SLAYER - "World Painted Blood"
(Full-lenght, American Recordings, Novembre 2009)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Tom Araya (voce, basso), Kerry King (chitarra), Jeff Hanneman (chitarra), Dave Lombardo (batteria)
Tra voci, certe o presunte, che danno questo lavoro come l’ultimo sigillo della storica band americana, ad altre che invece parlano del primo capitolo di una trilogia che si chiuderà nel 2012 (guarda un pò…) e che segnerà il canto del cigno di Araya e soci, “World Painted Blood” è uscito sotto la trepidante attesa di milioni di fans (me compreso) così come sotto le maledizioni di – anche in questo caso molti – detrattori.
Parliamo degli Slayer del resto, i mezzi termini non sembrano assolutamente accettati!
Prima di iniziare ad analizzare il lavoro in questione, una precisazione: il combo americano l’anno prossimo festeggerà 30 anni di onorata carriera, oltre ad aver rappresentato una vera e propria “rivoluzione” nell’ambito del metal estremo, è anche conosciuta come una delle poche bands (insieme a Motorhead e pochi altri eletti) che è stata capace nel corso degli anni a non sbagliare un disco! E scusate se è poco… In molti specie negli ultimi anni li hanno definiti come finiti, semplicemente come una band che tirava avanti a stento… Quasi come se fosse d’obbligo che i nostri tirassero fuori un nuovo – ovviamente irripetibile – “Reign in Blood”, così come altri tacciavano la band di scarsa originalità… ma originalità di cosa??? Va bene che in periodi in cui chiunque vuole avere successo basta che usi e stra-abusi del termine “post” per essere considerato un figo (anche e soprattutto se poi di post non ha un cazzo) ma forse, in molti casi non si analizzano le cose con la giusta lucidità… parliamo di thrash metal cavolo… un pò di obiettività!
Dopo il necessario preambolo, passiamo all’analisi di questo “World Painted Blood” undicesimo full della band, secondo consecutivo con la line-up Araya-King-Hanneman-Lombardo ricostituita, a tre anni di distanza dal quel grande album che fu “Christ Illusion”.
Ed il lavoro in oggetto non fa che confermare quanto di buono mostrato dal precedente, forse a livello di qualità totale leggermente inferiore ad esso ma poco importa.
L’aggressività e l’indiscutibile classe del quartetto californiano bastano da sole a reggere il confronto col passato recente. Al resto pensano i brani che si alternano tra episodi semplicemente esaltanti ed altri forse un pò meno che in parte inficiano la qualità complessiva di cui il voto rappresenta per il sottoscritto la miglior sintesi del disco.
E del resto basta inserire il cd per rendersi conto di quello che sono ancora capaci di produrre gli Slayer nel 2009; sin dalle prime note della direttissima e maledettamente accattivante title-track non si può non amare quest’album. “World Painted Blood” è infatti un brano tremendamente essenziale nel suo riffing scarno ma tagliente, dall’incedere nervoso e per certi versi apocalittico, in cui il duo King-Hanneman da il meglio di sè supportato da una sezione ritmica chirurgica e la solita voce al vetriolo di Araya che sembra non patire il tempo e condizioni di salute, dicono, non proprio floride.
Basterebbe questo brano slayeriano al 100% per ritenersi soddisfatti di questa nuova uscita, ma non si riducono certamente ad una sola song per quanto perfetta, i pregi del lavoro che ci pone all’attenzione un altro gioiellino del calibro di “Hate Worldwide” vera e propria mazzata frontale che si dipana in nemmeno 3 minuti seguendo un riff centrale spezzato in più occasioni dagli assoli di King supportati da un Lombardo indemoniato dietro le pelli.
O ancora cosa dire della velocissima “Public Display of Dismembered” che ci riporta idealmente al periodo pre-“Seasons In The Abyss”.
