ZIPPO - "The Road to Knowledge"
(Full-lenght, Subsound Records, Febbraio 2009)
Voto: 8/10
Genere: Stoner/Progressive
Line-up: Tonino Bosco (basso), Federico Sergente (batteria), Alessandro Sergente (chitarra), Davide Straccione (voce), Silvio Spina (chitarra)
Cosa significa suonare stoner nel 2009? Per molti riproporre in copia quanto fatto da mostri sacri del genere, vedasi Kyuss e compagnia varia o nella peggiore delle ipotesi trascinarsi dietro gli stilemi tipici di band più commerciali, per quanto valide, impostesi negli ultimi anni.
Ma come tutte le mode del momento, alla fine chi viene fuori è solo chi merita veramente e così dopo un periodo talmente ingolfato di uscite da portare alla ribalta acts decisamente mediocri ma pompate all’inverosimile, l’attenzione è focalizzata finalmente su quelle bands che hanno qualcosa da dire.
E’ questo il caso degli Zippo, realtà pescarese che aveva già saputo imporre il proprio nome nell’ambito underground grazie all’ottimo predecessore, “Ode to Maximum” uscito ormai tre anni orsono e soprattutto una serie ininterrota di date spese a sudare su palchi e clubs italiani e non solo.
Uscito sotto le ali protettive della Subsound Records, “The Road to Knowledge” non solo conferma le enormi potenzialità del quintetto abruzzese, ma le spinge notevolmente in avanti dando forma ad un lavoro che possiamo tranquillamente annoverare tra le migliori uscite di questo 2009.
L’album in questione rappresenta un’opera ambiziosa e riuscita alla grande, in cui i nostri oltre ad evolvere il proprio sound in qualcosa di estremamente difficile da catalogare, si avventurano nella composizione di un vero e proprio concept basato sull’opera “Gli Insegnamenti di Don Juan” di Carlos Castaneda.
Un vero e proprio viaggio quello che gli Zippo ci propongono, un album tanto difficile quanto affascinante in cui i 13 capitoli che si susseguono in quasi un’ora di musica non possono essere considerati singolarmente ma vanno visti sempre all’interno del contesto generale di un lavoro capace di toccare più angoli di una musica sorprendentemente varia.
Parlando dell’aspetto musicale, è facile notare come la band pescarese pur rimanendo ancorata ad un concetto di base che affonda le proprie radici nel ‘desert rock’ tanto caro ai Kyuss (probabilmente la principale influenza dei nostri) con un appeal fortemente psichedelico, vanno decisamente oltre forgiando un sound quasi incatalogabile con soluzioni che molte volte attingono tanto dal doom classico, quanto dal grunge, da altre influenze più progressive (Tool) ma più in generale da un approccio incredibilmente “fresco” e per certi versi difficile da sentire altrove, una sorta di post-stoner di classe se mi passate il termine.
Non aspettatevi il classico brano “strofa-ritornello-strofa” all’interno di questo lavoro, c’è solo tantissimo spazio per un riffing tante volte pachidermico quanto molte volte più rilassato, tra brani più immediati e potenti come “El Sitio” ad altri più soffusi e rilassati come in “Three Silver Crows”. Non c’è un momento minimamente prevedibile in questo “The Road to Knowledge, non una soluzione che possa in qualche modo far già presagire in anticipo come si andrà a sviluppare il brano; date un’ascoltata all’incredibile quanto imprevedibile incedere di “Ask Yourself a Question” tanto per capirci.
Riverberi di chitarra continui, momenti apparentemente statici in cui in sottofondo è incredibile il lavoro strumentale impreziosito tante volte anche dall’inserimento di strumentazione meno “consona” alla band come banjo, chitarra acustica o piano, insomma di carne a fuoco in questo album ce n’è davvero parecchia, e davvero era tanto tempo che non mi trovavo così in difficoltà nel descrivere una proposta che va assolutamente ascoltata, dal primo all’ultimo brano e possibilmente più di una volta, per coglierne la reale essenza.
Che dire poi dell’iconografia rappresentata all’interno dell’accuratissimo booklet in cui le illustrazioni (opera di Silvio Spina e del bassista Stonino) sembrano essere la rappresentazione perfetta del mondo descritto da Castaneda nella sua opera visionaria.
Il tutto condito dalla prestazione al solito pulita e perfetta di Dave, le cui vocals potenti e dalle mille sfaccettature ottimamente si adattano alla musica della band, a suo agio tanto nelle parti più aggressive quanto in quelle più melodiche, con un’improvvisa e gradita sorpresa nel finale della già citata “Three Silver Crows” in cui viene mostrata anche un’impennata hardcore che non sfigura affatto nel contesto in cui è posta, anzi.
Da segnalare la partecipazione di tanti graditi ospiti che prestano la loro collaborazione sia dal punto di vista strumentale quanto nell’ambito compositivo, è il caso questo di “Reality is What I Feel” che vede la partecipazione di Alessio D’Onofrio chitarrista degli abruzzesi Santo Niente.
In definitiva, “The Road to Knowledge” è un album ambizioso, difficile da approcciare, in un unico aggettivo bellissimo. Una prova di maturità di una band che si conferma pienamente come una delle più interessanti nell’ambito underground locale.
Accorato consiglio per gli acquisti da parte mia, dategli una possibilità e non ve ne pentirete!!!
