ARES KINGDOM - "Incendiary"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Gennaio 2010)
Voto: 5/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: Alex Blume (basso, voce), Mike Miller (batteria), Chuck Keller (chitarra), Doug Overbay (chitarra)
Americani del Missouri, sconosciuti ai più ma attivi addirittura da 14 anni con un solo full alle spalle ("Return to Dust" targato 2006), questi Ares Kingdom sono quanto di più inutile mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi!
Sarà un caso una così rada produttività discografica nell’arco di tutti questi anni? Probabilmente no, ma quantomeno la coerenza o fors’anche la "follia" di questo combo a stelle e striscie li ha portati fin d’ora malgrado qualche capello bianco già spuntato a proseguire, o meglio perseverare sulla stessa linea d’onda…
Ma andiamo al punto, "Incendiary" si presenta in fin dei conti come un lavoro: 1)piatto 2)senza idee 3)pretenzioso (soprattutto).
Da un punto di vista musicale la proposta degli Ares Kingdom si basa su di un thrash/death piuttosto "ruffiano" che prova a pescare a piene mani tanto dal classico sound thrash europeo tipicamente ottantiano (Sodom su tutti) quanto da una innegabile matrice di death metal classico (Obituary e Pestilence su tutti, specie per le vocals); una visione volutamente retrò che cozza con altri elementi molto più modernisti come una produzione troppo cristallina e fuori fase che molto spesso tende a porre troppa enfasi sulle vocals quasi da soffocare il resto della strumentazione che sa farsi valere solo in alcune occasioni, e quando lo fa… lasciamo perdere!
Eh sì, perchè qui subentra un altro aspetto incredibilmente negativo del lavoro: il chitarrismo. Perchè all’interno di una proposta che dovrebbe pestare senza troppi fronzoli, troviamo tale axe-man Chuck Keller che probabilmente tra assoli e scale iper-tecniche ma sparate a cazzo qua e la e senza seguire una minima linea logica, sembra più degno di una tribute band del peggior Malmsteen di sempre che di un gruppo definibile thrash-death.
Risultato? Provate ad ascoltare i primi due brani di questo "Incendiary" e ditemi poi se avrete ancora voglia di proseguire con l’ascolto.
I brani sono tutti terribilmente prolissi, pretenziosamente stirati all’inverosimile inserendo al loro interno mille peripezie ritmiche cercando di voler giustificare la durata media piuttosto elevata di ognuno di loro. Come se non bastasse, la struttura stessa di ogni singolo brano sembra studiata come trampolino di lancio per l’autocompiacimento del già citato Keller per il classico assolo (che a volte può toccare anche i due minuti di durata), e che molte volte si presenta male già dove inserito malgrado si faccia di tutto per esaltarlo.
E del resto già ascoltando la title-track che apre l’album che tutto si presenta in questa maniera, per poi non citare i brani più lunghi come la successiva "Descent of Man" o la tortura degli otto minuti finali di "Abandon in Place" in cui i clichet di cui gli statunitensi abusano e stra-abusano per tutta la durata del lavoro vengono continuamente ripetuti.
Eppure dal punto di vista del sound questi Ares Kingdom non sarebbero neppure malaccio, certo è che nel 2010 con mille effetti e strumentazioni a disposizione un suono di chitarra pulito e per certi versi particolare può essere tranquillamente trovato anche dal più coglione dei chitarristi…
Insomma, parliamo in definitiva di un lavoro da evitare che scontenterà un pò tutti compresi gli adepti del concetto più puro di thrash/death. Risparmiate i vostri soldini, che di dischi meritevoli in questo ambito in giro – fortunatamente – ce ne sono ancora.