Non mancano poi anche episodi più ragionati, come le oppressive “Human Strain” (peccato solo per il chorus centrale che stona un pò), o l’interessantissima “Playing With Dolls”, brano decisamente più articolato aperto da un Araya che si dimostra a suo agio anche con le clean vocals (eh sì…), che sfocia in una progressione interessantissima che rimane però sempre nell’ambito di un mid-tempo per certi versi anche “melodico” e che su tali coordinate rimane sconfinando solo nella seconda metà con un accelerazione decisa guidata da un assolo al vetriolo di Hanneman e l’ultimo grido disperato di Araya a chiudere la song.
Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia ma qualche calo di tensione come avevo avuto modo di annunciare già in apertura di recensione c’è eccome. Più in generale si tratta di brani meno riusciti e cito in tal senso la troppo monocorde “Snuff” meno accattivante malgrado un assalto frontale non indifferente, ed un paio di brani poco ispirati come l’insipida “Beauty Through Order” o “Americon” che più o meno soffre dello stesso difetto, una song di certo non destinata a rimanere propriamente nella testa dell’ascoltatore.
In definitiva parliamo comunque di un lavoro più che buono, come già detto leggermente inferiore al precedente “Christ Illusion” ma comunque potente e – soprattutto – slayeriano il giusto… con alcuni capitoli che definisco senza alcuna remora entusiasmanti.
Un acquisto d’obbligo per tutti i fans della band insomma, e non solo… in attesa il tutto della loro calata italica (in due date già sold-out rinviate a primavera) e soprattutto riguardo reali notizie sulla continuazione o meno dell’attività; ed in tal senso Araya l’ha sempre detto, suonare con i capelli bianchi in testa non fa parte delle sue intenzioni, per il momento però dopotutto siamo solo al pizzo…
Track-list:
01. World Painted Blood
02. Unit 731
03. Snuff
04. Beauty Through Order
05. Hate Worldwide
06. Public Display of Dismemberment
07. Human Strain
08. Americon
09. Psychopathy Red
10. Playing with Dolls
11. Not of this God
(Full-lenght, American Recordings, Novembre 2009)
Voto: 7,5/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Tom Araya (voce, basso), Kerry King (chitarra), Jeff Hanneman (chitarra), Dave Lombardo (batteria)
Tra voci, certe o presunte, che danno questo lavoro come l’ultimo sigillo della storica band americana, ad altre che invece parlano del primo capitolo di una trilogia che si chiuderà nel 2012 (guarda un pò…) e che segnerà il canto del cigno di Araya e soci, “World Painted Blood” è uscito sotto la trepidante attesa di milioni di fans (me compreso) così come sotto le maledizioni di – anche in questo caso molti – detrattori.
Parliamo degli Slayer del resto, i mezzi termini non sembrano assolutamente accettati!
Prima di iniziare ad analizzare il lavoro in questione, una precisazione: il combo americano l’anno prossimo festeggerà 30 anni di onorata carriera, oltre ad aver rappresentato una vera e propria “rivoluzione” nell’ambito del metal estremo, è anche conosciuta come una delle poche bands (insieme a Motorhead e pochi altri eletti) che è stata capace nel corso degli anni a non sbagliare un disco! E scusate se è poco… In molti specie negli ultimi anni li hanno definiti come finiti, semplicemente come una band che tirava avanti a stento… Quasi come se fosse d’obbligo che i nostri tirassero fuori un nuovo – ovviamente irripetibile – “Reign in Blood”, così come altri tacciavano la band di scarsa originalità… ma originalità di cosa??? Va bene che in periodi in cui chiunque vuole avere successo basta che usi e stra-abusi del termine “post” per essere considerato un figo (anche e soprattutto se poi di post non ha un cazzo) ma forse, in molti casi non si analizzano le cose con la giusta lucidità… parliamo di thrash metal cavolo… un pò di obiettività!
Dopo il necessario preambolo, passiamo all’analisi di questo “World Painted Blood” undicesimo full della band, secondo consecutivo con la line-up Araya-King-Hanneman-Lombardo ricostituita, a tre anni di distanza dal quel grande album che fu “Christ Illusion”.
