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GORY BLISTER - "Graveyard of Angels"

GORY BLISTER - "Gravayard of Angels"
(Full-lenght, Mascot Records, Aprile 2009)

Voto: 7/10

Genere: Death Metal

Line-up: Dome (voce), Roberto Gelli (basso), Joe La Viola (batteria), Raff Sangiorgio (chitarra)


Terzo album in studio per una delle realtà più longeve della scena estrema tricolore.
"Graveyard of Angels" arriva a tre anni di distanza dal fortunato predecessore, anni in cui la band ha dovuto somatizzare al meglio l’ingresso in lineup del nuovo singer Max oltre che del bassista Roby proveniente dagli ottimi Allheluja.

Da un punto di vista musicale l’album in questione rappresenta a parere del sottoscritto un lieve passo indietro rispetto ai due precedenti lavori del combo meneghino; sicuramente diversi sotto il punto di vista delle sonorità, i GB puntano forte sull’aspetto più melodico, perdendo in parte quell’istintività tipica dei passati lavori lasciando tuttavia inalterata quella vena ‘tecnicistica’ mai fine a sè stessa.
Scelta che se da un lato contribuisce positivamente a creare una forma-canzone più variegata, dall’altro tende a far perdere quelle sensazioni più "claustrofobiche" che il loro apice toccarono col debutto "Art Bleeds".
In una mezz’ora scarsa di durata pertanto, i Gory Blister tirano fuori un album che quale merito principale ha quello di lasciarsi ascoltare con relativa tranquillità, in cui i riff non sono mai fini a sè stessi ed in cui i brani presentano la giusta varietà al loro interno, una varietà del resto apportata indubbiamente anche dalle doti vocali del nuovo arrivato Max il quale si dimostra a proprio agio sia nel growling che nello screaming, tecnica quest’ultima utilizzata in più di un’occasione all’interno dell’album.
Riguardo alla velocità d’esecuzione la band pur inserendo nella proposta quella componente maggiormente melodica già descritta non rinuncia tuttavia al solito pestaggio.
I brani infatti rimangono sempre quelli iper-veloci e tecnici con ben poche concessioni a episodi più ragionati.
La furia e la velocità d’esecuzione di un brano come "The Descent" che idealmente chiude la prima parte del lavoro "spezzato" nel mezzo dalla strumentale "emiT despaIE" nè è esempio lampante, e malgrado qualche variazione sul tema, "Vanishing Ruins" su tutte, le coordinate ritmiche sono sempre le stesse grazie al gran lavoro di La Viola dietro le pelli capace insieme al nuovo bassista Roby di sostenere al massimo i ritmi dell’album.
Non saremo quindi di fronte certo all’album più ispirato dei Gory Blister, ma sicuramente le nuove influenze alla fine possono essere interpretate come una ventata di freschezza all’interno del sound della band, oltre ovviamente a non sfigurare per nulla, anzi, a livello di sound generale.
Un album indicato insomma anche per coloro che non amano il death nell’accezione più classica del significato; una dimostrazione di una band viva che stabilizzando la line-up potrebbe, attraverso una maggiore continuità nelle proprie uscite, forgiare un proprio sound ancor più interessante.

Track-list:

01. The Hatch Opens
02. Void Made Flesh
03. Vanishing Ruins
04. The Descent
05. Emit Despale
06. The Slum of the Wretched Creatures
07. The Shining Hades
08. Graveyard of Angels
09. Emit Despale (Remix)

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