INFERNAL ANGELS - "Midwinterblood"
(Full-lenght, My Kingdom Music, Settembre 2009)
Voto: 7,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Beast (basso), Managarmr (chitarra), Xes (voce), Asmodeus Draco Dux (batteria)
Secondo lavoro in studio per i marchigiani Infernal Angels che, a distanza di tre anni dal precedente, sotto l’egida della sempre attenta My Kingdom Music danno alle stampe questo “Midwinter Blood” all’insegna di un black metal dalle tenui tinte melodiche che partendo da un concetto musicale molto vicino alla scena svedese (Marduk per la velocità di esecuzione, Dark Funeral per l’appel più melodico), strizza l’occhiolino anche ad influenze più epiche che si riscontrano in diversi pezzi.
Il risultato è un album buono, che rispetto al passato sembra aver dato una direzione più precisa al sound della band come del resto sottolineato da una line-up profondamente modificata rispetto al debut “Shining Evil Light” che, ad eccezione del singer e front-man Xes, è mutata per intero e composta da musicisti forse più esperti rispetto al recente passato.
Velocità di esecuzione, una discreta tecnica, e soprattutto una convincente capacità di mutare registro con naturalezza all’interno di un genere di per sè piuttosto chiuso non possono certo passare inosservati all’interno dei 46 minuti di durata di questo lavoro che già dall’artwork curata da Cristophe Szpajdel (famoso per aver lavorato anche con acts quali Emperor ed Enthroned) si presenta in maniera decisamente professionale.
A tutto ciò aggiungiamo poi una produzione pulita, semplicemente perfetta, capace di esaltare al meglio quelle che sono le doti messe in campo dai nostri.
Parlavamo della varietà dei brani presenti all’interno dell’album aperto da “Prologus Odii” brano svedese al 100%, aperto da un breve arpeggio di chitarra e sorretto da un riffing centrale velocissimo e freddo il giusto, in cui la ricerca di una certa melodia di fondo viene trovata con estrema naturalezza e senza dover ricorrere ai “trucchi” del mestiere quali tastiere o altro, e che si snoda poi successivamente in songs capaci di toccare più aspetti nell’ambito estremo.
La successiva “Melody of Pain” che considero uno degli episodi più riusciti dell’intero lavoro del resto, ne è uno degli esempi più lampanti portando i nostri addirittura ai limiti del doom/death con un break centrale estremamente rallentato ed evocativo che per certi versi mi ha riportato alla mente nientemeno che i Katatonia periodo Dance of December Souls/Brave Murder Days.
Non mancano poi le influenze più epiche del resto citate dalla stessa band in fase di presentazione: ascoltare l’intro della title-track tanto per intenderci, in cui l’arpeggio iniziale dal chiarissimo sapore folk nordico insieme al riffing che qui si fa maggiormente evocativo rispetto al resto dei brani, dimostra come gli Infernal Angels siano molto abili nel convogliare queste influenze all’interno di un concetto di black piuttosto comune.
Sempre a supporto di quanto detto va citato anche l’ultimo brano “vero” del lavoro (prima dell’outro “Epilogus Humanitatis”) in cui è proprio il riff che sorregge l’intera song a presentare quell’appeal epico ed evocativo tanto ricercato.
L’unico appunto che posso fare al lavoro sono a mio parere i suoni di batteria, forse troppo ‘ovattati’ e poco naturali… Sia chiaro che trattasi di un mio personale giudizio del resto da ascoltatore in verità poco affine al black metal in generale, stiamo parlando comunque di un dettaglio all’interno di un contesto più che soddisfacente anche in relazione alla produzione stessa di cui abbiamo già detto.
Nulla da obiettare riguardo alla prestazione dei singoli musicisti, sia dal lato delle vocals molto ben impostate per quanto comuni al genere, che dal lato strumentale che se ad un ascolto affrettato e poco attento può far pensare al mero ripetersi di riff uguali all’interno di uno stesso brano, mostra invece interessantissime sfumature e soprattutto la capacità di cambiare da sole umori ed influenze tra le varie tracks.
Per linea editoriale non possiamo aggiungere i mezzi voti, ma idealmente al 7 di cui sopra potete tranquillamente aggiungere quel “mezzo” voto che forse renderebbe maggior merito ad un album che mi ha colpito decisamente in positivo.
In attesa dunque che il suono dei nostri possa ulteriormente evolversi, un lavoro davvero molto interessante cui gli amanti delle sonorità sopra descritte farebbero bene a procurarsi.
