BESEECH - "My Darkness, Darkness"
(Full-lenght, Despotz Records, Marzo 2016)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Klas Bohlin (voce, chitarra), Angelina Sahlgren Söber (voce), Manne Engström (chitarra), Robert Vintervind (chitarra, tastiere), Jann Örnborg (basso), Håkan Carlsson (batteria)
Li avevamo lasciati nel 2005 con la pubblicazione di "Sunless Days" album postumo del primo corso degli svedesi Beseech, li ritroviamo oggi, undici anni dopo e di rientro da uno split lungo sei anni, con il qui presente "My Darkness, Darkness" sesto lavoro in studio della band nordica.
Con l'arrivo di Jann Örnborg, Håkan Carlsson e della female vocalist Angelina Sahlgren Söber che sono andati ad aggiungersi ai precedenti membri della band in sella già prima dello split, i Beseech mutano leggermente pelle come già fatto sovente in passato discostandosi in parte dalle atmosfere catchy e grooveggianti del predecessore assestandosi su di un gothic metal che punta maggiormente all'atmosfera.
Un lavoro non esente da qualche pecca causa alcuni riempitivi come possono risultare le varie "Mr Uninvited" o "The Ingredients" ma sicuramente si può parlare nel complesso come un buon album decisamente consigliato agli amanti delle sonorità più classicamente gothic (dal taglio prettamente nordico) ma che ci riconsegna una band tirata a lucido dopo lo split e che soprattutto non mostra alcun segno di timore nel proseguire una svolta artistica che dagli esordi oscuri di chiaro stampo Type O Negative continua ad esplorare a tutto tondo il concetto di gothic metal consegnando ai posteri sempre album tra loro differenti.
Track-list:
01. Beating Pulse
02. The Shimmering
03. Bloodline Fever
04. Mr Uninvited
05. My Darkness, Darkness
06. Atmosphere
07. Highwayman
08. The Ingredients
09. One Last Call
10. Darksome
11. The Symbol
(Full-lenght, Despotz Records, Marzo 2016)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic Metal
Line-up: Klas Bohlin (voce, chitarra), Angelina Sahlgren Söber (voce), Manne Engström (chitarra), Robert Vintervind (chitarra, tastiere), Jann Örnborg (basso), Håkan Carlsson (batteria)
Li avevamo lasciati nel 2005 con la pubblicazione di "Sunless Days" album postumo del primo corso degli svedesi Beseech, li ritroviamo oggi, undici anni dopo e di rientro da uno split lungo sei anni, con il qui presente "My Darkness, Darkness" sesto lavoro in studio della band nordica.
Klas Bohlin prende decisamente in mano le redini del songwriting e dell'esecuzione con la vocalist Angelina Sahlgren Söber relegata ad un ruolo particolarmente marginale sulla scorta di un sound che prende soprattutto piede sul cantato quasi "etereo" del chitarrista svedese sferzato a tratti dalle backing vocals della singer dalle indiscutibili doti canore, al debutto assoluto con la band svedese.
Il risultato che ne viene fuori è così un deciso passo avanti rispetto al periodo pre-split per un lavoro che sa farsi decisamente ascoltare pur certo non facendo gridare al miracolo.
Il punto di forza di "My Darkness, Darkness" consiste sicuramente nel saper creare brani dal giusto pathos ma anche dalla giusta dose di melodia e raffinatezza evitando di pigiare sull'acceleratore di un chitarrismo piuttosto pulito ma meno ruffiano che in passato.
Punti d'incontro con il passato sicuramente si possono rinvenire in particolar modo con l'opener "Beating Pulse" probabilmente il pezzo più simile alle sonorità dl precedente "Sunless Days" seppur con un migliore approccio. I dubbi di sorta sul resto dell'album vengono tuttavia spazzati via quasi subito sulla scorta di pezzi che certamente non faranno scalpitare ma che nel loro incidere sono dotati del giusto mix tra un sound nostalgico e l'incedere accattivante.
Ne è un esempio un potenziale singolone del calibro di "Bloodline Fever" giocato tutto su un riffing di base deciso ma decadente dal chiaro taglio Tiamat del periodo di mezzo.
