchestrazioni da brivido, in cui il cantato baritonale molto spesso si fonde con uno screaming serratissimo capace di donare mille sfaccettature ad un sound totale, perfetta sintesi di quanto proposto nel passato.
Una intro semplicemente da brividi come "A Curse of the Grandest Kind" in cui un cantato recitato fa da sottofondo ad orchestrazioni che attraverso una stupenda progressione finiscono per sfociare nella diretta "Descend into Maelstrom" primo brano vero e proprio del viaggio che, salpando la vela del mistero, i The Vision Bleak percorrono e fanno percorrere, letteralmente, all’ascoltatore.
Un brano diretto, senza troppi fronzoli, in cui un chitarrismo pesante ed oscuro si staglia dietro le tastiere di sottofondo che preparano la strada alla successiva "I Dined with the Swans" giocata su una melodia sognante e su un incidere lento e orrorifico che rende al meglio le sensazioni che i TVB vogliono trasmettere all’ascoltatore.
Ma per capirci non è certo qui che si ferma la proposta dei tedeschi che mostrano tutte le proprie carte in tavola proseguendo tra le influenze più aggressive e dirette di "A Romance with the Grave" puro e bastardissimo black ‘n’ roll di alta scuola, la magniloquenza di "Mother Nothingness" o il gothic-wave della conclusiva "He who Paints the Night" in cui in un certo qual senso, per quanto il brano mantenga intatte le atmosfere orrorifiche (unico filo conduttore di tutti i brani qui presenti) si avvicina ad un certo appeal "ballabile" tipico di Bauhaus e Sister of Mercy.
Una proposta difficilissima da spiegare a parole insomma, una commistione perfettamente riuscita di gothic, doom ed estremo che non può non lasciare indifferenti.
Nella versione in mio possesso in digipack e limitata a mille copie, la band ha poi deciso di aggiungere un secondo disco ed un artwork completo di 56 pagine aggiuntive.
Una "chicca" che farà felici esclusivamente i collezionisti, visto che il contenuto del secondo dischetto è tutto sommato trascurabile visto che non contiene altro che una versione di "I Dined with the Swans" con Niklas Kvarforth (Shining) dietro al microfono, una cover di "By the Misery of Fate He was Haunted" dei Master’s Hammer semi-sconosciuto gruppo black metal ceco di culto e delle versioni denominate ‘Classic in Monochrome" di alcuni brani del primo disco, qui proposte in orchestrazioni classiche con effetti vintage che ripropongono il rumore della polvere sulla puntina del giradischi.
Ma quel che conta è, ovviamente, il contenuto del primo disco… i The Vision Bleak sono dunque tornati in pompa magna con quella che rappresenta una delle migliori uscite discografiche di questo 2010!
Track-list:
01. A Curse of the Grandest Kind
02. Descend into Maelstrom
03. I Dined with the Swans
04. A Romance with the Grave
05. The Outsider
06. Mother Nothingness
07. The Foul Within
08. He Who Paints the Black of Night
(Full-lenght, Prophecy Productions, Aprile 2010)
Voto: 9/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Schwadorf (chitarra, basso, tastiere, voce), Konstanz (voce, batteria, tastiere)
Sei anni fa irrompevano sul mercato questi The Vision Bleak, duo tedesco formato da membri di semi-sconosciute bands dedite a generi oscuri, che con una proposta originale ed orrorifica portarono decisamente una ventata d’aria fresca all’interno della scena dark-gotica del momento tirando fuori un album che, nel piccolo di un debutto, rappresentava un vero e proprio capolavoro.
Ulf Theodor Schwadorf e Allen B.Konstanz oggi tornano sulle scene con il quarto full della band teutonica che nel frattempo aveva tirato fuori altri due dischi belli sì, ma di certo non imprescindibili quali i precedenti "Carpathia – A Dramatic Poem" e "The Wolves Go Hunt Their Pray", lavori che pagavano in maniera evidente lo spostamento del sound verso lidi più ‘estremi’ perdendo così parte del fascino dell’originale.
