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CHURCH OF MISERY - "And Then There Where None..."

CHURCH OF MISERY - "And Then There Where None..."
(Full-lenght, Rise Above, Marzo 2016)

Voto: 6,5/10

Genere: Stoner

Line-up: Scott Carlson (voce), Dave Szulkin (chitarra), Tatsu Mikami (basso), Eric Little (batteria)


Altro giro altra corsa: i giapponesi Church of Misery (che più tanto giapponesi non sono, ad eccezione di Tatsu Mikami unico membro originario di una line-up composta da artisti americani) giungono al sesto lavoro in studio sulla scorta di uno stoner doom che più classico non si può e che racconta, come da tradizione consolidata della band, le ennesime scorribande dei serial-killer di turno, da sempre oggetto di culto e di vera e propria passione della band.
Parlavamo di una line-up totalmente rinnovata: dentro il vocalist Scott Carlson (Repulsion ed ex-Cathedral non a caso sembra aver mutuato tantissimo dalle vocals di Lee Dorrian), il chitarrista Dave Szulkin (Bloodfarmers) ed il batterista Eric Little (Earthride nonchè ex membro degli Internal Void di Wino Weinrich).

Una formazione di tutto rispetto con musicisti al seguito che tanto hanno dato alla scena doom-stoner internazionale e che finiscono per influenzare, come logica risultante, anche l'album in questione che si avvicina ancora di più alle sonorità settantiane attingendo a piene mani dalla fonte dei Black Sabbath ponendosi all'interno di quel classico revival-sound tipico di realtà più moderne del calibro di Cathedral (soprattutto) ma anche dal sound più acido di Sleep ed Electric Wizard.

Nulla di particolarmente nuovo rispetto al passato della band, per carità, ma l'arrivo di musicisti tanto influenti sotto il profilo compositivo ha in parte snaturato l'appeal generale della band nipponica abituata da sempre a camminare con le proprie gambe ed oggi rimessa nelle mani del solo Mikami dopo che appena pochi mesi fa si ventilava l'ipotesi di un possibile split definitivo della band e soprattutto dopo un periodo di gestazione e di registrazione davvero esiguo.

Ed è probabilmente proprio lo scarso tempo a disposizione per la produzione del lavoro che tende a causare qualche pecca di troppo qua e là con particolare riferimento all'eccessiva incapacità dei Church of Misery di variare atmosfera tra un pezzo all'altro, caratteristica questa che aveva sempre contraddistinto la band del Sol Levante, da sempre menestrello dei più efferati crimini riproposti in musica.

A partire dal blues infernale dell'opener "The Hell Benders" (in cui si narrano le "gesta" della famiglia Bender, in cui padre e figlio si resero protagonisti di efferati omicidi presso la propria tenuta in Kansas sul finire dell'ottocento), i Church of Misery non spostano di una virgola la propria proposta musicale che si avvicina a quanto prodotto dai Cathedral a metà anni '90 sulla scorta di un massiccio stoner di classica ispirazione ottantiana, decisamente debitore dei Sabbath omaggiati in più occasioni sia nel classico riffing oscuro e blueseggiante quanto nei riverberi chitarristici accomunabili proprio a quelli di Tony Iommi anche negli assoli, sempre secchi, aridi, decisi e mai virtuosistici.

Impossibile non riconoscere del resto come in "Make Them Die Slowly" sia evidente e facilmente riconoscibile il riferimento alla parte introduttiva della mitica "Iron Man" dei Black Sabbath, così come sono evidenti le reminescenze bluesy della tondeggiante "River Demon" o della conclusiva "Murderfreak Blues" il pezzo più lungo del lotto (otto minuti di durata).

Degna di menzione anche l'ossessiva "Confessions of an Embittered Soul" dedicata alla "nostrana" Leonarda Cianciulli, meglio conosciuta come la "saponificatrice di Correggio" tristemente nota per i suoi efferati omicidi nell'epoca dell'Italia fascista.

"And Then There Were None..." rappresenta insomma un album interlocutorio, per una band che avrà sicuramente modo di esprimersi più liberamente nel futuro (si spera) e che pur convincendo di meno rispetto ai grandi album del passato rappresenta ancora un platter più che degno, sicuramente consigliatissimo ai fans ed anche agli amanti di certe sonorità settantiane sui generis.

Track-list:

01. The Hell Benders
02. Make Them Die Slowly
03. Doctor Death
04. River Demon
05. Confessions of an Embittered Soul
06. Suicide Journey
07. Murderfreak Blues


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