La title-track è un altro bel pezzo giocato questa volta sulle linee melodiche create dalle vocals avvolgenti di Bohlin che si ripete del resto in "Atmosphere" pezzo che paga solo lo scotto di non risultare più originale dopo la riuscita dei brani precedenti permeati dagli stessi umori.
"Highwayman" scelta dalla band come primo singolo ricalca invece in parte le atmosfere della già citata "Bloodline Fever" aggiungendovi un break centrale dal vago (ma vago) sapore elettronico ma tende forse a risultare in fin dei conti ripetitiva al suo interno, mentre l'altro singolo "The Shimmering" si avvicina nuovamente alle sonorità dei Tiamat ed è giocata su un refrain azzeccato con tastiere non invadenti che servono solo ad arrotondare il sound di una chitarra forse mai incisiva come in questo caso e che si fa così perdonare anche per una inflessione verso lidi più "pop" nel finale dove prima del ritornello finale si fanno valere le vocals di Angelina.
Il risultato che ne viene fuori è così un deciso passo avanti rispetto al periodo pre-split per un lavoro che sa farsi decisamente ascoltare pur certo non facendo gridare al miracolo.
Il punto di forza di "My Darkness, Darkness" consiste sicuramente nel saper creare brani dal giusto pathos ma anche dalla giusta dose di melodia e raffinatezza evitando di pigiare sull'acceleratore di un chitarrismo piuttosto pulito ma meno ruffiano che in passato.
Punti d'incontro con il passato sicuramente si possono rinvenire in particolar modo con l'opener "Beating Pulse" probabilmente il pezzo più simile alle sonorità dl precedente "Sunless Days" seppur con un migliore approccio. I dubbi di sorta sul resto dell'album vengono tuttavia spazzati via quasi subito sulla scorta di pezzi che certamente non faranno scalpitare ma che nel loro incidere sono dotati del giusto mix tra un sound nostalgico e l'incedere accattivante.
Ne è un esempio un potenziale singolone del calibro di "Bloodline Fever" giocato tutto su un riffing di base deciso ma decadente dal chiaro taglio Tiamat del periodo di mezzo.
La title-track è un altro bel pezzo giocato questa volta sulle linee melodiche create dalle vocals avvolgenti di Bohlin che si ripete del resto in "Atmosphere" pezzo che paga solo lo scotto di non risultare più originale dopo la riuscita dei brani precedenti permeati dagli stessi umori.
"Highwayman" scelta dalla band come primo singolo ricalca invece in parte le atmosfere della già citata "Bloodline Fever" aggiungendovi un break centrale dal vago (ma vago) sapore elettronico ma tende forse a risultare in fin dei conti ripetitiva al suo interno, mentre l'altro singolo "The Shimmering" si avvicina nuovamente alle sonorità dei Tiamat ed è giocata su un refrain azzeccato con tastiere non invadenti che servono solo ad arrotondare il sound di una chitarra forse mai incisiva come in questo caso e che si fa così perdonare anche per una inflessione verso lidi più "pop" nel finale dove prima del ritornello finale si fanno valere le vocals di Angelina.
Un lavoro non esente da qualche pecca causa alcuni riempitivi come possono risultare le varie "Mr Uninvited" o "The Ingredients" ma sicuramente si può parlare nel complesso come un buon album decisamente consigliato agli amanti delle sonorità più classicamente gothic (dal taglio prettamente nordico) ma che ci riconsegna una band tirata a lucido dopo lo split e che soprattutto non mostra alcun segno di timore nel proseguire una svolta artistica che dagli esordi oscuri di chiaro stampo Type O Negative continua ad esplorare a tutto tondo il concetto di gothic metal consegnando ai posteri sempre album tra loro differenti.
Track-list:
01. Beating Pulse
02. The Shimmering
03. Bloodline Fever
04. Mr Uninvited
05. My Darkness, Darkness
06. Atmosphere
07. Highwayman
08. The Ingredients
09. One Last Call
10. Darksome
11. The Symbol
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