Passa ai contenuti principali

DARK MOOR - "Project X"

DARK MOOR - "Project X"
(Full-lenght, Scarlet Records, Novembre 2015)

Voto: 5,5/10

Genere: Power/Symphonic Metal

Line-up: Alfred Romero (voce), Enrik Garcia (chitarre), Daniel Fernandez (basso), Roberto Cappa (batteria)


Decimo lavoro in studio per i symphonic metal-gods iberici Dark Moor band ormai diventata vera e propria istituzione nel genere frutto di una produzione discografica costante che ha portato il quartetto di Madrid ad espandere la propria fama pressochè ovunque. "Project X" rappresenta una sorta di tributo proprio al percorso musicale intrapreso e, come già preannunciato dalla band alla vigilia dell'uscita del lavoro, rappresenta una prima importante ed evidente cambio di direzione nella proposta musicale.
Sia chiaro che permangono le atmosfere cui i Dark  Moor ci avevano abituato in passato: sono sempre presenti quelle composizioni "pompose" e quel gusto ai limiti del progressive che avevano caratterizzato il sound dei nostri, evidente tuttavia come le influenze apportate in questo "Project X" tendano ad estremizzare la componente più tipicamente hard-rock rispetto al power di sempre, e soprattutto l'inserimento di forti inflessioni teatrali ed operistiche che non possono che rimandare alla mente quelle dei Queen più pomposi tipiche tanto degli esordi quanto della successiva svolta pop della celebre band inglese intrapresa nella seconda metà degli eighties.

Il risultato lascia così particolarmente interdetti: l'album in questione è maggiormente accomunabile ad un vero e proprio "musical" non fosse per il fatto che di ciò non si tratta, ma rappresenta semplicemente la nuova inflessione artistica della band che non ci propone un concept ma solo un semplice lavoro i cui brani sono totalmente slegati tra loro pur presentando nella quasi totalità le influenze già descritte.

Sia chiaro che il tutto non rappresenterebbe un male di per sè, ma il discorso principale è che alla lunga "Project X" manca di mordente, manca di quegli spunti e quelle inflessioni più "dure" in passato meglio mixate dalla band spagnola in un contesto che sapeva toccare mille sfaccettature pur rimanendo fedele al classico canovaccio power-sinfonico tipico dei nostri.

Già dal primo vero pezzo "Abduction" si nota come il sentiero tracciato dai Dark Moor sia effettivamente differente rispetto al passato; il pezzo è sicuramente inquadrabile come power metal ma manca di quel quid necessario per elevarlo ai livelli del passato.

Dalla successiva "Beyond the Stars" si capisce invece totalmente dove si andrà a parare, con un brano al 100% operistico specie nel chorus che rimanda alla mente proprio i vecchi Queen, atmosfere estremizzate poi in "Bon Voyage!" in assoluto il pezzo più sperimentale dell'intero lavoro in cui subentrano anche inflessioni al limite del folk nella prima parte del pezzo che poi sfocia in un pezzo che più pomposo non si può con un duetto (a tratti imbarazzante) tra le vocals di Romero e quello di un coro gospel di sottofondo.

Non mancano tentativi di risollevare le sorti dell'album in pezzi più classici quali "The Existence" e "Conspiracy Revealed" quest'ultima dotata di un ritornello accattivante, così come in "Gabriel" pezzo scelto furbescamente dalla band come singolo visto che riassume probabilmente al meglio la sintesi tra "vecchi" e "nuovi" Dark Moor.

Sinceramente ho dovuto ascoltare e riascoltare il lavoro a più riprese per dare un giudizio generale sul nuovo corso degli iberici: ad un primo ascolto sono rimasto decisamente contrariato, poi andando avanti sono riuscito a trovare comunque qualche spunto accettabile in questo "Project X".

Quello che posso tranquillamente dire è che si tratta di un sentiero coraggioso intrapreso dalla band che dimostra di non porsi limiti e soprattutto di sapersi mettere in discussione malgrado una carriera, un sound ed un seguito di pubblico ormai fortemente consolidato. Dall'altra parte non può negarsi come in alcuni pezzi i Dark Moor forzino troppo le nuove influenze risultando alla lunga piuttosto tediosi ed anche ingenui in alcuni frangenti.

Un album che può pertanto essere considerato di "transizione", che sa anche farsi ascoltare in alcuni frangenti. Per chi vuole avvicinarsi al lavoro consiglio di accaparrarsi la versione deluxe costituita da digipack con l'aggiunta di cd bonus in cui gli iberici ripropongono in una nuova veste (in questo caso tornando al power) alcuni classici del passato.

Track-list:

01. November 3023 (intro)
02. Abduction
03. Beyond the Stars
04. Conspiracy Revealed
05. I Want to Believe
06. Bon Voyage!
07. The Existence
08. Imperial Earth
09. Gabriel
10. There's Something in the Skies


Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace.  Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni.  "Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, ch

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i