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ANNIHILATOR - "Annihilator"

ANNIHILATOR - "Annihilator"
(Full-lenght, Earache Records, Maggio 2010)

Voto: 7/10

Genere: Thrash/Groove

Line-up: Jeff Waters (chitarra, basso), Dave Padden (voce), Ryan Ahoff (batteria)


Al debutto per Earache ed a tre anni dall’ultimo controverso "Metal", tornano in pista gli Annihilator uno dei gruppi storici del movimento techno-thrash d’oltreoceano, e lo fanno con un lavoro decisamente convincente che probabilmente farà storcere il naso a molti, ma che in fin dei conti non fa che dimostrare la vigoria di una band che dopo diversi e pesanti passaggi a vuoto con le ultime due uscite sembra aver rialzato prepotentemente la china.

E se "Metal" era un album che traeva la propria forza dalla collaborazione con membri di punta della scena metal mondiale, l’omonimo album dei canadesi brilla di luce propria, e ripropone un combo finalmente deciso, incisivo, bravo a riproporre i propri riff al vetriolo e la propria carica tipicamente e duramente thrash, abbracciando in maniera pressochè naturale influenze ben più moderne di quello che ci si potrebbe aspettare da una band per certi versi classica come gli Annihilator.
Definitivamente accolto in line-up il drummer Ryan Anhoff (in precedenza batterista esclusivamente live), il duo Waters-Padden sforna così un album tecnicissimo, violento e potente, in cui un chitarrismo tipicamente "Water-iano" viene sferzato da influenze moderniste in alcuni casi ai limiti del metalcore; passaggi intricati di chitarra vengono così spezzati da vocals al vetriolo, screaming serratissimi, una certa attenzione per i chorus (basti ascoltare l’opener "The Trend" per rendersi conto), ma soprattutto una certa varietà a livello di sound che va ad abbracciare tanto le già citate influenze ("Ambush" o la nervosissima "25 Seconds" tanto per intenderci) quanto un classicismo per certi versi sfrontato come "The Other Side" brano che fa il verso agli ultimi Metallica, ma soprattutto come la conclusiva "Romeo Delight" dal flavour tipicamente heavy metal.
Ma l’aspetto più importante e sicuramente più riuscito è rappresentato dalle già citate influenze moderne; non che gli Annihilator non ci abbiano dimostrato nel corso degli anni la loro propensione a stare al passo con i tempi certo, ma in questo caso su queste nuove influenze il combo canadese sembra aver notevolmente calcato la mano, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti…
Aldilà dei sette minuti dell’opener poi, il resto dei brani è volutamente essenziale ma non per questo scarno; all’interno di ogni singolo brano il trio spara tutte le proprie cartucce a disposizione, Waters è finalmente tornato su ottimi livelli, il suo riffing non è mai fine a sè stesso e soprattutto non scade in eccessi di pacchianità nel suo essere ultra-tecnico come al solito, ed al tempo stesso anche Padden sembra aver trovato la via giusta grazie ad un sound che non fa che porre l’enfasi sulla sua fantastica poliedricità vocale.
Certo non tutti i brani tengono precisamente il ritmo dei pezzi migliori del lotto, in particolare quando i nostri cercano di rallentare un pò i ritmi, ma di certo nulla che possa inficiare la qualità di un lavoro che come ciliegina sulla torta presenta una produzione ultra-pulita ed ultra-potente che accompagna al massimo la macchina macina riff di Waters.
Ebbene sì, questo "Annihilator" mi ha decisamente convinto e se rappresentava la classica prova del nove dopo l’album precedente (che aveva rilanciato i canadesi dopo un trittico di uscite marginalissime), possiamo dire tranquillamente che i canadesi l’hanno decisamente superata.

Track-list:

01. The Trend
02. Coward
03. Ambush
04. Betrayed
05. 25 Seconds
06. Nowhere to Go
07. The Other Side
08. Death in Your Eyes
09. Payback
10. Romeo Delight (Van Halen cover)

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