LACRIMOSA - "Schettenspiel"
(Compilation, Hall of Sermon, 2010)
Voto: 5,5/10
Genere: Wave/Gothic
Line-up: Tilo Wolff (voce, piano), Anne Nurmi (tastiere, voce)
Giunti al ventesimo anniversario, i Lacrimosa festeggiano il traguardo con questo "Schattenspiel" doppio cd contenente una serie di inediti del duo teutonico mai apparsi finora in nessuna uscita precedente con l’aggiunta di due brani appositamente composti per l’occasione.
Un modo tutto sommato ‘originale’ per celebrare il ventennale, ben diverso dalla solita operazione "best of" ma che alla fin fine rappresenta un’uscita tutto sommato trascurabile e consigliata solo ai collezionisti e patiti della band di Wolff e Nurmi.
A livello di contenuti infatti il doppio cd in questione è piuttosto discutibile specie nel primo disco in cui vengono riesumate tutte le composizioni più "sperimentali" dei nostri appannaggio di un sound più accomunabile alla scena ambient/drone che al classico trademark Lacrimosa, degno specchio del resto del periodo (quello a cavallo degli anni novanta) cui si collocano le composizioni.
Decisamente più ascoltabile, ma senza picchi compositivi particolarmente elevati, il secondo disco in cui tornano a farsi sentire le influenze del periodo "Fassade" che rimane probabilmente il migliore a livello compositivo della band.
Se con "Seele in Not" l’apertura è più che degna, i primi problemi di sorta iniziano a registrarsi già dalla seconda traccia e si amplificano con lo scorrere dei brani.
"Requiem" infatti penetra all’interno della scena dark-wave più mistica interpretando in maniera quasi teatrale una vera e propria funzione religiosa; il risultato è un brano insipido e scontato che peraltro sfocia in un cambio di ritmo finale che non entusiasma assolutamente, anzi…
Riferimenti più marcatamente drone si registrano in "Drecth Euch" mentre è l’elettronica a venir maggiormente omaggiata in "Dem Ende Entgegen".
Diverse sono le atmosfere, come già anticipato, del secondo disco contenente brani composti dal 2002 in poi, anno del fortunatissimo "Fassade".
Con le songs in questione ci si addentra verso un sound decisamente più mainstream; precisiamo che la differenza di tono non è data certo esclusivamente dal genere proposto, anzi. Il problema principale è che i Lacrimosa sembrano decisamente più a loro agio alle prese con influenze tipicamente gothic più che avanguardistiche, ed in tal senso la differenza è netta.
Certo non che questa seconda parte si contraddistingua in maniera particolarmente positiva, tant’è che a differenza del primo cd ora i brani scivolano via con più facilità ed arrivare in fondo non è impresa ardua.
I brani sono decisamente più lunghi, ma più "suonati"; strumentazioni classiche quali piano e chitarre sono ora presenti in maniera massiccia ed ogni song ha il suo senso.
Certo molte volte alcuni brani possono risultare anche pacchiani, ma bisogna considerare anche il fatto che molte volte alcuni di questi rappresentano nient’altro che "scarti" dei lavori precedenti.
Il piano e la voce di Wolff in "Schönheit Straft Jedes Gefühl " rappresenta l’esempio lampante della nuova anima dei Lacrimosa in cui anche le vocals di Anne Nurmi iniziano a fare il loro ingresso in maniera preponderante.
Dimenticate il goth ‘n’ roll di "Liebesspiel" (simile alla sola "Ein Fest Für Die Verlorenen") certo, qui al di fuori del classico calderone gothic-dark-wave non si va ma – lo ripeto – quantomeno viene resa una miglior forma-canzone che si sviluppa anche attraverso brani tutto sommato interessanti come "Mantiquor" e "Deja Vu".
Raccolta celebrativa che viene poi chiusa dai due brani nuovi di zecca: "Sellador" e "Ohne Dich ist Alles Nichts". La prima rappresenta un mix non sempre azzeccato di elettronica e wave tipicamente ottantiana, la seconda è invece un ballatone insipido che non porta assolutamente nulla di nuovo a quanto già detto in passato.
Insomma, in definitiva stiamo parlando di un progetto tutto sommato trascurabile, che se non altro ha l’unico merito nel riesumare lavori mai ascoltati della band tedesca. Ma oltre ai fans più sfegatati a chi potrà interessare?
