FAUST - "From Glory to Infinity"
(Full-lenght, Paragon Records, Settembre 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Death Metal
Line-up: Aleister (voce, chitarra), Steve DiGiorgio (basso), Ghiulz Borroni (chitarra), Daray (batteria)
Attivi dal 1992 ma praticamente senza alcun full ufficiale alle spalle (solo due demos targate 1993 e 2001), giungono finalmente all’esordio ufficiale sulla lunga distanza i milanesi Faust, nome noto nell’underground death metal tricolore.
Il progetto portato avanti da Aleister (session member dei norvegesi Ancient) si arricchisce qui di musicisti di un certo livello: in compagnia dell’axe-man Ghiulz (Bulldozer, Profanatum) al basso c’è un certo Steve Di Giorgio… una presenza decisamente "ingombrante" quella dell’ex Testament, Death o Iced Earth tra le tante bands in cui il leggendario bassista ha militato, che in un certo qual senso possono disorientare anche l’ascoltatore meno attento sul reale valore della musica dei nostri; come se non bastasse Aleister ha voluto fare le cose in grande ingaggiando anche due session member del calibro dell’altro chitarrista Luca Princiotta (Doro, Blaze Bayley) e del drummer Dariusz Brzozowski (Vader, Dimmu Borgir)…
Insomma, una vera e propria all-star band per una proposta che non si discosta per nulla da quanto i Faust avevano avuto modo di dimostrare ormai nove anni orsono con quel "…And Finally Faust!" ovvero un death metal classico che, prendendo a base un concetto tipicamente "floridiano", aggiunge una forte carica melodica di fondo senza disdegnare qualche puntatina in territori più affini al black degna eredità di Aleister stesso.
Malgrado una line-up semplicemente mostruosa non aspettatevi certo il capolavoro del secolo… "From Glory to Infinity" è un album decisamente valido per carità, ma ben lungi dal far gridare al miracolo.
Una sorta di sintesi tra il sound duro e crudo dei Deicide unito all’aspetto più melodico tipico dei Nocturnus, il tutto riletto in chiara e voluta versione old-school con tanto di tematiche iper-blasfeme che lasciano il tempo che trovano e che, in svariate occasioni, cadono anche nel ridicolo e titoli come "Pig God Dog" o "A Religion-Free World’s Dream" ne sono un esempio.
I quaranta minuti di durata ci presentano però un lavoro davvero molto ben fatto, composto da brani d’autore come l’opener "Purple Children" o come la più melodica "Carnal Beatitude" che rappresenteranno sicuramente pane per i denti degli amanti di certe sonorità.
Da un punto di vista tecnico nulla da eccepire alla proposta (e ci mancherebbe viste le firme…) tranne forse che il basso di Di Giorgio fa capolino troppo sporadicamente, e più sacrificato a vantaggio di una produzione che tende a valorizzare l’aspetto ferale prima ancora che quello più "tecnico".
Ben più riuscito il lavoro dietro le pelli di un vero animale del calibro di Brzozowski capace di tenere sempre i ritmi alti con una batteria mai invadente.
Da dimenticare invece l’artwork in pieno stile primi anni ’90 ma stilisticamente pessimo.
Al tirare delle somme insomma "From Glory to Infinity" rappresenta un’uscita più che degna, un boccone decisamente invitante per gli amanti del death metal che probabilmente apprezzeranno ben più del sottoscritto.
Ci si aspettava forse qualcosa in più da musicisti di questo calibro, ma di sicuro c’è da essere soddisfatti.
(Full-lenght, Paragon Records, Settembre 2009)
Voto: 6,5/10
Genere: Death Metal
Line-up: Aleister (voce, chitarra), Steve DiGiorgio (basso), Ghiulz Borroni (chitarra), Daray (batteria)
Attivi dal 1992 ma praticamente senza alcun full ufficiale alle spalle (solo due demos targate 1993 e 2001), giungono finalmente all’esordio ufficiale sulla lunga distanza i milanesi Faust, nome noto nell’underground death metal tricolore.
Il progetto portato avanti da Aleister (session member dei norvegesi Ancient) si arricchisce qui di musicisti di un certo livello: in compagnia dell’axe-man Ghiulz (Bulldozer, Profanatum) al basso c’è un certo Steve Di Giorgio… una presenza decisamente "ingombrante" quella dell’ex Testament, Death o Iced Earth tra le tante bands in cui il leggendario bassista ha militato, che in un certo qual senso possono disorientare anche l’ascoltatore meno attento sul reale valore della musica dei nostri; come se non bastasse Aleister ha voluto fare le cose in grande ingaggiando anche due session member del calibro dell’altro chitarrista Luca Princiotta (Doro, Blaze Bayley) e del drummer Dariusz Brzozowski (Vader, Dimmu Borgir)…
Insomma, una vera e propria all-star band per una proposta che non si discosta per nulla da quanto i Faust avevano avuto modo di dimostrare ormai nove anni orsono con quel "…And Finally Faust!" ovvero un death metal classico che, prendendo a base un concetto tipicamente "floridiano", aggiunge una forte carica melodica di fondo senza disdegnare qualche puntatina in territori più affini al black degna eredità di Aleister stesso.
Malgrado una line-up semplicemente mostruosa non aspettatevi certo il capolavoro del secolo… "From Glory to Infinity" è un album decisamente valido per carità, ma ben lungi dal far gridare al miracolo.
Una sorta di sintesi tra il sound duro e crudo dei Deicide unito all’aspetto più melodico tipico dei Nocturnus, il tutto riletto in chiara e voluta versione old-school con tanto di tematiche iper-blasfeme che lasciano il tempo che trovano e che, in svariate occasioni, cadono anche nel ridicolo e titoli come "Pig God Dog" o "A Religion-Free World’s Dream" ne sono un esempio.
I quaranta minuti di durata ci presentano però un lavoro davvero molto ben fatto, composto da brani d’autore come l’opener "Purple Children" o come la più melodica "Carnal Beatitude" che rappresenteranno sicuramente pane per i denti degli amanti di certe sonorità.
Da un punto di vista tecnico nulla da eccepire alla proposta (e ci mancherebbe viste le firme…) tranne forse che il basso di Di Giorgio fa capolino troppo sporadicamente, e più sacrificato a vantaggio di una produzione che tende a valorizzare l’aspetto ferale prima ancora che quello più "tecnico".
Ben più riuscito il lavoro dietro le pelli di un vero animale del calibro di Brzozowski capace di tenere sempre i ritmi alti con una batteria mai invadente.
Da dimenticare invece l’artwork in pieno stile primi anni ’90 ma stilisticamente pessimo.
Al tirare delle somme insomma "From Glory to Infinity" rappresenta un’uscita più che degna, un boccone decisamente invitante per gli amanti del death metal che probabilmente apprezzeranno ben più del sottoscritto.
Ci si aspettava forse qualcosa in più da musicisti di questo calibro, ma di sicuro c’è da essere soddisfatti.
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