Ma tre anni dopo l’ultima uscita discografica ecco arrivare all’improvviso questo "Set Sail to Mystery" che, e lo dico preventivamente, a parere del sottoscritto vale perlomeno tanto quanto l’illustre esordio.
Quarantaquattro minuti di musica in cui oscurità ed atmosfere orrorifiche la fanno da padrone, ed in cui ormai il duo teutonico spazia con una naturalezza disarmante abbracciando influenze finora mostrate in tutte le precedenti uscite.
E così è facile navigare su lidi affini tanto al gothic più classico quanto ad influenze tipicamente wave, quintali di riff pesanti dal classico flavour doom (degna eredità degli altri progetti dei due musicisti) passando per aspetti musicali ben più estremi.
Un sound terribilmente e volutamente "grand-guignolesco", in cui accelerazioni tipicamente heavy fanno da contraltare a tappeti di tastiere ed orchestrazioni da brivido, in cui il cantato baritonale molto spesso si fonde con uno screaming serratissimo capace di donare mille sfaccettature ad un sound totale, perfetta sintesi di quanto proposto nel passato.
Una intro semplicemente da brividi come "A Curse of the Grandest Kind" in cui un cantato recitato fa da sottofondo ad orchestrazioni che attraverso una stupenda progressione finiscono per sfociare nella diretta "Descend into Maelstrom" primo brano vero e proprio del viaggio che, salpando la vela del mistero, i The Vision Bleak percorrono e fanno percorrere, letteralmente, all’ascoltatore.
Un brano diretto, senza troppi fronzoli, in cui un chitarrismo pesante ed oscuro si staglia dietro le tastiere di sottofondo che preparano la strada alla successiva "I Dined with the Swans" giocata su una melodia sognante e su un incidere lento e orrorifico che rende al meglio le sensazioni che i TVB vogliono trasmettere all’ascoltatore.
Ma per capirci non è certo qui che si ferma la proposta dei tedeschi che mostrano tutte le proprie carte in tavola proseguendo tra le influenze più aggressive e dirette di "A Romance with the Grave" puro e bastardissimo black ‘n’ roll di alta scuola, la magniloquenza di "Mother Nothingness" o il gothic-wave della conclusiva "He who Paints the Night" in cui in un certo qual senso, per quanto il brano mantenga intatte le atmosfere orrorifiche (unico filo conduttore di tutti i brani qui presenti) si avvicina ad un certo appeal "ballabile" tipico di Bauhaus e Sister of Mercy.
Una proposta difficilissima da spiegare a parole insomma, una commistione perfettamente riuscita di gothic, doom ed estremo che non può non lasciare indifferenti.
Nella versione in mio possesso in digipack e limitata a mille copie, la band ha poi deciso di aggiungere un secondo disco ed un artwork completo di 56 pagine aggiuntive.
Una "chicca" che farà felici esclusivamente i collezionisti, visto che il contenuto del secondo dischetto è tutto sommato trascurabile visto che non contiene altro che una versione di "I Dined with the Swans" con Niklas Kvarforth (Shining) dietro al microfono, una cover di "By the Misery of Fate He was Haunted" dei Master’s Hammer semi-sconosciuto gruppo black metal ceco di culto e delle versioni denominate ‘Classic in Monochrome" di alcuni brani del primo disco, qui proposte in orchestrazioni classiche con effetti vintage che ripropongono il rumore della polvere sulla puntina del giradischi.
Ma quel che conta è, ovviamente, il contenuto del primo disco… i The Vision Bleak sono dunque tornati in pompa magna con quella che rappresenta una delle migliori uscite discografiche di questo 2010!
Track-list:
01. A Curse of the Grandest Kind
02. Descend into Maelstrom
03. I Dined with the Swans
04. A Romance with the Grave
05. The Outsider
06. Mother Nothingness
07. The Foul Within
08. He Who Paints the Black of Night
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