Track-list:
01. Incendiary
02. Descent of Man
03. The Destruction of Sennacherib
04. Silent Mortal Flesh (Convergence)
05. Ashen Glory
06. Beasts That Perish
07. Consigned to the Ages
08. Gathering the Eagles
09. Abandon in Place
(Full-lenght, Nuclear Blast, Gennaio 2010)
Voto: 5/10
Genere: Thrash/Death
Line-up: Alex Blume (basso, voce), Mike Miller (batteria), Chuck Keller (chitarra), Doug Overbay (chitarra)
Americani del Missouri, sconosciuti ai più ma attivi addirittura da 14 anni con un solo full alle spalle ("Return to Dust" targato 2006), questi Ares Kingdom sono quanto di più inutile mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi!
Sarà un caso una così rada produttività discografica nell’arco di tutti questi anni? Probabilmente no, ma quantomeno la coerenza o fors’anche la "follia" di questo combo a stelle e striscie li ha portati fin d’ora malgrado qualche capello bianco già spuntato a proseguire, o meglio perseverare sulla stessa linea d’onda…
Ma andiamo al punto, "Incendiary" si presenta in fin dei conti come un lavoro: 1)piatto 2)senza idee 3)pretenzioso (soprattutto).
Da un punto di vista musicale la proposta degli Ares Kingdom si basa su di un thrash/death piuttosto "ruffiano" che prova a pescare a piene mani tanto dal classico sound thrash europeo tipicamente ottantiano (Sodom su tutti) quanto da una innegabile matrice di death metal classico (Obituary e Pestilence su tutti, specie per le vocals); una visione volutamente retrò che cozza con altri elementi molto più modernisti come una produzione troppo cristallina e fuori fase che molto spesso tende a porre troppa enfasi sulle vocals quasi da soffocare il resto della strumentazione che sa farsi valere solo in alcune occasioni, e quando lo fa… lasciamo perdere!
Eh sì, perchè qui subentra un altro aspetto incredibilmente negativo del lavoro: il chitarrismo. Perchè all’interno di una proposta che dovrebbe pestare senza troppi fronzoli, troviamo tale axe-man Chuck Keller che probabilmente tra assoli e scale iper-tecniche ma sparate a cazzo qua e la e senza seguire una minima linea logica, sembra più degno di una tribute band del peggior Malmsteen di sempre che di un gruppo definibile thrash-death.
Risultato? Provate ad ascoltare i primi due brani di questo "Incendiary" e ditemi poi se avrete ancora voglia di proseguire con l’ascolto.
I brani sono tutti terribilmente prolissi, pretenziosamente stirati all’inverosimile inserendo al loro interno mille peripezie ritmiche cercando di voler giustificare la durata media piuttosto elevata di ognuno di loro. Come se non bastasse, la struttura stessa di ogni singolo brano sembra studiata come trampolino di lancio per l’autocompiacimento del già citato Keller per il classico assolo (che a volte può toccare anche i due minuti di durata), e che molte volte si presenta male già dove inserito malgrado si faccia di tutto per esaltarlo.
E del resto già ascoltando la title-track che apre l’album che tutto si presenta in questa maniera, per poi non citare i brani più lunghi come la successiva "Descent of Man" o la tortura degli otto minuti finali di "Abandon in Place" in cui i clichet di cui gli statunitensi abusano e stra-abusano per tutta la durata del lavoro vengono continuamente ripetuti.
Eppure dal punto di vista del sound questi Ares Kingdom non sarebbero neppure malaccio, certo è che nel 2010 con mille effetti e strumentazioni a disposizione un suono di chitarra pulito e per certi versi particolare può essere tranquillamente trovato anche dal più coglione dei chitarristi…
Insomma, parliamo in definitiva di un lavoro da evitare che scontenterà un pò tutti compresi gli adepti del concetto più puro di thrash/death. Risparmiate i vostri soldini, che di dischi meritevoli in questo ambito in giro – fortunatamente – ce ne sono ancora.
Track-list:
01. Incendiary
02. Descent of Man
03. The Destruction of Sennacherib
04. Silent Mortal Flesh (Convergence)
05. Ashen Glory
06. Beasts That Perish
07. Consigned to the Ages
08. Gathering the Eagles
09. Abandon in Place
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