Track-list:
01. Don Juan's Words
02. El Sitio
03. The Road to Knowledge
04. He Is Outside Us
05. Chihuahua Valley
06. Ask Yourself a Question
07. Lizards Can't Be Wrong
08. El Enyerbado
09. The Smoke of Diviners
10. Reality Is What I Feel
11. Mitote
12. Three Silver Crows
13. Diablera
(Full-lenght, Subsound Records, Febbraio 2009)
Voto: 8/10
Genere: Stoner/Progressive
Line-up: Tonino Bosco (basso), Federico Sergente (batteria), Alessandro Sergente (chitarra), Davide Straccione (voce), Silvio Spina (chitarra)
Cosa significa suonare stoner nel 2009? Per molti riproporre in copia quanto fatto da mostri sacri del genere, vedasi Kyuss e compagnia varia o nella peggiore delle ipotesi trascinarsi dietro gli stilemi tipici di band più commerciali, per quanto valide, impostesi negli ultimi anni.
Ma come tutte le mode del momento, alla fine chi viene fuori è solo chi merita veramente e così dopo un periodo talmente ingolfato di uscite da portare alla ribalta acts decisamente mediocri ma pompate all’inverosimile, l’attenzione è focalizzata finalmente su quelle bands che hanno qualcosa da dire.
E’ questo il caso degli Zippo, realtà pescarese che aveva già saputo imporre il proprio nome nell’ambito underground grazie all’ottimo predecessore, “Ode to Maximum” uscito ormai tre anni orsono e soprattutto una serie ininterrota di date spese a sudare su palchi e clubs italiani e non solo.
Uscito sotto le ali protettive della Subsound Records, “The Road to Knowledge” non solo conferma le enormi potenzialità del quintetto abruzzese, ma le spinge notevolmente in avanti dando forma ad un lavoro che possiamo tranquillamente annoverare tra le migliori uscite di questo 2009.
L’album in questione rappresenta un’opera ambiziosa e riuscita alla grande, in cui i nostri oltre ad evolvere il proprio sound in qualcosa di estremamente difficile da catalogare, si avventurano nella composizione di un vero e proprio concept basato sull’opera “Gli Insegnamenti di Don Juan” di Carlos Castaneda.
Un vero e proprio viaggio quello che gli Zippo ci propongono, un album tanto difficile quanto affascinante in cui i 13 capitoli che si susseguono in quasi un’ora di musica non possono essere considerati singolarmente ma vanno visti sempre all’interno del contesto generale di un lavoro capace di toccare più angoli di una musica sorprendentemente varia.
Parlando dell’aspetto musicale, è facile notare come la band pescarese pur rimanendo ancorata ad un concetto di base che affonda le proprie radici nel ‘desert rock’ tanto caro ai Kyuss (probabilmente la principale influenza dei nostri) con un appeal fortemente psichedelico, vanno decisamente oltre forgiando un sound quasi incatalogabile con soluzioni che molte volte attingono tanto dal doom classico, quanto dal grunge, da altre influenze più progressive (Tool) ma più in generale da un approccio incredibilmente “fresco” e per certi versi difficile da sentire altrove, una sorta di post-stoner di classe se mi passate il termine.
Non aspettatevi il classico brano “strofa-ritornello-strofa” all’interno di questo lavoro, c’è solo tantissimo spazio per un riffing tante volte pachidermico quanto molte volte più rilassato, tra brani più immediati e potenti come “El Sitio” ad altri più soffusi e rilassati come in “Three Silver Crows”. Non c’è un momento minimamente prevedibile in questo “The Road to Knowledge, non una soluzione che possa in qualche modo far già presagire in anticipo come si andrà a sviluppare il brano; date un’ascoltata all’incredibile quanto imprevedibile incedere di “Ask Yourself a Question” tanto per capirci.
Riverberi di chitarra continui, momenti apparentemente statici in cui in sottofondo è incredibile il lavoro strumentale impreziosito tante volte anche dall’inserimento di strumentazione meno “consona” alla band come banjo, chitarra acustica o piano, insomma di carne a fuoco in questo album ce n’è davvero parecchia, e davvero era tanto tempo che non mi trovavo così in difficoltà nel descrivere una proposta che va assolutamente ascoltata, dal primo all’ultimo brano e possibilmente più di una volta, per coglierne la reale essenza.
Che dire poi dell’iconografia rappresentata all’interno dell’accuratissimo booklet in cui le illustrazioni (opera di Silvio Spina e del bassista Stonino) sembrano essere la rappresentazione perfetta del mondo descritto da Castaneda nella sua opera visionaria.
Il tutto condito dalla prestazione al solito pulita e perfetta di Dave, le cui vocals potenti e dalle mille sfaccettature ottimamente si adattano alla musica della band, a suo agio tanto nelle parti più aggressive quanto in quelle più melodiche, con un’improvvisa e gradita sorpresa nel finale della già citata “Three Silver Crows” in cui viene mostrata anche un’impennata hardcore che non sfigura affatto nel contesto in cui è posta, anzi.
Da segnalare la partecipazione di tanti graditi ospiti che prestano la loro collaborazione sia dal punto di vista strumentale quanto nell’ambito compositivo, è il caso questo di “Reality is What I Feel” che vede la partecipazione di Alessio D’Onofrio chitarrista degli abruzzesi Santo Niente.
In definitiva, “The Road to Knowledge” è un album ambizioso, difficile da approcciare, in un unico aggettivo bellissimo. Una prova di maturità di una band che si conferma pienamente come una delle più interessanti nell’ambito underground locale.
Accorato consiglio per gli acquisti da parte mia, dategli una possibilità e non ve ne pentirete!!!
Track-list:
01. Don Juan's Words
02. El Sitio
03. The Road to Knowledge
04. He Is Outside Us
05. Chihuahua Valley
06. Ask Yourself a Question
07. Lizards Can't Be Wrong
08. El Enyerbado
09. The Smoke of Diviners
10. Reality Is What I Feel
11. Mitote
12. Three Silver Crows
13. Diablera
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