Track-list:
01. Prologus Odii
02. Melody of Pain
03. Midwinter Blood
04. Coronation of Dark Victory
05. Conquering the Throne of Sin
06. A New Era Is Coming
07. Tutto quel che rimane
08. Sangue
09. Inesorabile
10. Epilogus Humanitatis
(Full-lenght, My Kingdom Music, Settembre 2009)
Voto: 7,5/10
Genere: Black Metal
Line-up: Beast (basso), Managarmr (chitarra), Xes (voce), Asmodeus Draco Dux (batteria)
Secondo lavoro in studio per i marchigiani Infernal Angels che, a distanza di tre anni dal precedente, sotto l’egida della sempre attenta My Kingdom Music danno alle stampe questo “Midwinter Blood” all’insegna di un black metal dalle tenui tinte melodiche che partendo da un concetto musicale molto vicino alla scena svedese (Marduk per la velocità di esecuzione, Dark Funeral per l’appel più melodico), strizza l’occhiolino anche ad influenze più epiche che si riscontrano in diversi pezzi.
Il risultato è un album buono, che rispetto al passato sembra aver dato una direzione più precisa al sound della band come del resto sottolineato da una line-up profondamente modificata rispetto al debut “Shining Evil Light” che, ad eccezione del singer e front-man Xes, è mutata per intero e composta da musicisti forse più esperti rispetto al recente passato.
Velocità di esecuzione, una discreta tecnica, e soprattutto una convincente capacità di mutare registro con naturalezza all’interno di un genere di per sè piuttosto chiuso non possono certo passare inosservati all’interno dei 46 minuti di durata di questo lavoro che già dall’artwork curata da Cristophe Szpajdel (famoso per aver lavorato anche con acts quali Emperor ed Enthroned) si presenta in maniera decisamente professionale.
A tutto ciò aggiungiamo poi una produzione pulita, semplicemente perfetta, capace di esaltare al meglio quelle che sono le doti messe in campo dai nostri.
Parlavamo della varietà dei brani presenti all’interno dell’album aperto da “Prologus Odii” brano svedese al 100%, aperto da un breve arpeggio di chitarra e sorretto da un riffing centrale velocissimo e freddo il giusto, in cui la ricerca di una certa melodia di fondo viene trovata con estrema naturalezza e senza dover ricorrere ai “trucchi” del mestiere quali tastiere o altro, e che si snoda poi successivamente in songs capaci di toccare più aspetti nell’ambito estremo.
La successiva “Melody of Pain” che considero uno degli episodi più riusciti dell’intero lavoro del resto, ne è uno degli esempi più lampanti portando i nostri addirittura ai limiti del doom/death con un break centrale estremamente rallentato ed evocativo che per certi versi mi ha riportato alla mente nientemeno che i Katatonia periodo Dance of December Souls/Brave Murder Days.
Non mancano poi le influenze più epiche del resto citate dalla stessa band in fase di presentazione: ascoltare l’intro della title-track tanto per intenderci, in cui l’arpeggio iniziale dal chiarissimo sapore folk nordico insieme al riffing che qui si fa maggiormente evocativo rispetto al resto dei brani, dimostra come gli Infernal Angels siano molto abili nel convogliare queste influenze all’interno di un concetto di black piuttosto comune.
Sempre a supporto di quanto detto va citato anche l’ultimo brano “vero” del lavoro (prima dell’outro “Epilogus Humanitatis”) in cui è proprio il riff che sorregge l’intera song a presentare quell’appeal epico ed evocativo tanto ricercato.
L’unico appunto che posso fare al lavoro sono a mio parere i suoni di batteria, forse troppo ‘ovattati’ e poco naturali… Sia chiaro che trattasi di un mio personale giudizio del resto da ascoltatore in verità poco affine al black metal in generale, stiamo parlando comunque di un dettaglio all’interno di un contesto più che soddisfacente anche in relazione alla produzione stessa di cui abbiamo già detto.
Nulla da obiettare riguardo alla prestazione dei singoli musicisti, sia dal lato delle vocals molto ben impostate per quanto comuni al genere, che dal lato strumentale che se ad un ascolto affrettato e poco attento può far pensare al mero ripetersi di riff uguali all’interno di uno stesso brano, mostra invece interessantissime sfumature e soprattutto la capacità di cambiare da sole umori ed influenze tra le varie tracks.
Per linea editoriale non possiamo aggiungere i mezzi voti, ma idealmente al 7 di cui sopra potete tranquillamente aggiungere quel “mezzo” voto che forse renderebbe maggior merito ad un album che mi ha colpito decisamente in positivo.
In attesa dunque che il suono dei nostri possa ulteriormente evolversi, un lavoro davvero molto interessante cui gli amanti delle sonorità sopra descritte farebbero bene a procurarsi.
Track-list:
01. Prologus Odii
02. Melody of Pain
03. Midwinter Blood
04. Coronation of Dark Victory
05. Conquering the Throne of Sin
06. A New Era Is Coming
07. Tutto quel che rimane
08. Sangue
09. Inesorabile
10. Epilogus Humanitatis
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