OMNIUM GATHERUM - "Grey Heavens"
(Full-lenght, Lifeforce Records, Febbraio 2016)
Voto: 5/10
Genere: Melodic Death Metal
Line-up: Markus Vanhala (chitarra), Jarmo Pikka (batteria), Aapo Koivisto (tastiere), Jukka Pelkonen (voce), Joonas Koto (chitarra), Erkki Silvennoinen (basso)
(Full-lenght, Lifeforce Records, Febbraio 2016)
Voto: 5/10
Genere: Melodic Death Metal
Line-up: Markus Vanhala (chitarra), Jarmo Pikka (batteria), Aapo Koivisto (tastiere), Jukka Pelkonen (voce), Joonas Koto (chitarra), Erkki Silvennoinen (basso)
Venti anni di attività iniziano ad essere tantinelli per una band, così come sei album già sul groppone sono evidente segno di una continuità musicale che dovrebbe proiettare un combo ben consolidato verso la tanto sospirata maturità artistica. Dovrebbe...per l'appunto.
Il settimo sigillo dei finlandesi Omnium Gatherum dimostra invece come l'esperienza, accompagnata dal mestiere e dalla perizia tecnica, non basti da sola per far guadagnare impeto e soprattutto seguito ad una proposta musicale semplice come quella del combo finnico, che da diverso tempo a questa parte muove si grandi quantità di fans, anche e soprattutto dell'ultimora, ma che putroppo sembra incapace di fare il definitivo ed importante salto di qualità.
Quello che ci propone la band di Karhula infatti non è nulla che non sia già stato detto e prodotto dalla band e non solo.
Saldamente ancorati alla scena melodic death tipica di tanti illustri colleghi provenienti dalla terra dei laghi, "Grey Heavens" riparte da dove gli Omnium Gatherum ci avevano lasciato qualche anno fa, a sua volta ispirati dai bei tempi che furono in cui la band salì alla ribalta del grande pubblico con due lavori ben fatti e confezionati come "Spirits and Augusts Light" (2003) e "The Redshift" (2008).
Per quanto già sentiti e lontani da qualsivoglia tipologia di sperimentazione o di coraggiosi slanci in territori dissimili dal classico sound melodic death, il sestetto finnico assestò comunque due bei colpi al mercato discografico del vecchio continente sulla scia di brani estremamente coinvolgenti che facevano il verso a vecchi In Flames e compagnia varia prendendone decisamente il posto dopo le ultime svolte musicali dei mostri sacri che abbandonavano lo swedish per darsi ad altro.
Bene, gli amanti di quelle vecchie sonorità resteranno probabilmente ancora estasiati dal sound degli Omnium Gatherum più che altro considerati come buoni succedanei preconfezionati delle band di allora, ed è così che i finnici hanno potuto dormire sonni tranquilli crogiolandosi sugli allori della critica e sul responso positivo dei fans.
In sintesi, senza tirarla troppo per le lunghe, "Grey Heavens" contiene una manciata di buone canzoncine e riempitivi, in cui sfoggiano i vari singoloni dal refrain decisamente azzeccato e dalle linee melodiche catchy ed accattivanti, che se da una parte faranno sicuramente presa sull'ascoltatore più disattento dall'altra saranno solo fonte di innumerevoli sbadigli.
"Skyline" e "Frontiers" rispettivamente seconda e terza traccia dell'album sono i pezzi intorno a cui gira il resto del lavoro. Entrambe dotate di linee melodiche accattivanti per quanto "ruffiane" sono classici esempi di come un pezzo melodic death dovrebbe essere confezionato, senza prendersi sul serio e con la necessaria dose di produzione patinata e pulita.
Brani formalmente ineccepibili, certamente godibili all'ascolto ma forse un pò vuoti nel contesto generale.
Ma mi ero riproposto di ascoltare questo "Grey Heavens" con il giusto trasporto e soprattutto con il giusto spirito, pertanto con tale "cazzeggiamento" ho provato a seguire il resto dell'album che purtroppo oltre a non guadagnare in interesse perde anche in termini di coinvolgimento, perchè a un certo punto i finlandesi sembrano brancolare nel buio alla ricerca del ritornello o del giro tastieristico che possa a tutti i costri entrare nella testa dell'ascoltatore finendo invece per tediarlo: "Rejuvenatie!" è un tipico esempio di ciò, "Foundation" invece con un giro tastieristico più degno di un Robert Miles in versione metallara che altra cerca addirittura di fondere soluzioni gothic a-la-Swallow the Sun senza riuscire tuttavia a pareggiarne il buon gusto.
Un lavoro insomma sulla carta perfettino, a partire dall'artwork da cui si intuisce già il contenuto dell'album fino ad arrivare alle composizioni stesse, come già detto ben confezionate ed inserite nel contesto, ma troppo frequentemente vuote nei contenuti.
Track-list:
01. The Pit
02. Skyline
03. Frontiers
04. Majesty and Silence
05. Rejuvenate!
06. Foundation
07. The Great Liberation
08. Ophidian Sunrise
09. These Grey Heavens
10. Storm Front
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