(Compilation, Hall of Sermon, 2010)
Voto: 5,5/10
Genere: Wave/Gothic
Line-up: Tilo Wolff (voce, piano), Anne Nurmi (tastiere, voce)
Giunti al ventesimo anniversario, i Lacrimosa festeggiano il traguardo con questo "Schattenspiel" doppio cd contenente una serie di inediti del duo teutonico mai apparsi finora in nessuna uscita precedente con l’aggiunta di due brani appositamente composti per l’occasione.
Un modo tutto sommato ‘originale’ per celebrare il ventennale, ben diverso dalla solita operazione "best of" ma che alla fin fine rappresenta un’uscita tutto sommato trascurabile e consigliata solo ai collezionisti e patiti della band di Wolff e Nurmi.
A livello di contenuti infatti il doppio cd in questione è piuttosto discutibile specie nel primo disco in cui vengono riesumate tutte le composizioni più "sperimentali" dei nostri appannaggio di un sound più accomunabile alla scena ambient/drone che al classico trademark Lacrimosa, degno specchio del resto del periodo (quello a cavallo degli anni novanta) cui si collocano le composizioni.
Decisamente più ascoltabile, ma senza picchi compositivi particolarmente elevati, il secondo disco in cui tornano a farsi sentire le influenze del periodo "Fassade" che rimane probabilmente il migliore a livello compositivo della band.
Se con "Seele in Not" l’apertura è più che degna, i primi problemi di sorta iniziano a registrarsi già dalla seconda traccia e si amplificano con lo scorrere dei brani.
"Requiem" infatti penetra all’interno della scena dark-wave più mistica interpretando in maniera quasi teatrale una vera e propria funzione religiosa; il risultato è un brano insipido e scontato che peraltro sfocia in un cambio di ritmo finale che non entusiasma assolutamente, anzi…
Riferimenti più marcatamente drone si registrano in "Drecth Euch" mentre è l’elettronica a venir maggiormente omaggiata in "Dem Ende Entgegen".
Diverse sono le atmosfere, come già anticipato, del secondo disco contenente brani composti dal 2002 in poi, anno del fortunatissimo "Fassade".
Con le songs in questione ci si addentra verso un sound decisamente più mainstream; precisiamo che la differenza di tono non è data certo esclusivamente dal genere proposto, anzi. Il problema principale è che i Lacrimosa sembrano decisamente più a loro agio alle prese con influenze tipicamente gothic più che avanguardistiche, ed in tal senso la differenza è netta.
Certo non che questa seconda parte si contraddistingua in maniera particolarmente positiva, tant’è che a differenza del primo cd ora i brani scivolano via con più facilità ed arrivare in fondo non è impresa ardua.
I brani sono decisamente più lunghi, ma più "suonati"; strumentazioni classiche quali piano e chitarre sono ora presenti in maniera massiccia ed ogni song ha il suo senso.
Certo molte volte alcuni brani possono risultare anche pacchiani, ma bisogna considerare anche il fatto che molte volte alcuni di questi rappresentano nient’altro che "scarti" dei lavori precedenti.
Il piano e la voce di Wolff in "Schönheit Straft Jedes Gefühl " rappresenta l’esempio lampante della nuova anima dei Lacrimosa in cui anche le vocals di Anne Nurmi iniziano a fare il loro ingresso in maniera preponderante.
Dimenticate il goth ‘n’ roll di "Liebesspiel" (simile alla sola "Ein Fest Für Die Verlorenen") certo, qui al di fuori del classico calderone gothic-dark-wave non si va ma – lo ripeto – quantomeno viene resa una miglior forma-canzone che si sviluppa anche attraverso brani tutto sommato interessanti come "Mantiquor" e "Deja Vu".
Raccolta celebrativa che viene poi chiusa dai due brani nuovi di zecca: "Sellador" e "Ohne Dich ist Alles Nichts". La prima rappresenta un mix non sempre azzeccato di elettronica e wave tipicamente ottantiana, la seconda è invece un ballatone insipido che non porta assolutamente nulla di nuovo a quanto già detto in passato.
Insomma, in definitiva stiamo parlando di un progetto tutto sommato trascurabile, che se non altro ha l’unico merito nel riesumare lavori mai ascoltati della band tedesca. Ma oltre ai fans più sfegatati a chi potrà interessare?
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