ZIPPO - "After Us"
(Full-lenght, Apocalyptic Witchcraft Records, Marzo 2016)
Voto: 8/10
Genere: Stoner/Sludge/Progressive
Line-up: Davide Straccione (voce), Alessandro Sergente (chitarra), Tonino Bosco (basso), Federico Sergente (chitarra)
(Full-lenght, Apocalyptic Witchcraft Records, Marzo 2016)
Voto: 8/10
Genere: Stoner/Sludge/Progressive
Line-up: Davide Straccione (voce), Alessandro Sergente (chitarra), Tonino Bosco (basso), Federico Sergente (chitarra)
Quarto lavoro in studio e prima fatica con la nuova etichetta, la britannica Apocalyptic Witchcraft Records, per gli abruzzesi Zippo, combo pescarese ormai ben consolidato all'interno della scena "stoner" internazionale dopo tre album di grandissimo spessore e soprattutto un'attività live che ha portato la band in giro per i palchi di mezza Europa.
"After Us" ci presenta tantissime novità (sempre all'ordine del giorno quando parliamo degli Zippo) a partire dalla line-up che rispetto al precedente e fortunatissimo "Maktub" (2011) si propone come quartetto e non più quintetto dopo la dipartita del chitarrista Francesco Porrini.
Già detto del cambio di etichetta, anche la musica proposta nei trentotto minuti di durata complessiva del lavoro, ci presentano un sound diverso rispetto ai due predecessori, che guarda sia al passato della band rimanendo ancorato tuttavia al presente e portando avanti quel concetto evolutivo che ha portato i quattro ragazzi pescaresi a diventare una realtà consolidata dal classico sound stoner a tutti gli effetti del debut "Ode to Maximum" (2006) fino ad inglobare elementi variabili tanto dallo sludge che dal progressive dei due successivi, l'album già citato "Maktub" ma anche l'altrettanto fortunato "The Road to Knowledge" (2009).
In linea di massima soprattutto per chi è già avvezzo al sound dei pescaresi possiamo scindere idealmente questo "After Us" in due parti: una prima parte che contiene brani dal sound più istintivo, che tendono ad avvicinarsi al suono degli Zippo primigeni tenendo bene a mente le influenze che prendono piede dal sound prettamente sabbathiano inglobando al loro interno tanto evidenti venature alla Alice in Chains quando il sound più classico dei Kyuss.
La seconda parte invece, a partire da "Familiar Roads" per culminare con la splendida e claustrofobica "Stage 6" risulta invece più legata a quel già descritto percorso evolutivo che sembra non tradire alcuna intenzione.
L'introduzione di "After Us" è così affidata al sound più istintivo di "Low Song" pezzo di chiara matrice Kyuss-iana semplice per quanto comunque estremamente valido.
Ma l'apice compositivo di questa prima parte del lavoro si raggiunge senza ombra di dubbio con la traccia subito successiva, da cui prende il nome l'album. "After Us" è dotata di un riff ripetitivo e pachidermico da brividi, che per certe soluzioni ricorda la celebre "The Elephant March" (contenuta proprio nell'album di debutto dei pescaresi) ma che viene pervasa da un'aura particolare, degno punto d'incrocio tra i Black Sabbath e le atmosfere più malinconiche e "malsane" degli Alice in Chains grazie anche alla prestazione vocale sublime di Davide dietro al microfono.
La veloce e spigolosa "Comatose" chiude, almeno in parte, il primo step dell'album che si fa improvvisamente intricato con la successiva "Familiar Roads" in cui gli Zippo introducono quelle interessanti venature progressive ma al tempo stesso 'desertiche' per un pezzo che riporta dritto alla mente il sound del concept "The Road to Knowledge" ma che si porta ulteriormente avanti col lavoro.
Dopo la velocissima e dissonante "Adrift (Yet Alive)" che tende in parte a riavvicinarsi ad un sound più ferale ed istintivo ecco arrivare il secondo capolavoro dell'album, l'oscura e splendida "Stage 6" che introduce elementi acidi e psichedelici sulla scorta di un pezzo intimistico in cui è una calma piatta ed un certo senso di claustrofobia a farla da padrone prima di improvvise e pregevoli esplosioni elettriche seguite da vocalizzi improvvisamente rabbiosi.
La strada evolutiva ed un giusto mix ed equilibrio con il passato procede con "Summer Black" che fa da apripista per la degnissima conclusione regalata dalle note di "The Leftovers" altro pezzo questo legato ad un filo logico piuttosto evidente con quella "Stage 6" e che ci mostra ancora una volta una band che non molla un centimetro nel saper sempre proporre qualcosa di nuovo album dopo album senza dover ricorrere a quegli stratagemmi e cambi di stile che improvvisamente snaturano il suono ed il percorso musicale di tante band.
"After Us" è insomma l'ennesimo album che ogni fan degli Zippo può aspettarsi, probabilmente difficile da capire per chi non ha seguito passo dopo passo l'evoluzione musicale della band abruzzese e che, si spera, possa allungare una proficua collaborazione con la nuova etichetta che ha concesso subito carta bianca ad una band che ha potuto tralaltro avvalersi per l'occasione del mixing di un certo Toshi Kasai ovvero uno che, tanto per intenderci, ha lavorato in passato con gente del calibro di Tool, Sepultura, Mike Patton, Danzig, The Melvins e via discorrendo....
Track-list:
01. Low Song
02. After Us
03. Comatose
04. Familiar Roads
05. Adrift (Yet Alive)
06. Stage 6
07. Summer Black
08. The Leftovers
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