Ed il lavoro in oggetto non fa che confermare quanto di buono mostrato dal precedente, forse a livello di qualità totale leggermente inferiore ad esso ma poco importa.
L’aggressività e l’indiscutibile classe del quartetto californiano bastano da sole a reggere il confronto col passato recente. Al resto pensano i brani che si alternano tra episodi semplicemente esaltanti ed altri forse un pò meno che in parte inficiano la qualità complessiva di cui il voto rappresenta per il sottoscritto la miglior sintesi del disco.
E del resto basta inserire il cd per rendersi conto di quello che sono ancora capaci di produrre gli Slayer nel 2009; sin dalle prime note della direttissima e maledettamente accattivante title-track non si può non amare quest’album. “World Painted Blood” è infatti un brano tremendamente essenziale nel suo riffing scarno ma tagliente, dall’incedere nervoso e per certi versi apocalittico, in cui il duo King-Hanneman da il meglio di sè supportato da una sezione ritmica chirurgica e la solita voce al vetriolo di Araya che sembra non patire il tempo e condizioni di salute, dicono, non proprio floride.
Basterebbe questo brano slayeriano al 100% per ritenersi soddisfatti di questa nuova uscita, ma non si riducono certamente ad una sola song per quanto perfetta, i pregi del lavoro che ci pone all’attenzione un altro gioiellino del calibro di “Hate Worldwide” vera e propria mazzata frontale che si dipana in nemmeno 3 minuti seguendo un riff centrale spezzato in più occasioni dagli assoli di King supportati da un Lombardo indemoniato dietro le pelli.
O ancora cosa dire della velocissima “Public Display of Dismembered” che ci riporta idealmente al periodo pre-“Seasons In The Abyss”.
Non mancano poi anche episodi più ragionati, come le oppressive “Human Strain” (peccato solo per il chorus centrale che stona un pò), o l’interessantissima “Playing With Dolls”, brano decisamente più articolato aperto da un Araya che si dimostra a suo agio anche con le clean vocals (eh sì…), che sfocia in una progressione interessantissima che rimane però sempre nell’ambito di un mid-tempo per certi versi anche “melodico” e che su tali coordinate rimane sconfinando solo nella seconda metà con un accelerazione decisa guidata da un assolo al vetriolo di Hanneman e l’ultimo grido disperato di Araya a chiudere la song.
Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia ma qualche calo di tensione come avevo avuto modo di annunciare già in apertura di recensione c’è eccome. Più in generale si tratta di brani meno riusciti e cito in tal senso la troppo monocorde “Snuff” meno accattivante malgrado un assalto frontale non indifferente, ed un paio di brani poco ispirati come l’insipida “Beauty Through Order” o “Americon” che più o meno soffre dello stesso difetto, una song di certo non destinata a rimanere propriamente nella testa dell’ascoltatore.
In definitiva parliamo comunque di un lavoro più che buono, come già detto leggermente inferiore al precedente “Christ Illusion” ma comunque potente e – soprattutto – slayeriano il giusto… con alcuni capitoli che definisco senza alcuna remora entusiasmanti.
Un acquisto d’obbligo per tutti i fans della band insomma, e non solo… in attesa il tutto della loro calata italica (in due date già sold-out rinviate a primavera) e soprattutto riguardo reali notizie sulla continuazione o meno dell’attività; ed in tal senso Araya l’ha sempre detto, suonare con i capelli bianchi in testa non fa parte delle sue intenzioni, per il momento però dopotutto siamo solo al pizzo…
Track-list:
01. World Painted Blood
02. Unit 731
03. Snuff
04. Beauty Through Order
05. Hate Worldwide
06. Public Display of Dismemberment
07. Human Strain
08. Americon
09. Psychopathy Red
10. Playing with Dolls
11. Not of this God
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