GONE IN APRIL - "Threads of Existence"
(Full-lenght, WaveTransform, Febbraio 2016)
Voto: 4/10
Genere: Gothic/Death
Line-up: Aaron Rogers (voce), Julie Belanger Roy (female vocals, violino), Steve DiGiorgio (basso), Marc Andrè Gingras (chitarra), Yanic Bercier (batteria)
(Full-lenght, WaveTransform, Febbraio 2016)
Voto: 4/10
Genere: Gothic/Death
Line-up: Aaron Rogers (voce), Julie Belanger Roy (female vocals, violino), Steve DiGiorgio (basso), Marc Andrè Gingras (chitarra), Yanic Bercier (batteria)
Gone in April altro non è che una delle attuali band di Steve DiGiorgio (inutile che vi citi Testament, Death, Control Denied, Sadus vero???) per l'occasione impegnato in un progetto melodic/gothic/death che più palloso, scontato e incredibilmente retrò non si può!!!
Sinceramente cosa sia combinando in questi ultimi tempi un musicista di tale livello e professionalità non è dato capirlo, non a caso anche comparsate più recenti con altri progetti lasciavano già il tempo che trovavano ma tant'è.
"Threads of Existence" è un incredibile concentrato di deja-vu vari, peraltro confezionato neppure nella maniera più congegnale a tanti acts più o meno celebri del genere che in passato hanno saputo puntare sulla forza del groove, del refrain e soprattutto della classica figa in copertina che in una maniera o nell'altra hanno fatto scuola pur avendo alla base progetti dal valore artistico praticamente nullo, ed in Italia dovremmo saperlo bene visto che abbiamo una delle band più sopravvalutate ed all'avanguardia delle mediocrità che ha fatto strada anche all'estero ed in specie oltreoceano.
Potrebbe anche chiudersi qui la recensione di un lavoro con tutto il rispetto inascoltabile. Sin dalle prime note di "The Curtain Will Rise" che succede alla breve intro "Dawn of Time" si capisce già quello che si andrà ad ascoltare per tutto il resto del lavoro. Parliamo infatti di una scontatissima commistione tra gothic con voce femminile a tratti soprano, e death metal melodico caratterizzato dal solito growling "leccaculo" e chitarre a zanzara.
Quel genere lanciato soprattutto sul finire degli anni '90-primi 2000 da band quali Tristania o ancora come i Crematory che ad un certo punto della carriera hanno aggiunto anche quel groove in alcuni frangenti presente anche su questo "Threads of Existence".
Il risultato finale è un album piatto, scontato, noioso, dove la presenza di un bassista del calibro di DiGiorgio passa praticamente inosservata tra pezzi dalla struttura troppo semplice e standardizzata.
Neanche l'inserimento di un timido violino qua e la riesce a dare fiato ed ossigeno ad un lavoro che prova a reggersi sul groove di "Remember the Day" o sul refrain di "Relentless" che entra nella testa dell'ascoltatore da subito ma al tempo stesso ci si augura possa uscire il prima possibile.
Gli unici spunti di cronaca degni di tal nome arrivano solo nei titoli di coda con "The Great Contemplation" e "The Will to End a Life" che tendono a pigiare più sui tasti di un death metal più incontaminato che solo in parte, e ripeto in parte, riescono a risollevare un minimo le sorti del lavoro...ma la domanda è??? Sarete capaci di arrivarci agli ultimi due brani? Io sinceramente ce l'ho fatta a fatica!!!!
Track-list:
01. Dawn of Time
02. The Curtains Will Rise
03. Our Future Line
04. Remember the Days
05. As Hope Welcomes Death
06. Embracing the Light
07. A Million Souls Gather
08. Relentless
09. The Great Contemplation
10. The Will to End a Life
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